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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 05 Novembre 2008 da palmariggipd



Barack Obama è il 44 presidente degli Stati Uniti.

Obama vince surclassando il suo antagonista McCain nei voti dei grandi elettori che eleggono il presidente, i democratici stravincono al senato e al Congresso. Il cambiamento è appena iniziato.

 Dopo otto anni di presidenza Bush, costellati da guerre,dalla  politica estera basata sull'unilateralismo, l'America sceglie di voltare pagina e sceglie l'uomo che rappresenta il sogno americano.

A 40 anni dal discorso di Martin Luther King, 

 che ha lottato per la conquista dei diritti degli afro-americani, gli Stati Uniti scelgono Barack Obama, l'uomo simbolo dell'America multietnica: un uomo di colore nato da un matrimonio misto, nato alle Haway e vissuto in Kenya.

Si apre una nuova pagina nella politica americana e mondiale. Obama ha responsabilità di governare la più grande potenza occidentale in una crisi economica che stata paragonata alla depressione del 1929 e che rappresenta la decadenza del modello capitalista caratterizzato dall'assenza di regole concorrenziali, dall'assenza di politiche sociali a sostegno dei più deboli.

"In America nulla è impossibile”: sono le prime parole da presidente di
Obama .


Questo è un voto storico così
come l'ha definito lo stesso avversario di Obama, John McCain. Un
voto in cui gli Stati Uniti hanno dimostrato di essere un democrazia
vitale.

La vittoria di Obama è stata paragonata a quella del presidente americano più amato: John KENNEDY.

Nelle parole di McCain,  caratterizzate dal fair play tipicamente americano, oltre al comprensibile
rammarico per la sconfitta, il riconoscimento della vittoria di Obama
e l'invito a sostenere il nuovo presidente


Walter Veltroni ha sempre sostenuto
Obama anche durante le primarie contro Hillary Clinton, donna dotata
di grandissimo carisma che ha contribuito nonostante la sconfitta
alle primarie, alla vittoria del suo avversario dimostrando che
l'interesse alla vittoria del proprio partito supera qualsiasi
personalismo.


Oggi, dopo i giorni della giustificata
scaramanzia possiamo esultare per la vittoria di Obama che rappresenta la speranza per il cambiamento e ripetere come i sostenitori
democratici riuniti a Chicago lo storico motto: 

yes, we can

 
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