PRESENZA

SIAMO TUTTI STRANIERI

La battaglia di Rosarno scuote il nostro torpore borghese. Spari sugli immigrati: quattro feriti, due gravi. Napolitano: basta violenza. Maroni: troppa tolleranza. E' necessario un approfondimento. Mai si può giustificare la violenza da parte di chiunque. Sono necessarie domande per andare oltre i luoghi comuni. Siamo di fronte a duemila clandestini della città di cartone arrivati in Italia per raccogliere agrumi. Arrivano a ottobre o a novembre e se ne vanno a marzo Questi braccianti irregolari vivono nella Rognetta, una ex fabbrica dentro il paese, un'area che anni fa ospitava l'Opera Sila, a Gioia Tauro. Le condizioni igieniche sono pessime. Gli immigrati vivono come animali. La fa da padrone il caporalato che è un fenomeno di sfruttamento della manovalanza con metodi illegali. La mattina gli immigrati sono caricati come bestie prima dell'alba e sono condotti nei campi a lavorare la terra e a raccogliere agrumi per venticinque euro al giorno. Naturalmente i "caporali" pretendono una percentuale della paga giornaliera. Questo fenomeno esige indignazione. Sono come pietre le parole di Hamed: "Noi siamo qui per lavorare la vostra terra, per darvi le arance e i mandarini che ogni giorno trovate sulle vostre tavole. Ma la nostra vita è maledetta". Oggi non ho mangiato nemmeno un mandarino. Le condizioni di vita subumane degli immigrati interrogano la nostra coscienza culturale e politica. Come uomo delle istituzioni di questa Repubblica provo un certo disagio di fronte alle parole di un ministro che parla di troppa tolleranza. Ci siamo rassegnati all'intolleranza. Certo, c'è bisogno di mettere dei paletti. E' necessario che chiunque arrivi nel nostro Paese tenga conto della nostra storia e della nostra tradizione. Dobbiamo correggere un certo "multiculturalismo" che tende ad azzerare le identità culturali. Dobbiamo aprire alle identità arricchite. Dobbiamo ripensare l'accoglienza degli stranieri soprattutto a scuola. Ognuno al suo lavoro.