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BISOGNERA'DARGLI FIDUCIA???

Post n°1106 pubblicato il 14 Marzo 2014 da casilli2010
 

La frase è secca: «Se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che Matteo Renzi è un buffone». A dirlo è lo stesso premier a Porta a Porta sull'impegno a dare mille euro in più l'anno a 10 milioni di persone. Ma non è l'unica frase "da titolo" snocciolata dall'ex sindaco che assicura che le coperture ci sono e confida di puntare a fare diventare legge l'Italicum entro il 25 maggio e promette: «Niente patrimoniale». Poi aggiunge che il governo durerà fino al 2018: «Sono convinto che questa classe politica in Parlamento ha l'ultima chance per dimostrare che può fare le cose».

Equità. «Questa prima manovra è una restituzione di equità e giustizia sociale. Oggi abbiamo una situazione di incertezza, quasi di tristezza e desolazione nel ceto medio» al quale «se dai quel piccolo margine - che non è risolutivo - gli dai 80 euro in più, ogni tanto respira».

Niente contratto Siglare un impegno sul pagamento dei debiti della P.A.? «I contratti qui portano sfortuna». «Ma i governi durano cinque anni», prova a obiettare Bruno Vespa. «Lasci stare - replica Renzi - Se rispondo che il problema è come si dura, poi Crozza ci fa un film sopra». Subito dopo Renzi scommette con Vespa di riuscire a pagare i debiti della P.A. entro il 21 settembre: «Se lo facciamo, lei poi va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario».

«Delrio mi ha frenato». «Tutte le cose che volevo annunciare in più ieri» in conferenza stampa, «Delrio non me le ha fatte dire. Mi ha zittito. I veri fuochi d'artificio Delrio me li ha fermati». Così Matteo Renzi a Porta a Porta. «A Palazzo Chigi ormai sono agli arresti domiciliari», scherza. E racconta di aver tentato di uscire senza la scorta: «Ci sto provando ma non gliela faccio. Una mattina sono uscito ma erano subito dietro di me».

Irap. Il governo interverrà anche sull'Irap per le aziende. Ma «all'azienda non risolvi il problema solo con il carico fiscale, perché il carico è talmente alto» che servirebbe «uno choc», servirebbe «dimezzare» quel carico. Ma a produrre uno choc del genere «non ce la facciamo».

Ascolto tutti ma decido io. «Il presidente del Consiglio deve ascoltare Confindustria e sindacati? Sì. Ma i soggetti che stanno intorno ai famosi e favolosi tavoli di palazzo Chigi, non possono pensare che le cose le decidano loro. Le cose le decidiamo noi. Ci pagano per questo. Poi se sbaglio, pago io», spiega il premier. «Il tavolo non lo faccio, mandami un'e-mail», aggiunge. «I tavoli li fanno i mobilieri, noi risolviamo i problemi».

Pa, dirigenti a tempo determinato. «I dirigenti pubblici per definizione non possono essere a tempo indeterminato. Chi ha vinto un concorso e ha diritti acquisiti, bene. Ma per il futuro sarebbe bene che il dipendente pubblico rimanesse a tempo indeterminato e facesse il dirigente a tempo determinato, per poi tornare a fare il dipendente a tempo indeterminato», continua poi il capo del governo.


La legge elettorale. «Se riusciamo entro il 25 maggio, come vogliamo, a fare la prima lettura della riforma del Senato e chiudere la legge elettorale, dimostriamo che riusciamo a cambiare la politica», dice.

Le europee. «Credo che alle europee sia difficile andare a scardinare i voti degli altri, la partita vera è alle politiche ed è lì che provo a conquistare l'elettore del centrodestra», ha detto quindi Renzi, spiegando che le caratteristiche del voto europeo non consentono di allargare il bacino dell'elettorato.

Berlusconi. «Basta leggere le paginate che scrive Brunetta che dice 'Renzi non è Mandrake'. Lo so anche io, per il resto non sono, come dice qualcuno, il figlio adottivo di Berlusconi. Ognuno ha il babbo che ha...», si sofferma quindi sulle critiche del capogruppo Fi Renato Brunetta. «Dice che sono peggio di Tremonti, nella scala di insulti 'tremontianò venga subito dopo 'stalinistà...», scherza Renzi.

