Un blog creato da O.k.Computer il 20/09/2006

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La stessa storia con due faccce.

Post n°15 pubblicato il 07 Febbraio 2007 da O.k.Computer
Foto di O.k.Computer

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Storia Due:

Titolo
La Pietra di lava

I giorni della settimana non avevano più nessun valore. Lunedi, sabato o domenica non era più di nessun significato pratico. Questo avviene quando sono in viaggio.
Infatti sono in Messico, illuminato da una passeggiata fatta per risalire un vulcano attivo.
E’ il luogo ideale per trovare quello che sto cercando.
Sono partito per la curiosità che nutro nei confronti della loro cultura di quesi popoli che ho conosciuto tramite alcuni libri che ho letto sull’argomento. Affascinato dalla loro identità storica, culturale, dal loro distacco da una politica lontana dalle loro esigenze. (Come dice il sub.comandante Marcos: non vogliamo che il governo ci tenda la mano, semplicemente vogliamo che ci levi i piedi di dosso).
La loro identità culturale, la loro storia è ancora presente ancora non slavata dal consumismo e dal denaro. Non resta come la vecchia Europa. Le tradizioni sono oltre i monumenti. E sono ancora, nonostante tutti (spagnoli, stati uniti) ancora intatte e pure di significato.
Oltre al fascino per la storia di questo popolo, per i loro visi, per i loro rari e splendidi sorrisi, pensavo che in questo viaggio avrei abbandonato un tormento che mi porto appresso da circa un anno. Volevo abbandonare il “pezzo” che mi ha chiesto di conservare una mia Amica speciale.
Soltanto che abbiamo parlato prima della mia partenza e, conscia delle mie intenzioni, mi ha chiesto di non farlo. E io non l’ho fatto. Mi ha chiesto in regalo una pietra del luogo.
Ho visto molte pietre nei mercati dei messicani e sono stato tentato all’acquisto. Poi ripensandoci mi è sembrato assurdo ed inutile comprare una pietra. Il mondo è fatto di pietre.
E su questo vulcano sicuramente troverò quello che sto cercando.
Prendo una pezzo di pitra lavica ancora fumante.
Anzi no.
Ne prendo due.
Il viaggio continua stupendamente e, ad un tratto, finisce.
Torno nella mia realtà ordinaria. La mia vita dominata da una dualità intensa. Amore e innamoramento. Separati. Amicizia tormentata da tendenze scomode. Non mi dilungo. Non sarei in grado di finire nessun livello di spiegazione; e poi non è questo il contesto.

