"Si squarciassero i cieli e Tu scendessi" è il grido del profeta Isaia che decrive il cuore dell'uomo in attesa. Non un cuore generico. Il mio cuore e il cuore oggettivo di ognuno. Nessun sentimentalismo. Assoluto realismo. Si squarciassero i cieli è un grido carnale di un uomo vero che attende. E' il grido di uno che vuole consistere. Si squarciassero i cieli e Tu scendessi. Il bisogno del cuore di essere preso, rifatto, guarito, alleggerito. Il nostro mettere mano alla fatica della giornata è questo grido dentro tutta la durezza e la tenerezza del tempo che passa. Questo grido è per il compimento della nostra umanità. Vogliamo compierci per essere, per consistere, per una pienezza totale. Desideriamo che possano compiersi le persone che amiamo , il lavoro della giornata, i figli che guardiamo, il sorriso che impastiamo pieno di gratitudine al Mistero. Desideriamo che il gusto per la vita sia continuamente alimentato. E chi aspetta guarda le cose con interesse. Chi aspetta guarda le cose con tenerezza e senza angustia. Da questo guardare può balzare il fatto , l'evento risolutore dell'attesa. Da questo stare dentro le cose può balzare l'avvenimento che ti costringe a ripartire pieno di stupore e commozione. In fondo ad ogni cosa, ad ogni ora, ad ogni istante attendiamo un avvenimento. Un avvenimento ti fa percepire fino in fondo quello che sei e quello che desideri al di là degli sguardi distratti e abituati. L'avvenimento ti fa ripartire lieto. Si squarciassero i cieli e Tu scendessi.
Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
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il 02/12/2010 alle 19:22
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il 01/12/2010 alle 15:43
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il 31/10/2010 alle 16:08
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il 20/08/2010 alle 19:02