Grillo. Con il suo atteggiamento alle consultazioni Beppe Grillo «ha dimostrato ancora più ai suoi parlamentari, che non a caso si stanno sgretolando sempre più, che Grillo non vuole il bene degli italiani, non vuole cambiare l'Italia», dice poi del leader M5s. «Grillo ha tradito la speranza di tanti che gli hanno dato il voto per dire: cambia. Perchè non lo sta facendo», aggiunge, che interpella anche il pubblico in platea. «Per sconfiggere Grillo bisogna mostrare che le cose lui non le fa, noi sì».

 
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assurdo

Post n°1105 pubblicato il 13 Marzo 2014 da casilli2010
 

Sant'Antimo. Ha tentato di uccidere il figlio di 25 anni, dando fuoco alla stanza dove dormiva, che aveva preventivamente chiuso a chiave. Mario Dell'Omo, 50 anni, incensurato, dopo aver cosparso la sua abitazione di liquido inffiamabile, si è allontanato, ma è stato arrestato dai carabinieri della locale tenenza.

Il giovane è stato tratto in salvo dai vicini di casa ed ha riportato ustioni di secondo grado. All'origine dell'efferato gesto, vi sarebbe una lite tra padre e figlio per questioni familiari.

 
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che vergogna

Post n°1104 pubblicato il 13 Marzo 2014 da casilli2010
 

MILANO - Prima l'hanno adescata in stazione Centrale, a Milano, poi l'hanno stuprata senza vergogna. Due cittadini romeni sono stati arrestati dalla Polizia per aver violentato una ragazza, loro connazionale.

L'episodio è avvenuto il 15 febbraio scorso, quando la ragazza, appena giunta a Milano, è stata convinta a fidarsi dai due uomini che l'hanno portata in auto in un casolare e in un appartamento, nel Monzese, violentandola ripetutamente.

TRADITI DAI TATUAGGI Sono stati riconosciuti e inchiodati alle loro responsabilità dai tatuaggi che avevano sul corpo. Si tratta di Marian Scarlat, di 32 anni, con precedenti per violenza sessuale, e Silvian Luci Cristescu, di 34, con precedenti per reati contro il patrimonio. Il 15 febbraio, dopo aver capito che il fidanzato che la giovane stava aspettando, in stazione, sarebbe arrivato molto in ritardo, si sono offerti di darle un passaggio ma l'hanno sequestrata e poi violentata.

«Odio le donne perverse» (in romeno «urasc femeile perverse»). Questa frase era tatuata sul petto di Silvian Luci Cristescu. La scritta è posta sopra un volto di donna con delle rose alla base del collo. Il disegno, piuttosto grezzo, è stato fondamentale per il riconoscimento dell'uomo. Il suo complice, Marian Scarlat, è stato identificato invece per due delfini disegnati attorno all'ombelico. Molti i tatuaggi dell'uomo, sulle braccia e sul petto, tra cui la figura di una donna nuda appoggiata a una specie di arcobaleno. La vittima, S.L., nonostante lo choc per i due giorni di terribili violenze subite, è stata in grado di descrivere i disegni sul corpo di entrambi. Secondo gli investigatori i romeni potrebbero essere autori di altri stupri.

 

 
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consigli per scrivere un romanzo

Post n°1102 pubblicato il 11 Marzo 2014 da casilli2010
 

Eccoti lo schemino sul come usare la punteggiatura:
- virgola: pausa per respirare, separa le varie parti di una frase o le diverse frasi del periodo.
Si usa prima di un’apposizione, per evidenziare il soggetto. “Anna, la maestra del paese, arrivò alle 9”.
Non va mai messa fra soggetto e verbo.
Non si mette, tendenzialmente, prima della E. Non la si mette di certo prima della E in un elenco; o metti la virgola o metti la E.
- punto e virgola: dopo alcune proposizioni separate dalla virgola. E’ una pausa un po’ meno forte di un punto. Si usa per separare le parti in un elenco, per esempio I gruppi di parole che hanno qualcosa in comune.
” Comprò: mele, pere, banane; arance, pesche, noci; pane, biscotti e grissini.”
- due punti: ad inizio di una spiegazione o di un elenco e per introdurre il discorso diretto. Puoi usarle anche, ad esempio, per sintetizzare. “C’era ben poco da fare, il tempo stringeva: andare direttamente al rifugio era la sola soluzione possibile”.
- trattino: per scandire un elenco in verticale, come questo, o per delimitare un inciso (in alternativa, in questo ultimo caso, puoi usare la parentesi. Usa con moderazione le parentesi perché appesantiscono). Si può scegliere al posto delle virgolette per contenere I dialoghi.
- puntini di sospensione: lasciano in sospeso un discorso. Meglio evitarli nella descrizione ed usarli poco nei dialoghi,a me personalmente infastidiscono se usati eccessivamente.