Al ritorno dal viaggio regalo la pietra alla mia Amica. Non mi nascondo, gliela regalo davanti al mondo interno. Ciò che non è manifesto è la pietra che ho io. La tengo segreta e occultata.
Non so perché e per quale scopo. Non so quanto sia giusto quello che ho fatto. Non mi interessa a priori. Sono azioni che possono non aver nessun senso. Sono azioni in cui puoi scegliere di credere. E se così decidi non puoi pensare a niente. Trovare un senso talvolta ne provoca solo la perdita.
A quanto pare le cose vanno meglio.
In lei sembra calare pian piano la paura totalizzante per me. Finalmente mi dice che non esce con me perché non sa come giustificare con il suo ragazzo il fatto di uscire da soli (ultimamente non rispondeva neanche più a questo mio tipo di richieste).
Scherziamo e riprendiamo a mandarci messaggi. Tempeste di messaggi spesso su piani di intelleggibilità soltanto nostra. Lei mi parla del castello dove va sempre a pranzo il giorno. Io gli racconto di aver trovato il modo di entrarci. Gli dico che vorrei andarci. Con lei. E di notte. Lei vorrebbe andarci in tanti. Di giorno. Ha un po’ di fifa. Sicuramente è più realista di me. Ma io insisto e gli dico che se vengo a sapere che ci è entrata (da dove gli ho indicato io) senza di me mi offenderò per sempre. PassaTempo.
Poi finiamo a cena. Una cena tra 6 amici. Grandi amici. Dopo circa un anno e mezzo riusciamo, io e lei, finalmente a fare due chiacchiere da soli nell’occasione di una sigaretta a metà pasto.
I suoi occhi sono sintonizzati, i miei anche.
Al tavolo giochiamo con un tappo di bottiglia. Ogni tanto ci sfioriamo le dita nel gioco. Che idiota che sono….
Poi usciamo mezzi brilli dal locale e andiamo nel centro di Firenze a farci un giro. Tutti piuttosto barcollanti. Lei barcolla e continua a venirmi addosso. Siamo felici entrambi. Siamo contenti tutti.
Un’ottima serata. Avrei voluto che non finisse mai. Ma poi proprio io interrompo le danze per rientrare verso casa, poiché il giorno dopo avrei dovuto accendere il camino e preparare il pranzo insieme alla mia ragazza per due miei amici del Messico. La ** (vigilessa di **, simpaticissima e cazzutissima) e il suo inciucio noto sig. ** (giovane, prestante, sportivo, mangione, emiliano doc.).
Il giorno dopo mi sento ricaricato da mille energie. Contento. Nonostante il vino della sera prima mi sveglio perfetto senza il minimo segno di sbronza.
Gradisco prendere la pietra di lava che avevo conservato. Mi piace metterla vicino al fuoco per scaldarla ogni tanto. E’ il fuoco c’è, per preparare il pranzo per i miei due compagni di viaggio.
Tutto mi sembra meraviglioso. Stiamo bene tutti insieme. Mangiamo benissimo. Risate, parole.
Mangiamo anche troppo. Decidiamo infatti poi di farci una camminata per smaltire cibo e Brunello di montalcino. Andiamo e finiamo nel parco di S**.
Penso di chiamare la mia amica. Ma poi penso che forse la mia ragazza si contrarierebbe. Un anno fa abbiamo quasi rischiato di lasciarci e, la causa scatenante, è stata proprio la mia attenzione eccessiva verso la mia Amica. Il mio continuo cercare lei e anche il suo ragazzo. La loro presenza quasi costante qua a casa nostra. Allora non la chiamo.
Facciamo due passi. Il parco è stupendo con le sue sequoie e gli alberi esotici che da secoli sono stati piantati li attorno.
Il castello piace molto ai miei due nuovi amici. La mia ragazza ne è innamorata da sempre. E Beh anch’io ci sono affezionato. Ci vengo da quando avevo il motorino.
Mi chiedono della possibilità di entrarci dentro. Gli racconto di una finestra dalla quale penso si potrebbe entrare. Glielo dico senza intenzione.
Eppure mi stò gia mordendo le labbra. Vogliono vederla questa finestra.
La vedono.
Non dovrebbe esserci problema. Non credo che un vigile abbia voglia di violare una proprietà privata…..
Niente; appena la vede sento ** che mi chiede di tirarlo su dal culo. È già mezzo dentro al castello. E io lo infilo del tutto. Ok le domande non ci sono più. Voglio entrare anch’io.
E mi ci faccio tirare dentro. Siamo tutti e quattro dentro.
E’ stupendo. Non aggiungo altro. Incredibile. Intatto. I vandali non hanno deturpato niente.
Solo nei momenti in cui ** mi infastidisce mi torna in mente la mia Amica.
Nel momento in cui si mette a battere le mani per sentirne il riverbero lungo il lungo corridoio. Mi infastidisce il momento in cui trovo i miei due compagni ad aprire i cassetti della scrivania di una sala centrale per cercare chissà quale souvenir. Quella vista di sciacallaggine, di ricerca del souvenir mi da il voltastomaco. Voglio uscire.
Usciamo, ci salutiamo. Torniamo ognuno sulla carreggiata delle proprie vite.
Ecco.
Sono entrato nel castello. Senza la mia Amica. Non posso non dirglielo.
E’ un peso. Mi son messo un peso enorme addosso. E me ne accorgo soltanto ora.
Gli mando un sms.
Mi risponde.
Mi odia.
Ha ragione.
Ci risiamo ho sbagliato.
Sono dispiacuto ma non disperato.
Riesco a nascondere il mio stato d’animo nella situazione domestica.
Ma non c’è falsità in questa casa. C’è solo qualcosa che non viene da parte mia manifestato. Perché ogni interesse per la mia Amica e debilitante per la mia ragazza. E’ un accordo che ho scelto e che lei ha tacitamente accettato. Da un anno e mezzo non ne parlo, ma la vivo.
Voglio tenere in mano la mia pietra di lava.
Oh cazzo. La mia pietra di lava!
L’avevo lasciata sul camino. Vicino al fuoco ma lontano dalle braci.
Mi avvicino.
Non c’è più!!!
Mi torna in mente la scena in cui ** si è avvicinato al camino e, armeggiando un po’, ha fatto un gran casino con spargimento di braci ovunque. Anche sullo straccio da cucina decorato dalla mia nonna. Una scena divertentissima.
Una scena angosciante adesso.
La pietra non c’è più.
Non posso nascondere più niente.
Sono trafelato, angosciato, manifestatamente impaurito!
Gli dico alla ** che ho perso una pietra nel fuoco e che non so come mai mi sento sconvolto.
Mi dice di cercarla.
Resto a spostare fuoco e braci per più di un ora. Non sono in grado di parlare.
Arriva un sms. Mi odia. E mi dice che non ho neanche coraggio di rispondergli. E che faccio bene a non farlo. Mi odia.
Penso che è finita. Del tutto stavolta.
Raramente mi sfiora il pensiero di essere un isterico visionario.
Sto ancora cercando la pietra. Cazzo ** dove l’hai buttata?
Ho il tremendo sospetto che la lava scaldandosi si sia sciolta e dispersa tra le braci.
Che si sia separata in mille pezzi.
Mi brucia il volto e le mani. Ma continuo. La mia ragazza comincia a guardarmi dubbiosa. Ma comunque solidale alla mia angoscia.
La trovo!!!!
La TROVO!!!
Eccola. E’ intatta.

