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[ Cinque pani e due pesci ]

Post n°279 pubblicato il 05 Giugno 2010 da orta0

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (domenica 06/06/2010)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente».
C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta».
Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti.
Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

In genere e a ragione questa festa veniva associata all'eucarestia. Tutti noi ricordiamo le processioni del Corpus Domini che si facevano una volta. Il sacerdote con dietro i chierichetti e tutta la folla passava per le strade e le piazze del paese portando in esposizione il Pane consacrato. Tutt'ora questa tradizione vive in molte zone.

La festa nasce dal miracolo di Bolsena a cui dobbiamo il duomo di Orvieto. Un sacerdote dubita della presenza reale di Cristo nel pane e nel vino. Così durante una messa, quando spezza il pane, un po' di sangue scorre dalla piccola ostia. Dal 1264 questa festa viene estesa a tutta la chiesa.
Nei primi secoli della chiesa si parlava di tre Corpus Domini: la presenza del Signore avveniva in tre luoghi.
1. Gesù, il corpo reale, fisico: il corpo di Gesù è vissuto duemila anni fa, adesso non c'è più.

2. Il pane consacrato, l'eucarestia, che veniva chiamato il corpus misticum (poi nei secoli è diventato il verum corpus): Gesù è presente simbolicamente, misticamente, in quel pane, ricordando il suo gesto dell'ultima cena dove lui stesso ha detto: "Fate questo in memoria di me". Ogni volta che alcuni cristiani vivono la Cena, Lui è presente in mezzo a loro.

3. Il corpo delle persone: il verum corpus nei primi secoli, diventato poi il corpus misticum.

I tre Corpi di Cristo mettono in luce una grande verità: Dio è visibile solo attraverso un corpo. Dio ha avuto bisogno del corpo di Gesù per incarnarsi e per rendersi visibile personalmente al mondo. Dio ha bisogno di pane e vino per rendersi presente ogni domenica a noi. Dio vive nel corpo e sangue delle persone e di tutto ciò che esiste. L'universo stesso e tutto ciò che in esso vi è contenuto non è altro il corpo di Dio.

Il vangelo (9,11-17) dice: "Se tu ti lasci coinvolgere e tutti fanno la loro parte, l'impossibile a volte avviene". Gesù ha annunciato il regno di Dio e ha guarito molte persone (9,11). Adesso è sera e sarebbe bello poterli sfamare. Ma la cosa è impossibile: cinquemila uomini! Come si fa?
Gesù: "Dategli voi stessi da mangiare!". Gesù prende ciò che c'è, lo benedice, lo spezza e lo da a tutti. E il miracolo, ciò che sembrava impossibile accade e avviene.
Il vangelo vuol dire: "Certe situazioni sembrano senza via d'uscita (cinquemila uomini: e donne e bambini non si contavano in quel tempo!). Non ti spaventare. Lasciati coinvolgere ("date voi stessi da mangiare"), partiamo da quello che c'è, dalla realtà, anche se è poco o sembra insignificante ("cinque pani e due pesci"). Accettiamo la situazione, la prendiamo per quello che è e accettiamo che ciascuno può fare qualcosa. Se ognuno fa la sua parte (mette quello che ha) accade l'impossibile".
Troppo spesso guardando a ciò che dobbiamo affrontare, ci lasciamo scoraggiare, non abbiamo fede, fiducia.

Cinquemila persone: "Ma dove vuoi che andiamo? Ma cosa vuoi che facciamo?". C'è una difficoltà in casa, in famiglia: "Non c'è niente da fare, non c'è soluzione, non si può fare nulla". Uno ha una paura: "Troppo difficile! Troppo grande! Non c'è niente da fare!". Ma chi l'ha detto?
La gente si guarda e si dice: "Ma non vedi che faccio schifo? Ma cosa vuoi che faccia? Non sono capace!". La gente non crede in sé e non credendo in sé non crede in Dio che li ha creati grandi, unici e figli suoi. Invece, io devo prendere quello che sono, anche se mi sembra poco, anche se mi sembra niente e fidarmi.

Mi sembra di non valere tanto? Mi sembra di non aver grandi doti? Mi sembrano impossibile certe cose? Bene, sono nella stessa situazione degli apostoli nel vangelo di oggi.

