PRESENZA

L'OPERA DELLA VITA

Conoscenza del linguaggio, ma non del silenzio. Siamo bombardati da mille manifestazioni. La mia scrivania è invasa da decine di inviti. La Settimana mozartiana a Chieti, la XV Rassegna dell'editoria abruzzese, la settimana della cultura a Montesilvano, Il Festival dell'anima a Francavilla, tra le più importanti manifestazioni. Sono stato perfino rimproverato da un mio collaboratore: "ti sei perso la presentazione del libro di Maurizio Costanzo!". Ieri sera è stato presentato a Pescara. La tartaruga: un manuale di sopravvivenza...Niente da fare. Il mio tempo l'ho impiegato in compagnia di Eliot. Altro che manuale per la sopravvivenza. Si moltiplicano le manifestazioni e cresce sempre di più una sorta di estraneità a noi stessi. Dove si può ritrovare la persona? Dove si può ritrovare una compagnia che non censuri il desiderio? E' un incontro che suscita la personalità, la coscienza della propria persona. In mezzo a tanti inviti ho raccolto quello del mio amico Lorenzo. Questa sera al Banco Alimentare si ritroveranno decine e decine di "opere sociali" con un titolo provocatorio: "La tua opera è un bene per tutti". Un incontro che racconta l'avventura di tanti protagonisti che costruiscono a mani nude e con il cuore pieno. Le città hanno bisogno di questa presenza. Presenza solo presenza. Mnoranze creative che ricostruiscono un popolo. Ho davanti la provocazione di Eliot:"Se gli uomini non edificano/come vivranno?". Le prime parole della Straniera nei Cori da La Rocca designano con realismo ciò che è la vita umana. Essa è "fatica", è la fatica di compiere un'opera. L'uomo è il lavoratore alle prese con la fatica che comporta l'opera della vita.