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Post n°279 pubblicato il 05 Giugno 2010 da orta0
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (domenica 06/06/2010) In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. In genere e a ragione questa festa veniva associata all'eucarestia. Tutti noi ricordiamo le processioni del Corpus Domini che si facevano una volta. Il sacerdote con dietro i chierichetti e tutta la folla passava per le strade e le piazze del paese portando in esposizione il Pane consacrato. Tutt'ora questa tradizione vive in molte zone. La festa nasce dal miracolo di Bolsena a cui dobbiamo il duomo di Orvieto. Un sacerdote dubita della presenza reale di Cristo nel pane e nel vino. Così durante una messa, quando spezza il pane, un po' di sangue scorre dalla piccola ostia. Dal 1264 questa festa viene estesa a tutta la chiesa. 2. Il pane consacrato, l'eucarestia, che veniva chiamato il corpus misticum (poi nei secoli è diventato il verum corpus): Gesù è presente simbolicamente, misticamente, in quel pane, ricordando il suo gesto dell'ultima cena dove lui stesso ha detto: "Fate questo in memoria di me". Ogni volta che alcuni cristiani vivono la Cena, Lui è presente in mezzo a loro. 3. Il corpo delle persone: il verum corpus nei primi secoli, diventato poi il corpus misticum. Il vangelo (9,11-17) dice: "Se tu ti lasci coinvolgere e tutti fanno la loro parte, l'impossibile a volte avviene". Gesù ha annunciato il regno di Dio e ha guarito molte persone (9,11). Adesso è sera e sarebbe bello poterli sfamare. Ma la cosa è impossibile: cinquemila uomini! Come si fa? Cinquemila persone: "Ma dove vuoi che andiamo? Ma cosa vuoi che facciamo?". C'è una difficoltà in casa, in famiglia: "Non c'è niente da fare, non c'è soluzione, non si può fare nulla". Uno ha una paura: "Troppo difficile! Troppo grande! Non c'è niente da fare!". Ma chi l'ha detto? Mi sembra di non valere tanto? Mi sembra di non aver grandi doti? Mi sembrano impossibile certe cose? Bene, sono nella stessa situazione degli apostoli nel vangelo di oggi. Prendo quello che sono (cinque pani e due pesci), lo accetto senza lamentarmi per quello che dovrei essere, per fare quella cosa o che dovrei avere, per fare questa scelta e benedico. Quante volte mi guardo e mi dico: "Io? Cinque pani e due pesci!", come a dire: "Poca cosa sono! Non posso puntare in alto; non posso vivere appieno; non posso essere felice; non posso inseguire certi traguardi". Ma se Dio è capace di fare di un pezzo di pane il suo Corpo, cosa può fare di noi? Quando io vengo a fare la Comunione e vengo a prendere sulla mia mano il corpo di Cristo dico due grandi cose. Quando mangio questo pane mi sento a casa: Lui viene in me ma in realtà sono io che vado da Lui. Lui mi prende così come sono, senza maschere, né uniformi, né paraventi e mi dice: "Vai bene così. Io sto bene con te quando tu sei quello che sei, quando tu ti mostri per quello che sei senza nasconderti". Allora io tiro un grande respiro e mi sento finalmente a casa. Qui non c'è nulla da dimostrare e si può essere quello che si è. La seconda: "Se io trasformo, cambio, questo pane, cosa posso fare di te?". Per me fare la comunione è un atto rivoluzionario, trasformativo, evolutivo. Quel pane è il Signore stesso; e il Signore stesso adesso è dentro di me (me lo sono mangiato!) e io stesso sono Lui. Lui in me ed io in Lui. E io sento un fremito, un sussulto, una potenza nucleare dentro di me: "Io sono Corpo di Cristo". Pensiero della Settimana
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Quando il saggio indica la luna
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L'ANGELO
La sera quando i pensieri, i ricordi
Si fanno più intensi
Accendi una candela
Sarà la luce del tuo Angelo.
Nella penombra,Egli saprà farsi sentire
Saprà farsi ascoltare.
In quei momenti non avrai freddo
Ma sentirai la pelle d’oca,
sentirai nel tremolio della fiamma
il volteggiare delle Sue ali,
sentirai nel calore della fiamma
il Suo alito baciare il tuo viso.
Egli sorriderà hai tuoi sogni
E veglierà il tuo sonno.!
( michael)
ORME
Orme di piedi
sfiorano fili d'erba.
Orme in scia
alla ricerca del tempo
trascinano un ricamo
su quel prato decorato di fiori.
Petali riflessi nella notte
oscurano le stelle,
leggeri desideri sfiorano
la luminosità dell'anima.
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