Creato da prupittog il 07/07/2008
VOLUME ATAGONISTA

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

Piazza_delle_Erbetizia70filtrenzo61.sorrentinoladyhawk6
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 20 Luglio 2008 da prupittog
 

PIANO PAOLO,LA BANDA 22 OTTOBRE,DERIVE
E APPRODI,2008


Che il volume abbia dimensioni
assolutamente spropositate rispetto agli eroici furori di una decina
di persone-ex partigiani,ex cattolici dissidenti,ex iscritti al
pci-che ,ispirandosi a Marighella, erano in buona fede convinti di
assestare un colpo mortale allo stato imperialista, costituisce il
frutto di una evidente mancanza di senso della realta' analogo-per
gravita'-a quello commesso dai 'guerriglieri metropolitani' della
banda del 22 ottobre.L'autore non e' in grado di comprendere che la
durata dell'azione rivoluzionaria del gruppo armato fu cosi'
breve-dal 70 al 71-da meritare al massimo una decina di pagine.La
notorieta' acquisita dalla banda del 22 ottobre fu dovuta non tanto
agli attentati incendiari , a quelli dinamitardi o alle interferenze
radiofoniche quanto all'appoggio di cui godettero da parte di
Feltrinelli e di Soccorso Rosso.Ad ogni modo, il percorso biografico
che l'autore ci dettaglia-ponendoli implicitamnete sullo stesso
piano di Marighella,Che Guevara o dei Tupamaros-illustra chiaramente
come soggetti frustrati e fanaticamnete ideologizzati possano
rappresentare-se decisi a compiere azioni armate-un pericolo per la
societa' civile.Nel caso della banda del 22 ottobre la
destabilizzazione operata fu talmente irrrisoria-rispetto p.e. a
quella della Br-che in un paese con un maggiore coordinamneto tra le
forze investigative sarebbe stata superata nel giro di pochi
mesi-.Quanto ai documenti posti in appendice questi hanno non una
valenza storica ma una importante valenza psichiatrica poiche'
provano quanto diffusa fosse una visione allucinatoria della realta'
indipendentemente dalla estrazione sociale o dal curriculum
studiorum.Ad ogni modo-a parte le legittime richieste di Ottone e
l'esatta percezione della realta' di Pansa-l'operato della
magistratura fu ineceppebile considerando la guerra civile che in
Italia era oramai in corso dal sessantotto.


GAGLIANO GIUSEPPE

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 20 Luglio 2008 da prupittog
 