Le coordinate sono frasi dello steso speso di quella principale, legate ad essa da una E o dalla virgola. Separata dalla principale ha ugualmente senso, può stare da sola.
Ti faccio un esempio:
--> [principale] Tornò a casa stanchissimo [coordinata] ed andò subito a letto.

Le subordinate derivano dalla principale e sono introdotte, il più delle volte, da altre particelle come “che”, “chi”, “benché”, “quando”, “come”, “allora”, “di conseguenza”, ecc ecc.
Sono come I complementi, hanno la stessa funzione, soltanto che sono intere frasi e non solo pezzetti di frase.
Esempio:
--> [principale] Desiderava [subordinata] che tutto finisse presto
-->
[principale] Il tetto della casa, [subordinata relativa] che era stato di recente riparato, [secondo pezzo della principale] non faceva più filtrare l’acqua.
-->
[principale] Farei un bel viaggio in Irlanda, [subordinata condizionale o ipotetica] se avessi tempo e soldi.

 
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MAESTRA OSE'

Post n°1101 pubblicato il 11 Marzo 2014 da casilli2010
 

Ha accidentalmente mostrato ai suoi alunni un suo video porno amatoriale e per questo, un’insegnante dell’Arkansas, negli Stati Uniti, rischia una severa azione disciplinare.

 
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SARA' VERO?

Post n°1100 pubblicato il 11 Marzo 2014 da casilli2010
 

MILANO - Come accaduto per la scorsa edizione, si adombrano sospetti sul vincitore di Masterchef. All'inizio era stato Almo Bibolotti, secondo classificato, a mettere in dubbio la vittoria: "Durante la prima ora della gara - ha dichiarato - era completamente in tilt; da buon dottorino si era preparato le dosi per un piatto solo e quando ha saputo che doveva cucinare per più persone è andato in panico. Bastianich e Barbieri erano fissi davanti alla sua postazione per incoraggiarlo. Dietro però c'era Eleonora che gli ha fatto tutto: ha pulito le galline, ha preparato tutto il dolce, quel dolce buonissimo che l'ha fatto vincere".

Alle sue critiche però si aggiungono quelli della rete che tra Facebook e Twitter hanno avanzato dubbi circa Federico Ferrero, vincitore, e la Barilla , uno dei maggiori sponsor della trasmissione Sky: "Il medico torinese ha infatti indossato il cappello Barilla - fa sapere l' Huffington Post ‎- in progetti di alimentazione ("Healthcare Food Marketing", di cui Federico si occupa): nel 2012, in particolare, pare abbia tenuto un Workshop presso la sede dell'azienda a Parma.

Come si legge sul profilo Facebook dell'agenzia pubblicitaria che aveva preso parte al progetto, questo era stato organizzato da ferreroHCS, di cui Federico è titolare, in collaborazione con Barilla, ed era ispirato ai principi dell'HGM: "Una particolare tecnica che incontra il consenso delle aziende del comparto alimentare interessate a cogliere l'opportunità di promuovere, nella maniera più moderna e corretta, gli aspetti salutistici dei propri prodotti". Molti commentatori hanno storto il naso di fronte alle foto in cui si vede Federico nella sede della Barilla, tanto da ritenere sospetta questa coincidenza. Ma finora non è stata ravvisata nessuna irregolarità che possa mettere in dubbio la validità della vittoria del concorrente".

 
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ASSURDO

Post n°1099 pubblicato il 11 Marzo 2014 da casilli2010
 

RIO DE JANEIRO - Voleva avere dei bicibiti come Braccio di Ferro e per ottenere il risultato si è sottoposto per due mesi a una serie di inezioni di olio minerale e alcol. Arlindo de Souza, sollevatoredi pesi brasiliano 43enne, voleva diventare il bodybuilder brasiliano con i bicipiti più grandi di tutti. I muscoli hanno guadagnato un incredibile volume, ma nonostante le apparenze però non ha acquisito più forza.

