PASSIONE E BATTERIA...L'ESSERE IO CON BACCHETTE, PIATTI E TAMBURI..LA VITA VISTA CON OCCHI DI UN BATTERISTA CHE HA FATTO DELLA BATTERIA LA SUA ESISTENZA DI VITA... |
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Quando la Maple Custom apparve per la prima volta con i suoi blocchetti dorati di piccole dimensioni e la finitura vintage color miele (una finitura che richiede da quattro a sei mesi di invecchiamento) tutto il mondo delle batterie rimase senza parole. Era semplicemente una delle più belle batterie mai realizzate prima ed ha dato il via ad una nuova era nelle batterie acustiche. Dopo il successo della Recording Custom è la volta della Maple Custom. L'acero offre un suono caldo, aperto e con
dei fusti sono perfettamente diritte, garantendo così una proiezione del suono senza ostacoli. I fusti sono realizzati con i nostro Air Seal System per cui gli strati di legno d'acero vengono collegati con giunture diagonali disposte in modo sfalsato, quindi vengono uniti con aria compressa distribuita in modo omogeneo. In questo modo i fusti sono resitenti e durevoli. I fusti Maple Custom sono dotati di una finitura esterna lucida e di una finitura interna opaca, ad eccezione delle batterie Vintage che hanno invece una speciale finitura sia all'interno che all'esterno.Un'altra caratteristica sorprendente delle batterie Maple Custom è il design ridotto e la forma a cubo dei blocchetti. Si tratta di blocchetti con meccanica di precisione fissati con un unico bullone al nodo di oscillazione* del fusto in modo che il fusto possa vibrare liberamente. Uno speciale inserto in nylon impedisce che le viti di tensione si allentino durante le esecuzioni.Tutte le batterie sono dotate del sistema Enhanced Sustain System Yamaha (YESS) che riduce al minimo il contatto tra fusto e supporto, aumenta la risonanza della batteria e migliora la dinamica e il sustain. Infine i cerchi laminati Dyna-Hoop da 2.3 mm garantiscono un tocco chiaro, una risposta pronta e la possibilità di eseguire rim-shot. |
La Storia delle Bacchette Storia dei Tamburi |
Dalle Origini al Drumset Moderno |
Verso la metà degli anni '90, la nota casa produttrice di batterie, percussioni ed affini, la Pearl, lanciò una serie di batterie che in breve si mise ai vertici del mercato, ovvero la serie Masters, serie che comprendeva diversi modelli, costruiti con diversi legni e con diverse strutture dei fusti, con una qualità costruttiva elevatissima che in breve si guadagnò il plauso del pubblico. Fu a partire dalle Masters, che nel 1999 furono successivamente create le Masterworks, serie di batterie totalmente custom, dai legni alle finiture, dalle misure alle meccaniche. L’utente tramite questo modello poteva così tranquillamente inventare e creare un suo set, personalizzato fino in fondo, dai legni alle meccaniche... Quindi assolutamente unico. Tuttavia la casa produttrice prese a cuore due fattori problematici: La Pearl così iniziò lo sviluppo di una batteria che fosse basata sulla serie Masterworks ma che avesse dei fusti appositamente studiati per ottenere il massimo da ogni singolo tamburo, che condividesse le meccaniche della serie madre e la qualità costruttiva superba che la caratterizza: la Reference Series. Dopo diversi studi si sono combinati i legni con uno schema abbastanza semplice: Aggiungiamo inoltre uno studio approfondito persino sul bordo del fusto, per sfruttare la diversa conformazione (45° tagliato diritto - 45° smussato e arrotondato – arrotondato completo) al fine di enfatizzare e controllare meglio certe frequenze su determinate misure di tamburo. Ora guardiamo la batteria come si presenta ai nostri occhi. Ricordiamo inoltre che questa serie di batterie utilizza esclusivamente finiture dipinte e poi verniciate, non ci sono coperture adesive. Questo conferisce gran valore allo strumento dal punto di vista estetico e della qualità della lavorazione. La seconda cosa che inevitabilmente ci cattura sono le meccaniche. Troviamo i nuovi Optimount, ridisegnati per l’occasione, dal look delicato, e totalmente cromate. L’impatto visivo è ottimo. Inoltre verremo sicuramente incuriositi anche dai nuovi tiranti BRL-55, che oltre al look gradevole hanno una funzione di “accomodamento” dell’accordatura, inclinando il tirante a