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Post n°112 pubblicato il 30 Maggio 2016 da dizetap
Perdonate la lunga assenza dovuta a motivi famigliari. Ritorno ascrivere prendendo per tempo un tema che mi è caro: il 27 giugno ricorre un triste anniversario legato alla strage di Ustica, la cui verità processuale è monca non essendo mai stati trovati e condannati i mandanti. Per chi non si ricorda riepilogo velocemente: quella sera un volo della Itavia partì con due ore di ritardo da Bologna verso Palermo con 77 passeggeri e 4 persone dell'equipaggio. Non arrivò mai a destinazione precipitando a pezzi nel mare di fronte all'isola di Ustica nei pressi di Palermo. Ci furono diverse inchieste e moltissimi depistaggi soprattutto da gente appartenente all'Aeronautica militare che cancellò le registrazioni di molti radar intorno al luogo della tragedia, intorno al ritrovamento di un Mig libico tre settimane più tardi sui monti della Sila (ma i resti umani facevano risalire l'accaduto molto vicino al 27 giugno), intorno a testimoni militari morti successivamente in circostanze dubbie. Tra questi non posso non citare due ispettori di volo che entrati nelle frecce tricolori si schiantarono in volo proprio tra di loro durante lo spettacolo aereo a Ramstein in Germania, coinvolgendo nella caduta una cinquantina di persone del pubblico. Altri morti innocenti. Non possiamo nemmeno dimenticare altri piccoli ufficiali militari trovati impiccati che erano coinvolti neanche troppo marginalmente in quella tragedia come pure giornalisti rei di aver indagato troppo. Siamo nel 2016 e la verità di cosa sia successo quella sera (la tesi della bomba a bordo mi ha fatto sempre ridere considerando che il volo portava due ore di ritardo e la toilette dove avrebbe dovuto trovarsi la bomba è stata ritrovata pressoché intatta) è quasi emersa a gran fatica. Ma non il perché. E non il chi. Su quella battaglia aerea sui nostri cieli nella sera del 27 giugno 1980 con aerei italiani, francesi, statunitensi e libici, non se ne vuole parlare. Non riesco a immaginare quale verità dopo oltre trentanni possa essere così terribile da essere orrendamente celata e da aver indotto esseri umani a giustificare così tanti morti innocenti: i passeggeri, l'equipaggio, i militari coscienziosi, i giornalisti, il pubblico di Ramstein. E' ora che si sappia. |
Siete tutti pronti alla prossima chiamata alle urne? No? Domenica c'è il referendum per abrogare o meno una piccola frase riguardante la durata delle concessioni per le piattaforme estrattrici (con opere di trivellazione) di petrolio e gas naturale entro le 12 miglia dalla costa italiana. Innanzitutto vi invito tutti ad andare a votare perché è un nostro diritto e in quanto tale va tutelato. tenete presente che questa consultazione ci costa e non poco, perché per Legge (cosa si aspetta a cambiarla?) non era accorpabile con le date delle elezioni ammnistrative di giugno. Infine qualcuno ci dice che è inutile perché sostanzialmente già superato da ulteriori modifiche di Legge. Io dico: visto che costa, almeno che si spenda per qualcosa e quindi andiamo a votare. Io personalmente sono orientato per il no. 1- le piattaforme/trivelle oggetto del referendum producono circa il 3% di quanto serve all'Italia, quindi la loro cessazione avverrebbe a scadenza delle concessioni (date già stabilite quindi non è che smettono di trivellare il giorno dopo che conosceremo l'esito del referendum) e non sposta di molto il rapporto fonti energetiche rinnovabili e quelle non rinnovabili; 2- se vogliamo aumentare la dipendenza dalle fonti rinnovabili basta continuare a incentivare l'apertura di nuove aziende che usino queste fonti; 3- ci sarebbe un problema di nuova disoccupazione, anche se non si tratta di una cifra enorme, ma di questi tempi non voglio essere responsabile di togliere lavoro fatto in sicurezza a migliaia di famiglie; 4- gli incidenti che qualcuno ha citato non è avvenuto in queste piattaforme italiane; 5- purtroppo, al momento, ancora molti mezzi che utilizziamo necessitano di queste fonti non rinnovabili, non credo che toglierle tutte subito (anche se ripeto con il referendum abrogativo non accadrebbe questo) gioverebbe. Sentire gli ambientalisti farne una questione di principio mi sembra esagerato e deviante. Buon voto |
Post n°109 pubblicato il 09 Marzo 2016 da dizetap