L'uomo voleva stupire gli altri sportivi che frequentano la palestra di Olinda, cittadina del nord est del Brasile. Secondo i media del Paese ci sarebbero diversi casi di sportivi che hanno ricorso allo stasso stratagemma per ottenere questi risultati. I medici hanno però lanciato l'allarme spiegando che frequenti iniezioni di questo tipo posso portare alla formazione di ascessi e possono avere effetti nefasti nel tessuto muscolare provocando in certi casi anche amputazione degli arti o addirittura la morte. Tra le vittime ci sarebbe addirittura un amico stretto di Arlindo.

 
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TROPPI POCHI

Post n°1098 pubblicato il 10 Marzo 2014 da casilli2010
 

Il pm di Milano Isidoro Palma ha chiesto la condanna a vent'anni di reclusione per Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio del 2013 uccise a colpi di piccone tre passanti.

Il pm ha chiesto il riconoscimento della seminfermità mentale e anche la condanna a sei anni da passare in una casa di cura dopo l'espiazione della pena. 

Nel processo con rito abbreviato davanti al gup di Milano Manuela Scudieri, il pm al termine della requisitoria ha chiesto di condannare a vent'anni di carcere Kabobo applicando lo 'sconto' della seminfermità mentale. Inoltre, secondo il pm, Kabobo dopo aver espiato la pena dovrà passare sei anni in una casa di cura e custodia come misura di sicurezza.

Nella scorsa udienza il giudice aveva detto "no" alla richiesta della difesa di un supplemento di perizia psichiatrica, dopo che una perizia disposta in fase di indagini e depositata lo scorso ottobre aveva riconosciuto che Kabobo non era totalmente incapace di intendere e di volere ma soltanto semi infermo di mente, perché soffre di una forma di ''schizofrenia paranoide''. Inoltre, nelle scorse settimane, il tribunale del Riesame, aveva detto "no" al trasferimento di Kabobo in un'ospedale psichiatrico giudiziario.

L'11 maggio scorso il ghanese aveva ucciso a colpi di piccone il giovane Daniele Carella di 21 anni, Alessandro Carolè di 40 anni e il pensionato Ermanno Masini di 64 anni. Ora parleranno i legali dei familiari delle vittime e poi i difensori di Kabobo, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno. Non si sa ancora se oggi arriverà la sentenza o ci sarà un rinvio ad altra data.

 
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ci rimettono sempre gli innocenti

Post n°1097 pubblicato il 10 Marzo 2014 da casilli2010
 

Oltre 4,3 milioni di bambini sfollati interni, intrappolati nel conflitto in Siria, subiscono tutti i giorni le gravi conseguenze di un sistema sanitario al collasso e hanno disperato bisogno di cibo, medicine, supporto psicologico e un riparo sicuro.

Due ospedali su 3 sono distrutti o inservibili, come il 38% delle strutture mediche di base, e quasi tutte le ambulanze. La metà dei medici ha abbandonato il paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 è un medico in grado di affrontare le emergenze. Ad Aleppo, una città che, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe avere almeno 2.500 medici, ne sono rimasti solo 36, per assistere più di 2 milioni di persone.

Tra i circa 575.000 feriti nel conflitto, sono tanti coloro che vengono condannati alla disabilità. Molti dei feriti che giungono quotidianamente negli ospedali sono bambini che arrivano spesso con ferite profonde o fratture esposte, e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all’amputazione di braccia o gambe, per evitare sanguinamenti letali e poterli così salvare. In uno degli ospedali dove opera Save the Children, il 24% dei pazienti ha meno di 14 anni. In tutto il paese, è più difficile o ormai impossibile fornire cure anche ai tanti bambini con malattie croniche, che sono parte dei 70.000 malati di cancro o dei 5.000 in dialisi, o di quelli affetti da leucemia.

