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« La piazza della vergognaNuovo presidente dell'a... »

Alla ricerca della responsabilità oggettiva.

Post n°168 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da catsnap
 
Foto di catsnap

 

 

Luca Abbà, uno degli esponenti più noti
del movimento "No Tav" e proprietario
di uno dei terreni, è rimasto ferito durante
l'operazione di recinzione dell'area per
il cantiere dell'alta velocità Torino-Lione.
Abbà, con altri quindici esponenti del
movimento che si ribella alla costruzione
della ferrovia, si trovava alla baita Clarea
per "sorvegliare" il cantiere in vista degli
espropri.
Quando ha visto l'inizio delle operazioni
di recinzione dell'area, Abbà ha scalato
un traliccio della luce; ma nell'operazione
avrebbe inavvertitamente toccato i fili della
corrente. Precipitato, è stato soccorso dagli
agenti e trasportato all'ospedale. Le sue
condizioni sono molto gravi. Questo il quadro
ufficioso dell'ospedale: "E' stato colpito da
elettricità a media tensione, muove le gambe,
è cosciente e orientato. C'è una sospetta lesione
interna con versamento, vasta emorragia interna,
probabili fratture a sterno e costole, ustioni di
secondo grado".

La La tremenda tragedia consumatasi in

questi giorni
del dimostrante no tav

folgorato
e caduto dal traliccio cui

era arrampicato impone

una seria riflessione.

Il rivendicare i propri diritti è legittimo, protestare

contro qualcosa o

qualcuno che potrebbe ledere o coercere la nostra

dignità o vivibilità

è sacrosanto.

Tutto nella norma se la protesta seguisse i canoni

della legalità e pienezza del

rispetto del diritto della controparte di turno.

E' molto frequente che qualcuno imbocchi il

sentiero della violenza e

dell'irresponsabilità comportamentale e da qui

iniziano tutti i guai della

società civile danneggiando e coinvolgendo

 l'intero paese.

Cercherò di essere più chiaro; sono

pervicacemente convinto di quello che

scriverò; è la chiave di volta di tutti i problemi

della società italiana e che

ne condiziona pesantemente i comportamenti e l'attendibilità dello stato

di diritto.
Fatti i salvi i comportamenti virtuosi e rispettosi

 della legalità, come su citato,

in Italia non esiste il principio della responsabilità

oggettiva.
Responsabilità oggettiva significa che ogni

 cittadino, in qualsiasi veste,

privata o giuridica, imprenditore, politico, giudice

 e uomo dell'istituzione deve,

lo sottolineo, assumersi la responsabilità dei suoi

atti in tutto e per tutto.
Abbattiamo questo muro di qualunquismo, di pressapochismo che permea

qualsiasi decisione presa riguardante la pluralità

della popolazione.
Abituarci a porre in essere comportamenti virtuosi

e consapevoli nel prendere

decisioni coinvolgenti, sapendo che nell'ipotesi di

errore si paga in prima persona.
Il politico che vive di luce riflessa o all'ombra di un

 partito non può essere una

variabile indipendente che non rende conto

all'elettorato e in alcuni casi neanche

al partito.
I servitori dello stato che occupano posti di rilievo,

 devono essere persone

responsabili e non essere additati solamente come percettori di astronomici

emolumenti.
I magistrati devono essere chiamati a un severo

impegno di equità e giustizia

che siano loro stessi i primi critici censori del loro amministrare la giustizia,

riconoscendone gli errori ed omissioni.
I cittadini in genere, in qualsiasi condizione,

lavoratori, pensionati studenti,

garantendo i loro diritti devono essere responsabili

del rispetto delle regole di

convivenza sociale e amministrativa.
Estendo questo principio anche a chi, a vario titolo soggiorna e opera nel nostro

paese, essendo non italiano ad accogliere questo

senso di responsabilità oggettiva

che deve essere coinvolgente anche per loro.
Penso che assimilando in modo radicale questo

 concetto, tutti possano dare il

contributo per cercare di migliorare questo paese

che faticosamente si vuole che

stia nel novero delle civili democrazie europee.

 

 

 

 
 
 
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