Prendo quello che sono (cinque pani e due pesci), lo accetto senza lamentarmi per quello che dovrei essere, per fare quella cosa o che dovrei avere, per fare questa scelta e benedico.
Benedico vuol dire che "dico bene" di me, che credo nelle mie possibilità nascoste e nelle mie risorse non ancora realizzate, compiute o sviluppate.

Quante volte mi guardo e mi dico: "Io? Cinque pani e due pesci!", come a dire: "Poca cosa sono! Non posso puntare in alto; non posso vivere appieno; non posso essere felice; non posso inseguire certi traguardi".
Ma credere in Dio è poter dire: "Questo è quello che sembra e che si vede. Parti da quello che sei, accettalo, benedici e vedrai che quantità di pane e di pesci c'è dentro di te!".
La chiesa oggi celebra la festa dell'eucarestia. Noi crediamo che un pezzo di pane diventi il Corpo di Cristo. Ed è così!

Ma se Dio è capace di fare di un pezzo di pane il suo Corpo, cosa può fare di noi? Quando io vengo a fare la Comunione e vengo a prendere sulla mia mano il corpo di Cristo dico due grandi cose.
La prima: "Guarda cosa fa un po' di pane! Sembra niente e invece sfama migliaia di persone".
Cioè: questo pane placa la mia fame d'amore, disseta il mio cuore arso, indirizza il mio sguardo cieco, trova ragioni per vite senza senso, illumina il buio e i tunnel. Questo pane è Dio stesso che viene in me, che non si vergogna di entrare nella mia casa, che ha voglia di venirmi a trovare, che vuole incontrarmi, che vuole saziarmi, che vuole amarmi.

Quando mangio questo pane mi sento a casa: Lui viene in me ma in realtà sono io che vado da Lui. Lui mi prende così come sono, senza maschere, né uniformi, né paraventi e mi dice: "Vai bene così. Io sto bene con te quando tu sei quello che sei, quando tu ti mostri per quello che sei senza nasconderti". Allora io tiro un grande respiro e mi sento finalmente a casa. Qui non c'è nulla da dimostrare e si può essere quello che si è.

La seconda: "Se io trasformo, cambio, questo pane, cosa posso fare di te?". Per me fare la comunione è un atto rivoluzionario, trasformativo, evolutivo. Quel pane è il Signore stesso; e il Signore stesso adesso è dentro di me (me lo sono mangiato!) e io stesso sono Lui. Lui in me ed io in Lui.
Quel pane è una forza enorme per me: "Tu puoi perché io sono in te". Così quando me la racconto, quando mi rassegno, quando faccio un po' la vittima e mi dico che non ce la faccio, adesso non ho più scuse. Magari io non credo di potercela fare ma Lui è in me. Non credere in me è non credere in Lui.
Quando vado a fare la comunione il sacerdote mi dice: "Corpo di Cristo". Che vuol dire:"Questo è il Corpo di Cristo" e si riferisce al pane, ma si riferisce anche a me.

E io sento un fremito, un sussulto, una potenza nucleare dentro di me: "Io sono Corpo di Cristo".
Se posso accettare questa forza, questa verità, questa realtà, veramente posso tutto. Veramente può accadere nella mia vita la moltiplicazione dei pani (di me). Se accetto e amo il poco che mi sembra di essere ("cinque pani e due pesci"), e lo metto in gioco, scoprirò di essere il molto che non conosco ("tutti mangiarono… e furono portate via dodici ceste").

Pensiero della Settimana
Se guardi a te non vedrai che cinque pani e due pesci.
Se guardi a Lui vedrai la moltiplicazione.
M.P.

 

 
 
 
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L'ANGELO

La sera quando i pensieri, i ricordi
Si fanno più intensi
Accendi una candela
Sarà la luce del tuo Angelo.
Nella penombra,Egli saprà farsi sentire
Saprà farsi ascoltare.
In quei momenti non avrai freddo
Ma sentirai la pelle d’oca,
sentirai nel tremolio della fiamma
il volteggiare delle Sue ali,
sentirai nel calore della fiamma
il Suo alito baciare il tuo viso.
Egli sorriderà hai tuoi sogni
E veglierà il tuo sonno.!
( michael)

 

 

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Orme di piedi
sfiorano fili d'erba.
Orme in scia
alla ricerca del tempo
trascinano un ricamo
su quel prato decorato di fiori.
Petali riflessi nella notte
oscurano le stelle,
leggeri desideri sfiorano
la luminosità dell'anima.

 

 

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