Creato da: palmariggipd il 23/07/2008
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« Messaggio #19 »

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 05 Novembre 2008 da palmariggipd



Barack Obama è il 44 presidente degli Stati Uniti.

Obama vince surclassando il suo antagonista McCain nei voti dei grandi elettori che eleggono il presidente, i democratici stravincono al senato e al Congresso. Il cambiamento è appena iniziato.

 Dopo otto anni di presidenza Bush, costellati da guerre,dalla  politica estera basata sull'unilateralismo, l'America sceglie di voltare pagina e sceglie l'uomo che rappresenta il sogno americano.

A 40 anni dal discorso di Martin Luther King, 

 che ha lottato per la conquista dei diritti degli afro-americani, gli Stati Uniti scelgono Barack Obama, l'uomo simbolo dell'America multietnica: un uomo di colore nato da un matrimonio misto, nato alle Haway e vissuto in Kenya.

Si apre una nuova pagina nella politica americana e mondiale. Obama ha responsabilità di governare la più grande potenza occidentale in una crisi economica che stata paragonata alla depressione del 1929 e che rappresenta la decadenza del modello capitalista caratterizzato dall'assenza di regole concorrenziali, dall'assenza di politiche sociali a sostegno dei più deboli.

"In America nulla è impossibile”: sono le prime parole da presidente di
Obama .


Questo è un voto storico così
come l'ha definito lo stesso avversario di Obama, John McCain. Un
voto in cui gli Stati Uniti hanno dimostrato di essere un democrazia
vitale.

La vittoria di Obama è stata paragonata a quella del presidente americano più amato: John KENNEDY.

Nelle parole di McCain,  caratterizzate dal fair play tipicamente americano, oltre al comprensibile
rammarico per la sconfitta, il riconoscimento della vittoria di Obama
e l'invito a sostenere il nuovo presidente


Walter Veltroni ha sempre sostenuto
Obama anche durante le primarie contro Hillary Clinton, donna dotata
di grandissimo carisma che ha contribuito nonostante la sconfitta
alle primarie, alla vittoria del suo avversario dimostrando che
l'interesse alla vittoria del proprio partito supera qualsiasi
personalismo.


Oggi, dopo i giorni della giustificata
scaramanzia possiamo esultare per la vittoria di Obama che rappresenta la speranza per il cambiamento e ripetere come i sostenitori
democratici riuniti a Chicago lo storico motto: 

yes, we can

 
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Commenti al Post:
salentu_salentu
salentu_salentu il 06/11/08 alle 15:36 via WEB
"...Nelle ultime ore abbiamo visto di tutto. Veltroni che esulta per la vittoria di Obama come se fosse sua, D’Alema che individua nel risultato americano la crisi di Berlusconi e schiere di democratici che non riuscendo a prendere voti in Italia si consolano con quelli dell’Ohio e della Pennsylvania. L’importante è accontentarsi. Ieri sera grande festa democratica: a Washington? No, a Roma. Evviva. Scene di ordinario provincialismo. Anzi, c’è da essere felici che finalmente la sinistra, dopo tante sofferenze, trovi qualcosa per cui rallegrarsi. Quello che è inaccettabile, però, è che ora si trasformino in paladini degli Stati Uniti i medesimi che fino a ieri gli Stati Uniti li prendevano nella migliore delle ipotesi a pesci in faccia. Gli Stati Uniti sono sempre gli stessi. Non cambiano in una notte. Hanno mille problemi, mille difetti, mille storture e ingiustizie: ma sono la garanzia delle libertà e della democrazia nel mondo, sono quelli che ci hanno liberato dalle dittature e ci hanno assicurato felicità e Harley Davidson, Coca Cola e telefilm, prosperità e Beverly Hills. Si possono e si devono criticare, naturalmente. Ma non si possono trasformare in una notte da impero del male a paese del sogno. Ed è insopportabile che nelle ultime ore tutti quelli che per anni hanno demonizzato l’America addirittura salgano sul pulpito e vengano a darci lezione di americanismo. Persino Franco Giordano di Rifondazione Comunista dice che si è emozionato per l’elezione di quello che considera «il suo presidente». Ne siamo felici. Ma chissà se gli hanno detto che il «suo presidente» giurerà su una bandiera stelle e strisce. E chissà se ricorderà i cortei in cui quella bandiera veniva bruciata....." Tratto da un quotidiano. Così giusto per riflettere
(Rispondi)
 