CONTRO
L'UNIVERSITA'(BOATO-CAPANNA-ROSTAGNO-VIALE-INTERNAZIONALE
SITUAZIONISTA-DUTSHKE-WEINBERG)-MIMESIS EDIZIONI 2008


Se da un lato lo sguardo degli autori
si rivela lucido,dissacrante dall'altro lato -a causa del fanatismo
ideologico al quale aderirono-si dimosta o miope o cieco soprattutto
quamdo Fanon,i Mir e la teoria del foco guerrigliero diventano
alternative praticabili per innestare il processo rivoluzionario
all'interno della societa' occidentale.Discorso analogo per quanto
concerne la previsione della fine del capitalismo certezza che gia'
Marx aveva in pieno ottocento!Ebbene,al di la' delle osservazioni
relative alla demistificazione del piano di studio-letto
correttamente come esempio di distribuzione del potere-,a quelle
relative al perverso nesso tra universita'-partiti e oligarchie
militari industriali-oggi piu' solide che mai nonostante le
aspettative contrarie della contetsazione!-,alle critiche rivolte al
ruolo dei seminari universitari letti giustamente come vivaio di
leccapiedi , a quelle riguardanti l'universita' come luogo per
eccellenza della manipolazione ideologica e della integrazione
sociale-osservazione questa valida soprattutto per le facolta'
tecnico-scientifiche,a quelle riguardanti il legame inscindibile tra
consumismo e mondo universitario o a quelle che stabiliscono una
equipollenza-in fondo corretta-tra psichiatri e poliziotti - lo scopo
finale di codesta “furia” iconoclasta fu di una lapassiana
evidenza:la conquista del potere,la sostituzione delle oligarchie
tradizionali con quelle rivoluzionarie,la sostituzione di un luogo
atto all'indottrinamento con un altro per certi versi piu' fanatico e
dunque piu' intransigente del precedente.Si pensi, ad esempio, a come
le critiche di Capanna risultassero ridicole poiche' avevano la
pretesa di imporre ad una universita' privata e oltrettutto
cattolica un modus operandi analogo a quello di una universita' di
tipo sovietico.Le reazioni del rettore Franceschini-pienamente
comprensibili- furono assai equilibrate e ben lontane da qualsiasi
estremismo!Per Capanna-in ultima analisi- si trattava di porre in
minoranza la composizione politica del cda e conquistarne la
maggioranza per conseguire un controllo capillare della
universita'(ciance pluraliste e tasse esose a parte!).Quanto alla
alternativa proposta dalla IS di sostiuire la logora democrazia
rappresentativa-nei confronti della quale a destra come a sinistra
furono sollevate critiche insuperabili sul piano teorico gia' con
Platone ed Aristotele-con quella consiliare sulla falsariga di quella
della Comune di Parigi, fu risibile gia' nell'ottocento e lo era
ancora di piu' negli anni sessanta del novecento.Ed e' proprio sul
fronte delle alternative indicate dagli autori che il buon senso
abbandona I neocomunardi fino al punto di indurli a non saper
distinguere il mondo reale da quello di carta! Osservare che il
mondo reale abbia preso una direzione esattamente contraria significa
in fondo compiere una osservazione scontata che tale non e' per
l'editore milanese che -nonostante siano trascorsi trent'anni-ha
serenamente riproposto vecchi e logori slogan.Che dire poi di tutti
coloro che hanno ben assimilato le tecniche di demagogia e di
condizionamento ideologico tra una assemblea ed un' altra finendo o
negli scranni parlamentari e/o universitari accanto agli stessi che
disprezzavano o nelle patrie galere-e in modo sacrosanto!-per reati
di terrorismo?Ma anche questa parabola -che suscita un misto di
commiserazione e scherno-la storia l'ha gia' conosciuta troppe volte
perche' la si possa ancora una volta ignorare.





GAGLIANO GIUSEPPE


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 17 Luglio 2008 da prupittog
 

MATTEUCCI NICOLA,SUL
SESSANTOTTO,EDIZIONE RUBBETTINO 2008





Complessivamente la interpretazione
della insorgenza populista sessantottina non si discosta da quella di
Romeo e di Montanelli se non per alcuni tratti assolutamente
specifici quali, ad esempio, l'accentuazione della dimensione
filosofica e una moderazione maggiore nelle osservazioni critiche.Ma
vediamo di procedere nel dettaglio.In primo luogo, amche
l'autore-come Montanelli e Romeo-osservo' l'assoluta incapacita'
politica della classe dirigente nel riuscire a dare un assetto
giuridicamente moderno all'universita';in secondo luogo ,pur
riconoscendo la necessita' di un confronto con la generazione
contestataria, osservava sia l'ambiguita' tattica del movimento
studentesco -agire attraverso una rivoluzione politica tutta interna
alla universita' o agire prendendo spunto da quella vietcong?-che
quella politica-movimento rivoluzionario o socialdemocratico?In terzo
luogo,l'autore aveva ben chiaro il gioco ambiguo promosso dal Pci:da
un lato una critica severa al movimento dall'altro lato la volonta'
di riassorbirlo.Analizzando poi il linguaggio e i referenti
teorici,l'autore non poteve sottarsi dal rilevare come il lessico
fosse denso di demagogia e come la lettura di Marx,Lenin e Sorel
fosse stata compiuta in modo superficiale poiche' finalizzata alla
ricerca di slogan piu' che di un quadro teorico in grado di
interpretare la realta' storica,D'altra parte, le stessi
interpretazioni formulatre dai sedicenti esperti sociologi non si
discostarono molto dalla vuotezza teorica rilevabile nei documenti
del movimento.Ad ogni modo,l'elemento che emerge con forza dalla
lettura fatta da Matteucci si puo' agevolmente sintetizzare nella
dicotomia realta'/utopia e nelle coppie dialettiche
autorita'/liberta,ragione/istinto.Ebbene, se per Matteucci la visione
palingenetica della rivoluzione era degna solo di commiserazione e le
dicotomie etiche sopra indicate erano tali solo per chi ignorava una
visione dialettica della storia di cui l'auote fu un insigne
esponente.


