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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 24 Luglio 2006 da LaPanceraRosa

Il Codice da Vinci (USA 2006) regia: Ron Howard - col/149 min

Con: T. Hanks, A Tautou, J. Reno, I. McKellen, P. Bettany, A.Molina

Sceneggiatura di A. Goldsmith, dal romanzo omonimo di Dan Brown

La prima cosa che dovrebbe venire in mente ad uno spettatore qualsiasi, alla visione di questo film? Semplice: e il Vaticano è insorto, chiedendo ai fedeli di disertare le proiezioni, per un filmaccio di serie B come questo??

Ma per favore…un insopportabile pasticcio narrativo, con un Tom Hanks improbabile, una Tautou che avrebbe fatto meglio ad astenersi dal tentativo recitativo (pare che la sua unica dote sia aprire la boccuccia e sgranare gli occhi sorpresa: va bene farlo un paio di volte, non per un film intero..) un Paul Bettany semirriconoscibile platinato alla Jean Harlow com’è.

E poi: la sequenza di Fibonacci, il Louvre notturno, i vari dipinti e affreschi di Leonardo da Vinci, i Templari, Gerusalemme, la Maddalena, i Custodi di Sion, l’Inquisizione, la caccia alle streghe, antichi papiri segreti (scritti in inglese, ovvio), sir Isaac Newton e chi più ne ha…fortunatamente, pare che Albert Einstein, il presidente Kennedy e lady Diana, siano stati risparmiati...

Non mi pronuncio sul romanzo omonimo, non avendo avuto il “piacere” di leggerlo, ma la sceneggiatura di Goldsman è più che altro un incubo.

Non un solo punto storico di Parigi è stato risparmiato(o forse, nella confusione, mi son persa Notre Dame?) mescolando storie dai Vangeli a quelle mediovali (Malleus Meleficarum compreso, ovvio), il tutto condito da indovinelli e anagrammi indegni pure della Settimana Enigmistica per principianti…

Howard cerca di leggere questo convulso guazzabuglio, con riprese fantasiose, giravolte in steady-cam, sovrapposizioni di immagini, riprese in dolly dall’alto e dal basso, zoomate spiraleggianti, il tutto inserendo in dissolvenza o in multivision ricostruzioni d’epoca –rigorosamente in CG- nel contesto moderno, senza peraltro dare maggiore pathos o giungere da nessuna parte. Il tutto, in un mattone semi-insopportabile di 2 ore e mezza…

Spezzo una lama in favore del povero Reno, attore di grande carisma ma qui costretto in un ruolo insulso, che gli va evidentemente stretto (Jean Reno, massiccio commissario francese, attivista dell’Opus Dei?? Ma andiamo..)

L’unico punto rilucente in questo assurdo filmaccio, è il grande, grandissimo sir Ian McKellen, che con la sua bravura incomparabile riesce a far risplendere le scene in cui è presente (nonostante i tentativi –risibili- di Hanks di rubargli la scena). Ma quella di McKellen è classe, caro Hanks, altro che “bambacionamenti”american style.

Che dire…confesso di essere felice di aver visto il film gratis, cosi ke almeno ho la soddisfazione di non aver ingrassato, nel mio piccolo, le tasche ne di Brown, ne di Hollywood.

Ron Howard farebbe meglio a ritornare (se mai ci è andato, cosa di cui dubito fortemente) a scuola di Cinema e di porre maggiore attenzione alle storie in cui si imbatte, perché (ma forse non se ne è accorto) ne è passato di tempo dalle allegre storielle di Happy Days…

 * Da perdere senza rimpianti

 

 
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