Creato da: AlessandroDeGerardis il 11/03/2008
La vita e la storia di Alessandro De Gerardis

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LA MIA VITA

Post n°11 pubblicato il 27 Marzo 2008 da AlessandroDeGerardis
Foto di AlessandroDeGerardis

Capitolo XI

In prima media

L’estate ’71 stava per finire, era meta’ settembre, nella mitica Hit-Parade condotta alla radio da Lelio Luttazzi imperversavano varie canzoni firmate da Mogol e Battisti:

Amor mio, Amore caro amore bello, Eppur mi son scordato di te, Pensieri e parole, Vendo casa. Ma forse la canzone che si ricorda di piu’, tra quelle presenti in classifica, e’ Tanta voglia di lei dei Pooh. Con queste note in sottofondo inizio’ il mio pellegrinaggio presso la libreria Chelli in viale Emilia per prenotare i libri della prima media: quanti testi! Man mano che li portavo a casa mi incuriosivano e li scorrevo, ma la cosa mi inquietava un po’, erano difficili, un po’ ermetici, non erano colorati come quelli delle elementari, qui si faceva sul serio!

Il primo ottobre arrivo’ presto e quella mattina, emozionantissimo, alle 8 ero davanti alla scuola di via Garigliano, nella zona est di Grosseto, non lontano dal cimitero comunale di Sterpeto. Il primo impatto fu di sole tre ore e alle 11 eravamo gia’ fuori. Mi ritrovai al primo banco, proprio di fronte alla cattedra,  con Emanuela Ringressi, una simpaticissima tutto-pepe dalla chiacchiera facile, anche se in quella pole-position era pressoche’ impossibile distrarsi. Per il primo giorno conoscemmo la professoressa di matematica e il professore di italiano, un personaggio felliniano che amava molto le sue materie, soprattutto la geografia, ma amava anche il vino che gelosamente custodiva dentro un armadietto nell’aula… e ogni mezz’ora faceva il pieno. In sua presenza la stanza olezzava di cantina, eravamo degli alcolisti passivi.

[Untitled]

Gli etilometri non esistevano ancora, fortuna che non veniva a scuola in macchina, perche’ abitava vicinissimo, in una curiosa casetta di via Umberto Giordano, a forma di cubo, colorata di rosa: singolare in tutto il professor Galardi, in citta’ lo conoscevano in molti.

Ma io aspettavo impaziente l’ora di inglese e arrivo’ il giorno dopo, quando facemmo la conoscenza del professor Ginanneschi, che nel giro di pochi giorni ribattezzai professor Giradischi, visto che ci faceva sempre ascoltare canzoncine inglesi la prima delle quali, mi ricordero’ sempre, iniziava con “Bobby is a boy, Bobby is not a girl,  Mary is a girl, Mary is not a boy…”.

In breve mi adattai alla nuova realta’ scolastica, al cambio dell’ora, al volume di lavoro aumentato rispetto alle elementari, all’elastico per portare i libri al posto della vecchia cartella, al fatto di vestire in borghese (da quell’anno, oltre al grembiule, riposi definitivamente anche i calzoncini corti). Arrivata la meritata promozione, mio nonno Guido mi regalo’ un orologio da polso con datario e il primo numero che vidi fu 11, era infatti il giorno 11 giugno 1972. Nel frattempo i miei genitori mi avevano gia’ regalato una bici-cross, di gran moda in quel periodo, arancione con sella biposto nera a strisce rosse, cambio a tre marce e doppia forcella con ammortizzatori… quasi una moto! Incominciai a usarla all’interno del cortile condominiale, poi nel corridoio dei garage sotterranei e finalmente nel marciapiede intorno al palazzo, marciapiede che qualche mese prima avevo asfaltato io, si’ proprio io, divertendomi come un pazzo su un mini compressore che gli addetti ai lavori mi avevano affidato sotto stretto controllo.

Compressore

Inizio’ l’estate 1972… ma questo e’ un altro capitolo!

 
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