LA BELLEZZA SALVERA' L'ITALIA

Post n°863 pubblicato il 30 Novembre 2011 da angeloluciorossi

Cara Rossella,

la Bellezza salverà le nostre esistenze e il nostro Paese. La Bellezza salverà l'Italia. La Bellezza salverà la nostra scuola. Non ci salva un moralismo. Non ci salva una predica o un'analisi. Siamo troppo scaltri. Siamo diventati troppo scaltri. Ci siamo abituati alle parole. Sembra che non debba succedere niente. Non attendiamo più. Non siamo colpiti da una febbre di vita.Le nostre domande fondamentali non sono più a tema. Eppure, abbiamo incontrato una Bellezza, dei volti, della gente, un popolo, dei fatti. Abbiamo toccato con mano anche dei volti risorti dentro tutte le difficoltà della vita. E' necessario chiedere aiuto. Abbiamo bisogno di una moltiplicazione di volti, di mani, di braccia, di cuori, di teste, di amore. Non ci salverà un discorso. "Chiamiamo bello ciò che visto, piace", attira, attrae e conquista. Non possiamo permetterci di fermarci all'abitudine. E' necessario che la stessa realtà susciti un'attrattiva permanente. Non ci serve consumare le cose. Per questo ho rilanciato in questi giorni le "Giornate della Bellezza" nel mio Liceo. Per 2 giorni (il 13 e il 14 dicembre) lavoreremo su questo tema con la città. Avremo come interlocutori tante facce e soprattutto luoghi per far memoria di ciò che salva il nostro io e il nostro popolo. Desidero che la scuola attraverso un lavoro si riapra all'educazione viva e vera. Senza sentimentalismi ed estetismi. C'è bisogno di salvare le nostre povere esistenze affogate dal nulla che tutto divora. La Bellezza salverà il mondo e la nostra scuola. La scommessa è ripartita. E' in ballo la ragione, è in ballo il cuore, è in ballo la nostra stessa civiltà. Ciao angelo

 
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ADDIO BIZZO!

Post n°862 pubblicato il 04 Novembre 2011 da angeloluciorossi

Addio Bizzo! Ti saluto con le lacrime agli occhi. Ho appena ricevuto la notizia da Enrico della tua morte in un maledetto o benedetto incidente. Lacrime salate impastate di dolore e di ricordi per quel periodo che abbiamo vissuto all'Aquila nella "Città dei ragazzi". Ti ricordi? Abbiamo vissuto in quei giorni la più bella storia del mondo, la sola grande storia, la sola storia che nel mondo genera gioia anche nel dolore. In poco tempo è successo per grazia tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere il dolore, la vita e la morte. Sei stato straordinario con i ragazzi dell'Aquila. Con i gesti e le imitazioni (Quanti animali hai imitato?) raccontavi di te e dell'unica speranza che ci fa consistere in questo povero mondo.Raccontavi della speranza carnale che gira per le strade piene di polvere e di dolore. Raccontavi la più bella storia del mondo: il cambiamento del cuore. La morte non può essere l'ultima parola. La morte non è l'ultima parola. La tua morte è illuminata e nessun incidente, nessun terremoto può cancellare la Resurrezione. Non abbiamo timore davanti alla morte perchè non abbiamo paura del nulla. Quello che ti è successo richiede eternità. Dietro la tua morte non c'è il nulla e la disperazione. Le lacrime si asciugano con una vera e sicura speranza. Un abbraccio fortissimo. Tuo angelo

 
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COSA TIENE ACCESE LE STELLE

Post n°861 pubblicato il 11 Ottobre 2011 da angeloluciorossi

Cara Rossella,

ti scrivo per segnalarti il bel libro di Mario Calabresi con un titolo significativo: Cosa tiene accese le stelle. Si tratta di storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro. Calabresi per definire il malessere che viviamo e capire quale sia la strada per uscirne, ha ricomposto i frammenti di un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era sempre accesa una speranza, e di un presente così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l'esempio di chi non ha mai smesso di credere nel futuro. Storie di uomini per ricominciare a guardare il presente come gravido di avvenimenti. Storie per stare di fronte alla realtà con uno sguardo positivo. Non ha caso Calabresi cita Giacomo Leopardi: "Questo tempo è gravido di avvenimenti... non lo sprecate...ora è il tempo...O in questa generazione che nasce, i mai. Abbiatela per sacra, destatela a grandi cose, mostratele il suo destino, animatela" (Dell'educare la gioventù italiana, Recanati, 1818-20). Un impegno, un entusiasmo, una scommessa per il presente lanciato verso il futuro. L'impegno e l'entusiasmo delle "minoranze creative" che non si fermano alle cose che non vanno o alle tante contraddizioni del presente. Un lavoro, una testimonianza, un impegno a costruire nel presente nei luoghi dove siamo. Questo è realismo. Si riparte sempre dalla realtà spinti da un ideale più grande di noi.

un abbraccio angelo

 
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L'AVVENIMENTO DELL'EDUCAZIONE

