Creato da asia601 il 12/09/2006
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ho perso le parole

Post n°16 pubblicato il 20 Settembre 2007 da asia601

Non so che scrivere, non so che dire.

Potrei solamente far parlare il mio cuore, ma strano non c'è.

Non so dove sia andato.

Al suo posto un lieve dolore e un vuoto.

Ho una nube grigia che mi copre la testa fino agli occhi.

E voglia di dormire, di stare distesa sul letto, con un libro aperto che non leggerò..

Ho perso le parole, e mi rieccheggia in testa il brano di Liga.

Eppure ce le avevo qua un attimo fa....volevo dire cose.....

Non so che dire.

Non so che scrivere.

Oggi qualcuno mi ha detto sei forte, dentro hai una forza..ed io in silenzio lo ringraziavo perchè qualcuno me lo doveva ricordare..

Ora non so, se sono forte non so.

Ora non ho le parole. Solo il silenzio dentro ed intorno.

Ho voglia della mia casa e rinatanarmi là..

 
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Giusto sia così

Post n°15 pubblicato il 14 Settembre 2007 da asia601

E' giusto che sia così, che i sogni si infrangano sulla scogliera o finiscano su un bagnasciuga.

Il termine del mare è l'inzio del mare.

Il termine di un qualche cosa è l'inizio di altra cosa.

E' giusto sia così, farsi prendere dal desiderio di vita, magari rubando, magari nella penombra, perchè le emozioni genuine e schiette vanno a cercare il sole, i tradimenti vanno a cercare la penombra o il buio.

Ho voglia di disegnare, dipingere, scrivere.

Ho amato sempre scrivere, come un'ossessa, in furor estatico, con empatia. Entrando nelle persone, sviscerandole e uscendone. Mi cibavo insaziale, instancabile.

Come sei? Cosa sei? Provo sottile sensuale piacere di saperlo.

E  sono di nuovo a scrivere e a creare.

Perchè ho pianto di nuovo e asciugato il pianto e ho riso.

Riesco a tradire tutto, ma non riesco a tradire la mia vita.

 
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il tempo di mitigare

Post n°12 pubblicato il 29 Maggio 2007 da asia601

E' giunto il tempo di mitigare.

Di raccogliere l'orlo dei pantaloni fino alle ginocchia, di annodare la camicia in vita e mettere un cappello di paglia a falda larga per il sole e..raccogliere quello che si è seminato.

Che sensazione gradevole sentirsi una donna.

Prendere delle decisioni, saper recidere i rami secchi, sapersi autorigenerare, lo so fare.

La mia mano carezza la mia stessa mano, e sto bene con me.

Mi sorrido e mi parlo, prendo iniziative e mi vivo.

Ho atteso tanto questo momento ed ora il momento è giunto.

Mi sento donna.

Mi sento mia.

 
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Una insolita sensazione

Post n°11 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da asia601

Una insolita sensazione.

Credo che la vita mi chiami con le sue seduzioni, tutte.

Fino a ieri sono stata voluttuosa, inebriata da novità che mi hanno fatto volare con la mente. Le ho seguite ed inseguite, ne sono rimasta "immielata", impantanata, lascivamente presa.

Chi ero? Credo una mistress.

Oh Asia, il tuo continente è smisurato e un centimetro quadrato non può essere tutta l'Asia, sciocco chi crede di aver avuto un continente intero, mentre io avevo concesso un angolo della Mesopotamia.

Un volo libero, un volo ingabbiato, un volo legato..si vola anche da legati.

Quanto sono ricca oggi? Quell'angolo di terra che avevo concesso mi è stato ridonato con un pezzetto di Europa..So fare bene i miei conti.

I guitti crederanno di essermi donata troppo ai sofisti, i sofisti rabrivideranno pensando di potermi sporcare troppo con un guitto.

Io ho usato entrambi, guitti e sofisti, per la mia fame di vita.

Sono molto di più di quello che voi pensate di me.

 
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una sedia con le ruote

Post n°10 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da asia601

Ho percorso il tuo percorso, scendendo la rampa per disabili dopo essere uscita dal ristorante.

Avevo mangiato la tagliata e bevuto troppa birra.

Ho aperto le  braccia e finto il rumore dell’elicottero e sono scesa volando.

Il percorso era a zig zag, e alla fine una macchina era parcheggiata davanti all’uscita.

Lì ho compreso che il mio corpo ci sarebbe passato, ma il tuo no.

Il tuo corpo è per metà automatizzato. Una divinità greca moderna, mi fa sorridere il pensiero.

La metà della tua bellezza sta su una sedia con le ruote.

Non ho mai guidato una sedia con le ruote, eppure tu sai guidare tanto bene il mio cuore e i miei disagi esistenziali, come si spiega?

 

Il mondo va veloce.

Oh si, questo è il periodo storico delle velocità, anche internet deve essere sempre più veloce, e i blog pieni di immagini e di  grafica. Perché leggere fa impiegare tempo, l’immagine è rapida e non “ruba” tempo.

Il nostro prezioso tempo, quello tutto da spendere e consumare, quello tutto da ingoiare intero, divorare, vivere.

Ora dimmi, tu come lo spendi il tuo tempo?

La tua sedia con le ruote ha fatto di te un uomo migliore, ti ha salvato.

Pazzi sclerati, uomini d’affari insoddisfatti che provono gioia con donne sempre più giovani o sempre più piccole, essere umani che non sanno più camminare e vivono la metà del loro tempo su un attrezzo a quattro ruote e si dichiarano non disabili. Intanto sbraitano nei traffici cittadini, costruendo pensieri nefasti e negativi che si assommano e volano e si moltiplicano.

Bambini innocenti, strattonati alle prime ore del mattino, perché la donna si è evoluta e disbriga affari  prima prettamente maschili, oppure semplicemente perché devono sedersi per ore ad una sedia di ufficio con le rotelle e vivere la loro giornata disbrigando pratiche ipnotizzate davanti al pc e,  anche loro  si definiscono non disabili.

Dimmi ancora, come lo spendi il tuo tempo?

Te lo chiederanno sai?

Ti diranno come fai a stare seduto? E avranno panico e sensi di colpa a guardarti, perché la loro anima dannata li chiama fuori nel turbinio, nel caos, nel traffico cittadino, nella spesa ai megasupermercati il sabato pomeriggio, negli stadi, nelle file al rientro del fine settimana sull’autostrada.

Fanno la fila anche fuori negli ambienti giudiziari, perché sanno sfasciare così bene le famiglie accontentando un proprio egoismo.

Te lo dico io come spendi il tuo tempo, con l’umiltà e la pulizia di un cuore che si è salvato dalla follia collettiva, e testimonia con la sua sedia come si può diventare un uomo migliore accettando la sofferenza.

Tienimi stretta la mano, tu non hai avuto paura quando hai capito che il mio cuore a volte è su una sedia a rotelle e non sa camminare, e non vuole camminare.

Ho visto volare la tua essenza, e andava alta, e correva, e mi prendeva in braccio ed io semplicemente ti ho chiamato papà. Quello che non ho mai avuto.

 

 

 
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