palmariggipd
palmariggipd il 06/11/08 alle 16:59 via WEB
Ciao Salentu è vero che gli Usa non cambiano in una notte, ma bisogna riconoscere che l'elezione di un presidente di colore è un evento storico in un Paese come gli Usa ancora diviso dal punto di vista razziale. Veltroni è stato sempre pro-Obama anche quando il resto del suo partito era pro-Hillary. Credo, ma anche a rischio di sembrare idealista che l'elezione di Obama apra una nuova pagina politica per il mondo intero. Gli Usa sono sempre gli stessi, ma ieri anche con le parole del condottiero McCain che ha riconosciuto la vittoria di Obama che ha chiamato "il nostro Presidente" ci hanno dato una grande lezione politica. Per verificare se l'operato di Obama soddisfi prima le aspettative del suo Paese e poi del mondo intero, occorre aspettare il responso della storia.
(Rispondi)
 
 
salentu_salentu
salentu_salentu il 06/11/08 alle 17:28 via WEB
Secondo me l'America fra i tanti pregi ne ha uno predominante: il coraggio....si il coraggio perchè non nasconde i suoi peccati. Ci ha sempre fatto i conti. Sempre. e gli esempi si potrebbero sprecare.... Si sono massacrati sulla linea Mason e Dixon, lì dove il Nord diventa Sud, e non hanno avuto paura di dire che era una guerra civile. Fratelli contro fratelli. Hanno fatto i conti con i figli e i nipoti degli schiavi. Non hanno nascosto i ghetti. Non hanno nascosto il razzismo. C’era. C’è. Ma intanto uno di loro è presidente. Hanno fatto guerra nel mondo e al mondo. E poi hanno raccontato la vergogna dei reduci del Vietnam. Hanno visto le torri cadere, maledicendo l’Islam e il suo Dio. Ora, in Europa, molti sperano che Obama sia qualcosa di diverso. Pensano che il «cambiamento» sia ripudio. Sbagliano. Obama non rinnegherà mai l’America. Non rinnegherà mai se stesso. È questo che tutti gli antiamericani, di destra e di sinistra, devono accettare. Quelli che hanno bruciato le bandiere, quelli che hanno gridato «yankee go home», quelli che non amano il baseball e vedono solo film europei, meglio se italiani. Quelli che non mangiano McDonald’s, boicottano la Coca Cola e pensano che l’11 settembre sia solo una truffa, quelli che sotto sotto rimpiangono il Muro di Berlino o le svastiche sul sole. Tutti questi devono rassegnarsi. Obama è come tutti gli altri presidenti: quando sente suonare The Star Spangled Banner si mette una mano sul cuore. E canta: «La bandiera coperta di stelle sventolerà per sempre sopra la terra della libertà e la casa del coraggio». Obama non è la rivincita degli antiamericani. Quest’uomo che non ha mai vissuto in un ghetto e non ha antenati in catene non è Martin Luther King e tantomeno Malcolm X. È un profilo un po’ più complicato. Si potrebbe definire un «nerobianco».
(Rispondi)
 
palmariggipd
palmariggipd il 06/11/08 alle 17:54 via WEB
Credo che sia questa la forza di Obama: essere figlio del suo tempo, essere nero-bianco, utilizzare il web come la nuova frontiera. Non è figlio del ghetto, ma è nato da un keniota emigrato in USA: è l'emblema del sogno americano. Non rinnegherà mai il suo Paese e perché dovrebbe farlo? Nel suo discorso da neo-presidente ha detto che nulla è impossibile in America. I nostalgici ci saranno sempre a destra e sinistra e in questo periodo i radicalismi sono molto accentuati. Non bisogna dimenticare le tante contraddizioni dell'America che sono tantissime, come quelle di ogni democrazia, ma almeno negli Usa hanno il coraggio di analizzare i loro problemi e affrontare le loro paure. Sono una nazione che affronta unita le sue crisi, come quella attuale.
(Rispondi)
 