Che poi proprio nelle facolta'
umanistiche fosse sorta la protesta e si fosse difffusa, cio' non
rappresento' certo una coincidenza fortuita dal momento che il futuro
professionale al quale facevano riferimento- era ed e-' avvolto da
una fitta nebbia! Particolarmente vibrante fu la sottolineatura
fatta dall'autore a proprosito della costante esaltazione della
violenza che ricordava un Marinetti e un Sorel assimilati male e che
proprio per questo poteva essere foriera di conseguenze
drammatiche.,conseguenze che puntualmente si verificarono con il
settantasette.Quanto ai superstiti questi o annegarano nella massa o
si adeguarono alle regole del gioco politico che avevano disprezzato
fino al giorno precedente.Infine,con grande lungimiranza -frutto
della conoscenza della storia del nostro paese-Matteucci formulera'
una previsione che non tardera' a concretizzarsi:la democratizzazione
dell'Universita' si sarebbe conclusa -cosi' commentava l'autore-nella
distruzione sistematica di ogni meritocrazia che avrebbe consentito
la promozione non dei meritevoli ma dei soliti furbi che si
sarebbero serviti di partiti e sindacati per il loro
tornaconto.Insomma, una rivoluzione che partita da Che Guevara si
concluse o negli scranni parlamentari o nel sottobosco del parastato.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

PSICOUTOPIA

Post n°1 pubblicato il 07 Luglio 2008 da prupittog
 

CLAUDIO SCUTO.PSICOUTOPIA,EDIZIONE
ARMANDO



E' difficile sottrarsi-anche ad una prima lettura-dall'impressione
di trovarsi di fronte ad un cumulo di luoghi comuni che spaziano
dall'anticapitalismo all'antipsichiatria per giungere a formulare una
utopia dai contorni vaghissimi e sostanzialmente effimera.Per
l'ennesima volta i nostalgici del sessantotto e del socialismo -e
l'autore e' a tutti gli effetti uno di questi-non ci risparmiano gli
elogi acritici nei confronti di Marcuse e della psicoanalisi sulla
cui legittimita' l'autore non pone alcuna ipoteca(nonostante
Popper),nei confronti del movimento operaio iconizzato dalle parole
dell'autore.Non sorprende allora che emerga una visione bipolare
della realta' :da un lato una utopia che dovrebbe avere il compito di
cambiare la realta' e dall'altro lato il feticismo della
merce,l'erotismo banalizzato e ridotto a pornografia.Pensieri
-questi-triti e ritriti tipici di chi stenta ad avere una propria
visione del mondo e preferisce attuare un collage- piu' o meno
coerente- di pensieri altrui.Quanto all'utopia proposta questa -al di
la' della retorica-si concretizza nel servirsi della scuola -l'autore
e' infatti un insegnante – quale luogo privilegiato per compiere
operazioni di indottrinamento su larga scala affiancate dalla
realizzazione di piccoli gruppi-eterogenei per eta'-che dovrebbero
progressivamente scardinare l'ordine costituito.Non posiamo che
rivolgere all'autore i nostri migliori auguri in attesa di una nuovo
messia.Ci auguriamo soltanto che questa utopia non si trasformi in un
'altra distopia.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963