seconda della tensione che gli viene imposta, evitando così qualsiasi tensione tra fusto e tirante. Ispirati dallo stesso principio, anche sulla cassa troviamo il medesimo sistema, con i tiranti BRL-300. Rivisti in linea con l’hardware anche i blocchetti per le gambe dei floor tom, con un raffinato intarsio del logo Pearl. Come nelle normali Masters, sono d’obbligo i cerchi Mastercast Die-Cast, che oltre a dare un look più aggressivo, contribuiscono alla buona tenuta dell’accordatura. È simpaticamente in evidenza anche il vedere colori diversi negli interni di un fusto rispetto all’altro! Analizziamone ora le capacità sonore. Sembra che il principio sopra ampiamente descritto sia stato sfruttato appieno, giacché non solo si ottiene un volume sbalorditivo da fusti di piccola e media taglia, ma il controllo delle dinamiche ed il sustain dei fusti sono stupefacenti. Nonostante le dimensioni ridotte, un tom da 8” si fa sentire...eccome! Se siete appassionati dei toms che cantano all’infinito o quasi, beh certamente non vi deluderà... Una buona accordatura vi permetterà di dare loro un decay secondo l’esigenza ed il vostro personale gusto. Passiamo ora ai timpani. La prima volta che ho messo mano, o meglio bacchetta sul timpano da 16”, sono rimasto molto colpito. Ottimo attacco, bassi sorprendenti senza però esagerare nei volumi e nel sustain, ed il decay è graduale e senza sbalzi eccessivi. Evidentemente lo studio dei legni si è fatto valere, tendo a precisare che effettivamente nonostante le diverse mescole di legni la timbrica è perfetta su tutti gli elementi del drumset, dal minuscolo 8” al maestoso 18”. Cosa che nei toms e nei timpani si può notare appena si comincia a batterci un po’ è la delicatezza e la sensibilità nell’accordatura. Basta 1/8 di giro di chiavetta e le differenze si sentono. Possiede un ''range'' di accordature veramente enorme. La cassa è una vera perla. La risposta al battente è fenomenale, il suono è caldo, corposo e ricco.
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Da sempre, il mercato delle batterie semi professionali richiama l’attenzione dell’utenza quasi più che quello delle batterie di prima scelta. Non è un’esagerazione, infatti, affermare che sia questo il terreno in cui avvengono gli scontri di mercato più accaniti, volti a trovare il prodotto migliore e più ricco d’accessori al miglior prezzo. La Tama è sicuramente una delle aziende leader del settore, come dimostrano le migliaia di batterie semi professionali e da principianti che ha venduto negli anni passati. La filosofia vincente che unisce ad un prodotto dal buon valore di mercato, una manifattura ottima, sfornando i cosiddetti set “da battaglia”, batterie che in primis devono vantare una resistenza meccanica alla fatica ...decisamente di serie A. Nei tardi anni '80 e nei più recenti anni '90, Tama si è imposta nel mercato con la serie basilare SWINGSTAR e la serie intermedia ROCKSTAR. Batterie che vantano una costruzione eccellente, una durabilità al di sopra della media ed una cura dei dettagli molto buona. Tuttavia, la differenza tra le 2, soprattutto negli ultimi anni andava assottigliandosi... Se da un lato la Swingstar andava bene, basilare così com’è, la rockstar faceva sempre più sentire il bisogno di un qualcosa che la differenziasse in maniera più accentuata dalla sua controparte più povera, e questo qualcosa doveva far “sentire l’odore” di professionalità, a ragion del maggiore costo. Arriviamo quindi ai giorni nostri. Il 2006 è cominciato all’insegna delle novità per quanto riguarda l’azienda in questione. Arrivano le nuove STARCLASSIC BUBINGA e STARCLASSIC PERFORMER B\B. Se da una parte la Starclassic bubinga si rifà molto alla Starclassic Maple, cambiandone solo il legno, la Performer è stata decisamente rivoluzionata. Aggiungendo la bubinga alla betulla, è nata una batteria completamente nuova, sia nelle sonorità che nell’estetica... Sparisce quindi la batteria in betulla nel listino Tama? Assolutamente No. La superstar non è una rockstar. Tenetelo ben presente quando vi capiterà di salire in sella! Il suono è ben distante dal mogano filippino della rockstar, pieno ed equalizzato. La timbrica è davvero ben dosata nelle medie ed alte frequenze ma i toms e la cassa fanno comunque