Ieri mi hanno invitato a Senigallia al terzo appuntamento del ciclo di incontri "Universo giovani: una domanda di educazione. Ho raccontato delle esperienze di educazione. Ho raccontato brandelli di vita in azione. Ho insistito sulla carnalità dell'educazione come avvenimento. Non teorie. Non una nuova teoria pedagogica. Non una generica "educazione alla legalità". Dopo il terremoto c'è da ripensare tutto. Siamo tutti terremotati da una cultura che non accompagna più l'io. Tutti siamo consapevoli della frammentazione dell'io. C'è bisogno di una avvenimento. "L'avvenimento" come diceva Finkielkraut commentando Pèguy "è un'irruzione del nuovo, è l'introdursi di un inizio nuovo". E' nell'avvenimento che qualcosa di nuovo entra nella nostra vita: non previsto, non definito prima, non voluto da noi come disegno da realizzare. Dobbiamo con attenzione guardare dentro la storia personale e collettiva se è accaduto un avvenimento così. Ora quest'imprevisto è accaduto. Dio, il destino, il mistero è diventato un avvenimento nella nostra esistenza quotidiana: questo è il cristianesimo. Questo avvenimento oggi può accompagnare il terremoto dell'io. L'educazione è introduzione alla realtà totale. Come è possibile essere introdotti alla realtà se non affondiamo sul suo significato?
Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
Inviato da: angeloluciorossi
il 02/12/2010 alle 19:22
Inviato da: AmmiraglioLanglais
il 01/12/2010 alle 15:43
Inviato da: liber14
il 31/10/2010 alle 16:08
Inviato da: liber14
il 20/08/2010 alle 19:02