Eppure rimango sconvolto. Da quello che ho fatto. Dal male che ho fatto alla mia amica.
La mia ragazza vede che ciò che avevo perso era una pietra di lava.
E lei è il contrario della stupidità. Ha capito tutto. E mi conosce nei miei strani riti da apprendista sciamano. Sto facendo male anche a lei.
Sto facendo male a tutti.
Mi sento male anch’io.
Incomincia una fitta allo stomaco continua. Continua
E’ la mia amica. Anche lei ha degli strani poteri. Una volta gli ho fatto cadere una cimice nel bicchiere. Volava e non so come e con quale strano meccanismo gliel’ho fatta cadere nel bicchiere. Lei se ne accorta che ero stato io. Me l’ha detto. Mi ha lasciato sconvolto. Siamo strani. E se fossimo perfetti non avremmo- dubbi sui nostri sentimenti. Saremo come fratelli di anima. Senza sesso. Senza dubbi e malinterpretazioni.

Inceve non c’è niente di perfetto. C’è intensità. C’è la vita che vibra dentro me. Ma c’è la verità ed è che sto facendo soffrire tutti. Sono sconvolto devo uscire.
Saluto la **. Le chiedo scusa ed esco da solo.
Penso al castello, penso alla pietra…
**, **….

 
 
 

La Stessa storia con due facce (Storia n°1)

Post n°14 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da O.k.Computer
Foto di O.k.Computer

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Titolo
Avventure nel castello.