 
salentu_salentu
salentu_salentu il 06/11/08 alle 23:03 via WEB
Barack ha vinto perché era la novità, e non di facciata! Lui rappresenta il nuovo in senso strutturale. Promette un cambiamento che l’America si aspetta. Dunque il colore della pelle non c’entra per niente....come non centra niente Obama con i democratici italiani, col PD Italiano, dai su per favore non scherzate, non provateci nemmeno a salir tutti sul carro del vincitore....così è troppo facile e semplice dopo la batosta presa alle ultime elezioni rischiate solo (se non lo avete già fatto) di cadere nel comico e nel patetico......xò contenti Voi!!!
(Rispondi)
 
franz_1980m
franz_1980m il 06/11/08 alle 20:20 via WEB
quale sarà il vostro prossimo viaggio? l'America? e sciati...
(Rispondi)
 
palmariggipd
palmariggipd il 06/11/08 alle 23:26 via WEB
Il Pd italiano sostiene ed è ovviamente e storicamente vicino ai Partito Democratico americano. Come ho detto in precedenza Veltroni ha sempre sostenuto Obama scrivendo un libro sul senatore prima ancora che si candidasse alla elezioni. Il fatto che il Pd abbia perso le elezioni, non comporta che non possa più esprimersi e continuare la sua battaglia politica. Trovo più patetiche le parole del premier sul presidente che "abbronzato"(ma tanto è solo ironia) o quelle ancora più gravi di Gasparri, Mr digitale terrestre ,sul fatto che dal momento che è stato eletto Obama Al Quaida può stare più tranquilla. Il Pd esulta per Obama perchè hanno vinto i democratici che sono progressisti e non i repubblicani che sono conservatori.
(Rispondi)
 
 
salentu_salentu
salentu_salentu il 07/11/08 alle 10:32 via WEB
«Il mondo è cambiato» (prima pagina di Repubblica). Nuovo mondo» e «Un pianeta migliore» (l’Unità). «Il nuovo mondo» (il manifesto). «È crollato il muro di Washington» (Liberazione). «Nulla è impossibile» e «Sembra che parli ma prega» (Il Riformista). Questi alcuni titoli dei nostri giornali di ieri...Mi fanno però sorridere certi infantili entusiasmi, la fede cieca nel potere della politica, l’attesa di un presidente redentore del mondo...La politica è importante, necessaria, ma relativa: serve per gestire uomini e cose che passano, uomini e cose per natura imperfetti com’è imperfetto il mondo. Un cattivo politico può produrre l’inferno sulla Terra, ma nessun grande politico può portarci il paradiso. Riporre in un leader così grandi illusioni è pericoloso. Tutto cambia e la politica insieme a tutto il resto....Barack non è il messia e Veltroni certamente non è il suo apostolo!! Molto più realisticamente auguriamoci tutti che Obama ed il suo staff possano essere lasciati operare come normali esseri umani, senza pretese di onnipotenza ed infallibilità. I prossimi 4 anni possono essere fondamentali, ma il consenso planetario che questo presidente ha raccolto non deve essere sperperato in follie, bensì amministrato con parsimonia. Dalle dichiarazioni di intenti si deve passare ai fatti, dove si misura veramente la bontà delle idee e la grandezza degli uomini. Auguri, Mr. President
(Rispondi)
 
palmariggipd
palmariggipd il 06/11/08 alle 23:33 via WEB
Franz il tuo commento mi sembra inappropriato e fuori luogo Su questo blog è ammessa un confronto pacifico e democratico nel rispetto delle diverse opinioni su tutte le tematiche.
(Rispondi)
 
oiupozzuefazzu
oiupozzuefazzu il 07/11/08 alle 13:47 via WEB
Il mondo è cambiato ma Palmariggi quando cambia???
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