In che cosa speriamo? In chi speriamo? In che cosa speriamo quando ci alziamo la mattina? E chi ha vissuto dei decenni in che cosa spera? Che cosa alimenta la nostra vita? Nessuno riesce a censurare queste domande. Quando apriamo gli occhi la mattina il silenzio ci aiuta a ridestare queste semplici domande. Un rapido sguardo all'agenda ci mette soggezione. Gli impegni ci preoccupano e cerchiamo di spostare l'ettenzione su altro. Sembra che la giornata sia affidata alla nostra riuscita. La nostra riuscita diventa protagonista. La sera tornano i bilanci. La sera ci aiuta a rovistare dentro le facili speranze. Abbiamo sperato di mettere a posto la nostra vita. Abbiamo sperato di sistemare le cose. Abbiamo sperato nella risoluzione di alcuni problemi. Speriamo che le cose funzionino. Speriamo di spegnere i conflitti nel luogo di lavoro. Speriamo che il nostro lavoro rafforzi l'identità personale. Il nostro io si aggancia a banalità. La speranza è riposta in situazioni che dovrebbero migliorare e far crescere l'io. La sera ci restituisce la verità dell'esperienza. Abbiamo risolto vari problemi nel lavoro ma il nostro cuore è inquieto. Continui a rincorrere diverse banalità. Hai fatto diverse riunioni di staff per monitorare l'ambiente di lavoro. Hai scritto diverse lettere. Hai risposto a delle mail. Il tempo è trascorso e chiede ragioni adeguate per continuare a scorrere e sperare. Il tempo chiede sapore e non si accontenta delle banalità. Il tempo che passa ha bisogno di significato. Quando arrivi alla fine della fiera ti ritrovi punto e a capo. Hai risolto, hai sistemato, hai lavorato, hai chiuso questioni anche complesse eppure torna quella strana inquietudine che ti ridice: e allora? Dove poggi te stesso? Dove poggi il tuo capo? Dove poggi il tuo cuore? Dove poggi la tua speranza? Non possiamo ignorare l'esperienza. Non possiamo trascurare l'io che rincorre continuamente situazioni nuove per aggiustare il tiro. Con le nostre mani non possiamo darci la felicità e la speranza. "Con le nostre mani, ma con la Tua forza" diceva Bernardo di Chiaravalle. Il tempo ha bisogno del compimento. L'io ha bisogno del compimento. Il nostro cuore ha bisogno di compimento. La nostra attesa ha bisogno di compimento. Quanta libertà dobbiamo mettere in moto per riconoscere Chi può compiere la nostra vita.
Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
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il 02/12/2010 alle 19:22
Inviato da: AmmiraglioLanglais
il 01/12/2010 alle 15:43
Inviato da: liber14
il 31/10/2010 alle 16:08
Inviato da: liber14
il 20/08/2010 alle 19:02