Era un venerdì sera quando trovai il mio amico ** su Skype. Appena mi vide mi chiamò subito per comunicarmi che il giorno seguente sarebbe sceso da ** per venire a trovare la sua ragazza di ** e che avrebbe avuto piacere ad incontrarmi.
Ben lieto della notizia mi sono subito organizzato mentalmente per poterci incontrare tutti insieme e, con l’occasione, li avrei inviati a cena o a pranzo così da potergli far vedere la mia casa della quale gli avevo già raccontato alcuni particolari.
Serie di avvenimenti e preferenze reciproche ci portano ad incontrarci di domenica a pranzo.
La sera precedente (il sabato) eravamo stati a cena io la mia ragazza e altre due coppie di amici tra i quali, una mia amica molto speciale con la quale duramente sono riuscito a ristabilire un rapporto dopo circa un anno di problematiche sulle quali non mi soffermo né dilungo.
Tornati tardi e un po’ ubriachi non abbiamo avuto comunque alcun problema ad alzarci la mattina dopo per preparare sia il pranzo sia il fuoco nel camino, necessario alla cottura delle pietanze.
Abbiamo apparecchiato in salotto, di fronte al focolare acceso.
Un’ottimo pranzetto che è riuscito a sfamare anche il sig **, noto per mangiare quantità di cibo fino all’improbabile.
Ad un tratto, attratti dalla magia del camino acceso, ho sentito la ** che riprendeva il suo ragazzo romagnolo perché aveva fatto un gran casino muovendo il fuoco.
Ha bruciato lo strofinaccio regalatomi dalla mia nonna.
La scena è risultata divertente, non mi sono assolutamente né offeso ne contrariato dal danno provocato. Semplicemente divertito. Mi divertiva che arrancava nel tentare di ributtare i tizzoni che involontariamente ha sparso per il camino all’interno del focolare, mentre non si accorgeva che alcune braci stavano bruciando lo strofinaccio della mia nonna (messo appositamente sull’aggetto del camino a protezione della pietra serena dalle macchie di unto della carne che ci è stata cotta all’interno).
Ok si procede con il caffè. Due chiacchiere e poi, visto la giornata splendida tarda primaverile (cazzo siamo a fine Gennaio!!!), decidiamo di farci un giro.
Una mia amica (non la mia Amica) che nel frattempo era passata da casa nostra, ci consiglia un giretto al castello di S**.
S** è una villa privata, costruita nel 700 e rifinita da un pazzo che l’ha utilizzata per sfogare la sua fantasia in quanto a merletti e forme degli stucchi, alla sagoma dell’edificio e agli interni.
Utilizzata fino agli anni ’80 come sala da cerimonie o roba simile, risulta attualmente abbandonata da decenni.
Il parco che vi ci porta è privato anch’esso ma è frequentato da tutti gli abitanti delle zone limitrofe per le passeggiate domenicali. Giustamente un patrimonio del genere è giusto che torni di pubblico utilizzo. Anche se la legge non garantisce.
Insomma un castello da favola, con forme arabeggianti e colori sgargianti. Niente di autenticamente storico, ma veramente pittoresco per il suo impatto estetico e per la sua dislocazione nel parco disseminato di sequoie secolari.
Così ci facciamo la nostra passeggiata.
Arrivati al castello e apprezzatolo nella sua bellezza particolare, mi viene posta una domanda: ma non c’è un modo per entrare?
Il modo c’è.
Ed io l’ho scoperto il giorno di Santo Stefano. Quest’anno. Anzi l’anno scorso, diciamo.
Sul lato esiste una piccola finestra fatta a forma di termometro con una circonferenza alla base ed una colonnina cilindrica sopra. Come un teschio rovesciato con la mandibola allungata.
Un passaggio stretto ma possibile da varcare per persone non troppo ingombranti e dotate di un minimo di elasticità corporea.
La tecnica per entrare consiste nel far passare la testa e le braccia, ruotare sulla schiena e trascinarsi all’interno della scala a chiocciola contenuta all’interno della finestra per far passare infine le gambe.
Spiegato e visionata la situazione, non faccio in tempo a dir qualcosa che ** stà già provando ad entrare all’interno.
Lo aiuto mentre si incastra nella finestra. E’ entrato.
E’ entrato nel castello che ho sognato di visitare da quando ero quattordicenne.
Come posso trattenermi da eseguire questa effettiva violazione di proprietà privata?
Lui è dentro.
Mi arrampico e mi faccio tirare dentro da **.
Siamo dentro. Non ci credo.
Facciamo entrare anche le nostre due ragazze.
Non ho parole per spiegare la bellezza e il fascino di quello che abbiamo visto nella penombra delle finestre socchiuse del castello: stanze ottagonali, stucchi decorativi su tutti i muri, passaggi nascosti nelle pareti decorate, specchi che sembrano nuove stanze ma che sono soltanto illusioni ottiche. Stanze a tema, soffitti con sculture di specchi. Mille volte più affascinante che all’esterno.
Un’avventura. È stata un’avventura. L’adrenalina ci ha guidato per i corridoi e per l’intricata planimetria dell’edificio.
Non ho altre parole per descrivere.
Poi siamo usciti e all’incrocio della strada ci siamo salutati prendendo ognuno la propria direzione.
Che tipo il **. Non ha esitato ad entrare neanche per un minuto.
Che avventura.
**, **…