La copertura dei programmi di vaccinazione nel Paese è crollata dal 91% dell’inizio del conflitto al 68% già dopo il primo anno di conflitto, e la polio, che era stata debellata nel 1995, ha oggi contagiato 80.000 bambini e si sta propagando silenziosamente, mentre i casi di morbillo e meningite sono in crescita. Affollamento nei rifugi e condizioni precarie di igiene sono causa dell’impennata dei casi di leishmaniosi - una malattia che colpisce gravemente gli organi interni, produce ulcere e può sfigurare per sempre - passata da 3.000 a 100.000 casi, e si segnala l’aumento delle infezioni gravi alle vie respiratorie, dei casi di dissenteria o di epatite.

In occasione del terzo anniversario dall’inizio del conflitto, Save the Children Italia, in collaborazione con il Comune di Roma, invita tutti a partecipare ad un importante e significativo evento di mobilitazione “Per i bambini siriani”, con appuntamento il 14 marzo alle 19.30 in Piazza del Campidoglio a Roma, dove avverrà l’illuminazione straordinaria della facciata del Campidoglio e centinaia di candele accese comporranno la scritta “Siria” sul piazzale. Interverranno: Ignazio Marino Sindaco di Roma, Isabella Ferrari, Ambasciatrice della partnership Save the Children-Bulgari, che ha recentemente visitato il campo profughi di Za’atari in Giordania, e Giovanni Allevi Ambasciatore di Save the Children. Sono stati invitati: Federica Mogherini, Ministro degli Affari Esteri, Jolles Laurens Rappresentante regionale UNHCR Italia.



Il rapporto - “Un prezzo inaccettabile: l’impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria”, è il rapporto presentato oggi da Save the Children - l'Organizzazione internazionale indipendente che lotta dal 1919 per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti - per fare luce sulle drammatiche conseguenze di un sistema sanitario fatto a pezzi dal conflitto. In Siria i bambini non muoiono più soltanto per le violenze subite ma anche a seguito di malattie e ferite che sarebbero state altrimenti prevenibili o curabili. Ma tra i più vulnerabili, ci sono i bambini non ancora o appena nati. 3 donne su 4 non hanno infatti più accesso all’assistenza per il parto, prima disponibile per chiunque (96%). Per il timore di un travaglio sotto le bombe, è raddoppiato il numero di parti cesarei (passati dal 19 al 45%), che avviene però spesso in condizioni mediche critiche. In una città sotto assedio, si è arrivati al 75% di parti cesarei. I neonati prematuri, o che necessitano comunque dell’incubatore, corrono rischi ancor più gravi, per i frequenti blackout dell’energia elettrica, che in un solo giorno hanno ucciso 5 bambini nell’area nord del Paese. La disabitudine all’allattamento al seno poi, praticato da meno della metà delle madri siriane prima del conflitto, provoca gravi conseguenze perché il latte artificiale non si trova più, e in alcune zone del sud si segnala l’utilizzo di acqua e zucchero per nutrire i neonati. Il collasso del sistema sanitario siriano, che negli ultimi vent’anni aveva contribuito ad abbattere la mortalità infantile fino a 15 bambini ogni mille nati, in linea addirittura con il 4/o Obiettivo di Sviluppo del Millenio, obbliga purtroppo gli operatori sanitari ad eseguire in alcuni casi pratiche mediche brutali ed estreme. Oltre alle amputazioni, evitabili in altre condizioni, l’assenza di anestesia ha spinto alcuni pazienti a richiedere di essere addormentati con il colpo in testa di una barra di metallo, mentre spesso brandelli di vecchi vestiti sono le uniche “bende” disponibili per le ferite e sono veicolo di infezione, o si è costretti a praticare trasfusioni di sangue incontrollate e fortemente a rischio.

 
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LA BELLEZZA SCINFITTA DAL MALE

Post n°1096 pubblicato il 10 Marzo 2014 da casilli2010
 

GROSSETO - La Maremma piange una delle sue bellezze: Martina Murziani, 28enne bellissima miss di Roccatederighi, vicino Grosseto. La ragazza non ce l'ha fatta a sconfiggere il male che l'affliggeva da qualche anno, nonostante il carattere solare e allegro che le ha permesso di lottare fino all'ultimo.

MISS Una vita passata tra le passerelle, fino alla più ambita: quella di Miss Italia. Martina vi partecipò nel 2007, anche se il suo fisico mozzafiato e il suo splendido sorriso non convinsero i giurati

 
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