Siamo copia dell'infinito. Senza speranza vanifichiamo l'infinito. Senza speranza siamo ripiegati su noi stessi. Senza speranza diventiamo sempre più insicuri. In un mondo ripiegato su se stesso è necessario l'irrompere della bambina speranza. Proprio in coincidenza con il boom degli oroscopi e dei pronostici, che caratterizza l'ìnizio del nuovo anno, Benedetto XVI ci ha invitati a non affidarci alle previsioni di qualsiasi natura, comprese quelle economiche, ma di riporre la propria speranza in Altro. Il punto non è una generica religiosità o un fatalismo ammantato di fede. La questione centrale è la speranza. E la speranza chiede la nostra libertà. Senza speranza non c'è futuro. La certezza di un presente ti rende certo di un futuro. La speranza come certezza in una cosa futura poggia su tutto il nostro passato, poggia su tutta la nostra memoria, poggia sul Destino che ci conduce a riconoscere il senso del nostro viaggio sulla terra. Dobbiamo incalzarci sulla nostra speranza personale nel presente. Il nostro presente è un dono. Siamo continuamente fatti. Siamo di fronte ad una realtà data. La sensazione della sorpresa nasce guardando tutto ciò che ci circonda. La realtà è un dono misterioso che ci supera continuamente, un dato di cui non possiamo disporre. Il nostro cuore dice che l'oggetto del cuore c'è. Le nostre esigenze, le esigenze del cuore pretendono d essere esaurite. La domanda invade tutto il nostro io di fronte ad un nuovo anno. Siamo copia dell'infinito.
Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
Inviato da: angeloluciorossi
il 02/12/2010 alle 19:22
Inviato da: AmmiraglioLanglais
il 01/12/2010 alle 15:43
Inviato da: liber14
il 31/10/2010 alle 16:08
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il 20/08/2010 alle 19:02