E' di ieri lo scontro in tv tra l'economista Antonino Galloni e il conduttore Rai Franco Di Mare, durante una trasmissione nel mattino presto. L'ennesimo tentativo da parte di un economista di confutare i dati economici oggettivi che ci informano che abbiamo il segno "+" davanti a questi indicatori macroeconomici. Cosa sono? Gli indicatori macroeconomici sono una serie di indici che misurano lo stato dell'economia di una Regione, di una Nazione o di un territorio più ampio (es. Unione europea). E' ovvio che il calo di questi indicatori registratisi negli anni scorsi dopo che iniziò la crisi mondiale (era il 2007 e verso agosto la crisi dei subprime americani iniziavano a farsi largo in Europa e verso maggio 2008 la Grecia disse che non avrebbe pagato i suoi debiti) ha depresso l'economia interna dell'Italia e questo si è riflettuto ampiamente sulla nostra popolazione con licenziamenti, chiusure di piccole attività, problemi bancari, diminuzione del credito, accumulo di debiti per pagare chi le bollette e chi beni primari o secondari... Però tutto questo, che in Italia abbiamo cominciato a vederne gli effetti verso la fine del 2008 inizio del 2009, quindi dopo che la crisi era già iniziata, non sottintende che non ne stiamo uscendo. Così come per rendersi conto che eravamo in crisi, ricordate un Primo Ministro che ci diceva che i ristoranti erano pieni? (e in effetti molti lo erano come pure i luoghi di vacanza), abbiamo dovuto attendere qualche anno, allo stesso modo ci vuole pazienza prima che gli effetti della ripresa possano vedersi su larga scala. Quindi come succede per le malattie, spesso è la fiducia che incide sulla velocità di peggioramento o miglioramento della situazione. Credere che stiamo migliorando lentamente, aiuterà il nostro atteggiamento nell'affrontare i problemi economici che ancora stiamo incontrando ma nella convinzione che la situazione stessa si sta sbloccando e l'economia interna sta ripartendo. Non crederci potrebbe affossare questa timida ripresa, non fare circolare i soldi e farci ripiombare nella deflazione ma soprattutto nella recessione. io ci credo. |
Mi sono illuso come altri di voi che il mondo si stesse civilizzando e che, anno dopo anno, tutto fosse migliore. 70 anni senza guerre nell'Europa occidentale mi hanno illuso che regnasse la prosperità e che i principi quali: onestà, rettitudine, democrazia, uguaglianza, solidarietà,... fossero venuti a galla e si fossero insediati dentro di noi. In realtà questi anni di boom prima e di più o meno falso benessere dopo, ci hanno ottenebrato gli occhi, perlomeno a me. Non mi sono reso conto che le persone che vivono intorno a me, e che hanno goduto di questo benessere, superando insieme i guai della povertà del dopoguerra, l'epoca del terrorismo rosso e nero, la Guerra fredda e le paure di una guerra nucleare, il timore di una sanità che non trovava soluzioni a malattie come l'Aids e il cancro, e tutte le sofisticazioni alimentari (i coloranti, vino adulterato, pesce al mercurio, mucca pazza, ...) che ci hanno circondato, si sono semplicemente inoculate un siero che ha permesso di stare sereni e dimenticare i problemi. Ora che la guerra è intorno a noi (Medio Oriente, Nordafrca, Asia centrale) e che i flussi migratori ci hanno restituito centralità rispetto a migliaia di civili che cercano pace e una piccola fetta del nostro benessere, riscopriamo i nostri istinti più beceri e tiriamo su muri. Non solo: ci permettiamo di organizzare forum, meeting, anche solo chiacchierate al bar o in piazza, dove raccontarci che non siamo in grado di accoglierli, che non siamo mica agli anni Venti della Grande Depressione dove i nostri nonni/bisnonni emigravano. Ci diciamo che non c'è posto per loro. Se sono nati in un Paese sfigato, che muoiano là senza romperci i coglioni! Si scusate certe parole, ma è questo quello che sento dire intorno, senza mezze misure. E tutta la nostra ricchezza di cultura, di benessere, di welfare e di diritti conquistati, tutto il nostro bel parlare di questi ultimi settantanni, l'abbiamo buttato giù per il cesso con un sempice gesto di tirare uno sciaquone ideale. Non lo immaginavo così il mio futuro. |
Inviato da: vi_di
il 04/12/2015 alle 20:00
Inviato da: dizetap
il 26/11/2015 alle 11:45
Inviato da: lubopo
il 23/11/2015 alle 12:49
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 28/11/2014 alle 11:24
Inviato da: dizetap
il 29/09/2014 alle 16:01