sentire una sfilza di bassi notevole. Scendiamo nei dettagli. Sono disponibili tre modelli della batteria in questione: Cominciamo ad analizzare anche i pregi meccanici di questo strumento: le lugs sono ricavate dalla vecchia rockstar quasi in tutto, un semplice particolare però le differenzia. Le lugs della rockstar erano appoggiate sul fusto in tutta la loro lunghezza, separate dal legno da una sottile gomma trasparente. Al fine di garantire maggior libertà, e quindi miglior risonanza, queste sono diventate le cosiddette bridge lugs, ovvero a ponte, in quanto esse poggiano sul fusto solo agli estremi, vicino ai tiranti dei vari fusti, e si estendono per la lunghezza completamente isolate. I cerchi die cast che ormai spopolano nelle Starclassic ed in molte altre batterie professionali, oltre a dare quel tocco di aggressività estetica, sono utili al fine del mantenimento dell’accordatura, e danno un leggero arrotondamento del suono da armonici incontrollati. Da apprezzare anche il fatto che il rullante superstar ne trae notevole giovamento, i rimshots escono molto potenti grazie ai suddetti cerchi. Lo starcast mounting system grazie ai sopracitati cerchi die cast ora rispecchia in tutto e per tutto quello delle Starclassic, andando ad avvitarsi sul cerchio stesso, mentre nelle Rockstar che montavano cerchi a tripla flangia, esso era “appeso” al cerchio, con una leggera instabilità. Il sistema della superstar è invece fermo, marmoreo, solido al 100%. E’ stato anche ampliato il campo di scelta delle misure, sono ora disponibili le casse da 24” e da 20”, e diverse misure e profondità per toms e timpani. La superstar viene quasi sempre corredata di hardware tama Roadpro, il top della casa giapponese, qualitativamente ottimo e meccanicamente funzionale, una scelta non di poco conto. Tama ha sempre fatto della robustezza e della durabilità i suoi cavalli di battaglia. La Superstar monta di serie le pelli Tama Powercraft, anche se ritengo che queste siano pelli da cambiare al più presto, in quanto non esprimono il suono che questo buon strumento può dare... Restano in ogni caso una scelta azzeccata, in quanto sono delle pelli extra durabili, ottime all’inizio per batteristi dalla mano pesante o comunque per chi sulla batteria ci passa ore ed ore. Difficilmente riuscirete a romperne una, e quindi mentre raffinate la vostra “arte” sono una scelta più che consona ed economica. Tirando le somme, a batteria provata ed osservata sotto ogni punto di vista, mi sento di poter dire in tutta sicurezza che la Superstar è il miglior set semiprofessionale in circolazione. La qualità costruttiva, la cura del dettaglio, la dotazione d’accessori e la resa sonora di questo strumento sono di primissimo ordine. Se consideriamo anche il prezzo, che si assesta nettamente sotto i 1000 euro, beh... la Superstar arriva veramente a far gola al batterista che vuole fare un “salto di qualità” notevole senza sborsare una cifra di grosso calibro. Ma anche al professionista in cerca di una batteria dignitosa da portare qua e là senza troppi pensieri. Per ulteriori informazioni: www.tama.com |
salve a tutti :sono stato nominato dalla mia amica sandra709395 perf un gioco molto interessante dite 5 date piu importanti della vostra vita e il gioco è fatto 08-02-1969 la mia nascita 11-07-1977 conosciuto il mitico tullio de piscopo 18-11-1997 primo ai campionati europei di batteria 08-09-1998 ho conosciuto la mia ragazza sonia 21-05-2007 la bellissima amicizia con la splendida rosa e giulio,proprietaria del blog insieme a me tic re chat
ciao grazie a tutti in particolare a sandra709395. cercate nei vostri profili 5 persone per far partecipare al gioco ciao a tutti grazie della cortese attenzione. |
http://blog.libero.it/ticechat/ INTERVENITE NUMEROSI IN QUESTO MERAVIGLIOSO BLOG CREATO DA DUE VERI AMICI. |
Post n°23 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da schio
Intervista a Franz Di Cioccio |
INFO
FOTO RULLANTE GRETSCH
lo possiedo anche io dedicato alla tragedia delle torri gemelle 11-09-2001
Inviato da: Sgarbozza
il 30/12/2009 alle 14:27
Inviato da: stellina.luminosa
il 17/03/2008 alle 16:07
Inviato da: schio
il 31/12/2007 alle 16:31
Inviato da: loziocapo
il 09/12/2007 alle 13:33
Inviato da: schio
il 16/11/2007 alle 21:20