PRESENZA

LA DOMANDA DI ESSERE

L'attesa del Natale è una domanda di essere. Una disarmante domanda di essere. Una disarmante domanda di consistenza. Noi dipendiamo radicalmente. Dipendiamo in questo preciso istante. Dipendiamo sempre. Immaginiamo di esser niente, in questo momento di essere niente e di uscire dal niente. Dal niente è venuto fuori l'essere. Noi ci siamo e ci imbattiamo con la realtà che grida in ogni istante il suo significato. Il Natale è questa attesa struggente di un abbraccio totale. Non c'è nulla di più grande e più misterioso di questa attesa. L'attesa del Natale è una domanda di essere. L'attesa è dentro tutte le nostre contraddizioni. Con tutte le nostre presunzioni, con tutte le nostre fisime. Con tutta la nostre vigliaccate.Egoisti come sempre eppure sempre in lotta. Con tutta la presunzione di farci da soli. Con tutto il nostro orgoglio. Con tutta la nostra debolezza mortale. Con tutta la nostra pigrizia e la nostra inerzia. L'attesa di un fatto, di un evento, di un incontro che ci abbracci. L'attesa del Natale è l'attesa del compimento dentro il riconoscimento di essere creatura. Che tenerezza ci vuole per attendere. Che umiltà ci vuole in questo periodo di Avvento. Che umiltà ci vuole per attendere un Bambino. Che semplicità ci vuole per riconoscere che siamo bisognosi di tutto. Che semplicità di cuore ci vuole per riconoscere che siamo mendicanti. Bisognoso dell'essenziale. Bisognosi dell'essenziale. Bisognosi del respiro accolto e abbracciato. Che semplicità di sguardo ci vuole per guardare tutta la nostra povertà ed invocare l'Infinito che si è fatto carne.