Post n°860 pubblicato il 07 Settembre 2011 da angeloluciorossi

Cara Francesca,

domani gli studenti rientrano in aula. Non ti nascondo l'emozione e la gioia per questo nuovo inizio. In questi giorni ho scritto una lettera aperta agli studenti su un quotidiano nazionale per invitarli a ripartire dal cuore. Non possiamo permetterci di ricominciare l'avventura della scuola senza scuoterci dal normale torpore quotidiano. Questa mattina ho riletto a diversi docenti quella poesia straordinaria di Cesare Pavese intitolata

 Disciplina:

I lavori cominciano all'alba. Ma noi cominciamo

un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi

nella gente che va per la strada. Ciascuno ricorda

di esser solo e aver sonno, scoprendo i passanti

radi - ognuno trasogna fra sé,

tanto sa che nell'alba spalancherà gli occhi,

Quando viene il mattino ci trova stupiti

a fissare il lavoro che adesso comincia,

Ma non siamo più soli e nessuno più ha sonno

e pensiamo con calma i pensieri del giorno

fino a dare sorrisi. Nel sole che torna

siamo tutti convinti. Ma a volte un pensiero

meno chiaro - un sogghigno - ci coglie improvviso

e torniamo a guardare come prima del sole.

La città chiara assiste ai lavori e ai sohhigni.

Nulla può dubitare il mattino. Ogni cosa

può accadere e ci basta di alzare la testa

dal lavoro e guardare. Ragazzi scappati

che non fanno ancor nulla camminano in strada

e qualcuno anche corre. Le foglie dei viali

gettano ombre per strada e non manca che l'erba,

tra le case che assistono immobili. Tanti

sulla riva del fiume si spogliano al sole.

La città ci permette di alzare la testa

e pensarci, e sa bene che poi la chiniamo".

 

La leggerò in ogni classe per sottolineare lo stupore dell'inizio e dell'apertura a qualcosa che accade dentro qualcosa. Basta alzare la testa. Non possiamo ricominciare la più grande avventura della terra presi dalla paura e dal disgusto. Come può la nostra vita essere unita? Come mettere insieme le vacanze e lo studio, la fatica, il sacrificio e il disagio con la bellezza della vita? Staremo insieme per questo. Staremo insieme per ricordarci che l'esperienza educativa è possibile quando si rischia con tutto l'io. La vita è una promessa di grandezza che non si può perdere. Per questo ci vuole un ideale. Ci vuole qualcosa di più grande di sé nella vita, a cui appartenere e rispondere. Un ideale, un'amicizia, una fatica, un sacrificio vissuto tra i banchi di scuola per cambiare l'io e il mondo. Le forze che cambiano la scuola sono le stesse che cambiano il nostro cuore. Mi piace concludere ancora con il caro Pavese:

"L'unica gioia al mondo è cominciare. E' bello vivere perchè vivere è cominciare, sempre ad ogni istante".

Buon Anno scolastico! angelo

 

 
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UN MOVIMENTO NELLA SCUOLA ITALIANA

Post n°859 pubblicato il 24 Maggio 2011 da angeloluciorossi

Cara Francesca,

avverto sempre più l'esigenza di andare a fondo nel mio lavoro. Desidero vivere all'altezza del mio desiderio. Per questo sto chiedendo sto domandando agli amici con insistenza:da dove riparte il desiderio? Abbiamo perso la voglia di cercare la felicità. Da qui l'esperienza grida ad un lavoro sul mio cuore e sul cuore degli alunni. E' vero che le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo.Da tempo mi ripeto questa frase nell'esperienza e nei mille tentativi che vivo nella mia scuola. Il Rapporto Censis 2010 ha individuato la natura della crisi in un "calo del desiderio" che si manifesta in ogni aspetto della vita. Abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di cercare la felicità. Abbimao meno voglia di guardare al futuro. Domani, sarò relatore in un convegno a Carate Brianza e per la prima volta con molta nettezza griderò l'esigenza di un "movimento del cuore nella scuola italiana". Insisterò con tutta la forza che ho nel ripetere che l'educazione è una risposta decisiva alle domande dell'uomo sulla situazione attuale. L'educazione riguarda il senso stesso dell'esistenza e la sua comunicazione attraverso la testimonianza di chi ha cominciato a farne l'esperienza. Mai come oggi è necessaria un cuore vivo. Mai come oggi è necessaria una ragione aperta. Non possiamo permetterci più di trascurare i desideri di verità, di bellezza, di bene di cui è fatto il cuore dell'uomo. E' vero quello che diceva Pèguy:"La crisi dell'insegnamento non è crisi dell'insegnamento, è crisi di vita". Pensavamo di poter ridurre l'educazione alla trasmissione di conoscenze, di dati, ma questo non è bastato per continuare ad interessare i ragazzi e quello che hanno davanti. E' necessario un cambiamento. Un movimento dal basso che riparta dal cuore. E' necessaria una fame di vita che riparta dal cuore e dalle sue domande per troppi anni censurate da un nichilismo gaio. Un movimento che comunichi un senso per vivere, studiare, amare, soffrire e morire. Un movimento dell'io che ridesti l'attrattiva per la vita. Occorre un nuovo inizio nelle nostre aule, nelle nostre scuole. E' possibile ripartire senza schematismi.E' possibile comunicare una modalità vivente di rapportarsi al reale. Presenza solo Presenza. Un abbraccio angelo

 
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