 
 
 

MOSCHE IN TUTA SPAZIALE

Post n°13 pubblicato il 08 Gennaio 2007 da O.k.Computer
Foto di O.k.Computer

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Non abbandonarmi nel silenzio di parole quotidiane.
Risali il freddo dello spazio.
Vienimi a cercare.
Volando senza le ali che non hai o che non vedi.
Cose improbabili sono già accadute.
E cose impossibili sono già successe.
La mia fede, quando è presente,
è nelle storie sentite
che mi porto appresso
nell’incredibile che ancora deve avvenire.
dell’incredibile deve ancora avvenire.

E come stupide mosche sbatteremo la testa
sbatteremo la testa
contro il vetro della finestra

Stanchi ci faremo traviare dal neon di una fredda cucina
ronzandoci attorno
ipnotica
mente

Oppure la troveremo là,
dischiusa questa finestra.
Fuori,
cambieremo il nostro spazio:
da un’appartamento a l’aria aperta.
Senza raggiungere il sole.
Mai

L’importante è saperlo
L’importante è sperarlo

 
 
 

Nana Bianca

Post n°12 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da O.k.Computer
Foto di O.k.Computer

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Sono senza parole

tutta l'ispirazione
il soffio di vita che mi spingeva ad uscire
a creare rapporti e a mantenerli...

tutto questo
ha smesso di accompagnarmi

tutta quella tensione che mi imponeva di scrivere
o su questo blog
o delle poesie
o dei pensieri...

quella guerra interna che mi logorava
ma che bruciando
creava quell'energia immensa che doveva sfogare in fiamme
di autoconsapevolezza espressa....

tutto quello che mi imponeva
di alternare la pressione delle mie dita
sui tasti bianchi e neri delle mie tastiere
per far fluire suoni
sintetizzati
filtrati e effettati
che creavano atmosfere autocomunicative
sospese nell'aria di un fascino romantico elettronico...

tutto
adesso
mi ha abbandonato

è il sapore di una grande sconfitta
è la stasi dopo una grandiosa battaglia
sono vivo
pieno di soldati
rimasti senza guerra
inutili guardano
le macerie
mentre in bocca ancora sentono il sapore dell'adrenalina
la voglia di combattere
si guardano tra di loro
indecisi se massacrarsi a vicenda o meno
se cedere all'autodistruzione

resto fermo
freddo
immobile

come una stella
che ha smesso di produrre energia

l'avanzo del nucleo

una
nana bianca.

 
 
 

Viaggio

Post n°11 pubblicato il 22 Novembre 2006 da O.k.Computer

Ho viaggiato
Roma-Milano-Atlanta-Città del Messico

Ho visto la città più grande del mondo
Ho conosciuto popolazioni di cultura differente
Ho viaggiato di notte in pulman e vissuto intensamente
Abbiamo percorso 3500Km su strada in 17 giorni
Ho visitato rovine Maya e Pre-Maya sentendone l'energia
Ho assaggiato la cioccolata fatta sotto ai miei occhi
Ho mangiato cavallette fritte
Ho visto mercati di una tale rara bellezza e profonda cultura
Ho quasi mangiato il verme della Tequila ma poi mi sono rifiutato
Ho bevuto Mezcal
Sono stato invitato a partecipare ad una cerimonia degli Huicoles (si scrive così?)
Ho partecipato alle manifestazioni ad Oxaca contro milioni di sbrirri in antisommossa
Ho conosciuto compagni di viaggio piacevoli
Ho conosciuto compagni di viaggio speciali
Ho visitato una comunità di cooperazione internazionale per ragazze madri
Ho visto le nebbie del Chiapas
Sono stato dietro ad una cascata
Sono stato su un pulman pubblico in Belize
Ho visto gli squali e nuotato con loro
Ho visto le mante e nuotato con loro
Ho mangiato tortilla fino a impazzire
Ho assaggiato finalmente l'aragosta
Ho vissuto così intensamente
che quando sono tornato ho passato un giorno a dormire
e una notte a sognare

Un viaggio? Una vacanza?

molto molto oltre.....

Grazie

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