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« (continua) ..la felicita...Sale e pepe »

...la felicita' non si aspetta a stomaco vuoto...

Post n°153 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da rodabea

- Luca??!!?? ..Luca!! dai su'! Buongiorno, devi metterti i calzettoni di lana pesante blu!
 
Mia madre mi tormentava sin dal mattino , sin dalle prime luci dell'alba quando ancora il sole non era che luce soffusa tra le nuvole ancora intinte dei colori della notte..
Amavo tanto star rannicchiato dentro le mie lenzuola , ..sentire il calore del mio corpo che aveva riempito il letto, e la voce di madre era come quelle delle cornacchie che al mattino cercano,gracchiano,svolazzando di tetto in letto e ti punzecchiano..
 
Era ancora la sua voce a tormentarmi:
 
_ ..il maglione blu e' nel cassetto, invece i pantaloni te li ho portati in cucina per dargli una stirata veloce, sbrigati, e' tardi!
...daii su' sveglia!!..Sbrigati!...
Io Continuavo a sognare campi estesi di girasoli gialli e grandi e corse senza fiato, libere  mentre quelle ultime stridule parole mi rimbombavano nell'orecchio...
Poi la luce..solevimmagineando piano prima una palpebra e poi l'altra.
.
Mia sorella dormiva  nella mia stessa stanza ,..lei pero' era molto piu' quadrata di me , si vestiva ordinatamente ,..dava i suoi 100 colpi di spazzola ai suoi lunghi capelli e si spruzzava ogni mattina due goccie di colonia.
Ecco ,..questo mi piaceva...mi svegliava in maniera piu' morbida.
 
Mi alzavo intontito ogni mattina,..non cercavo mai abiti puliti,...cercavo gli abiti lasciati a terra la sera prima , e per questo mia madre mi puntava la sua voce contro svegliandomi come fa' un cannone ...
I pantaloni avevano due taglie in piu' , e io nei miei sedici anni non avevo ancora sviluppato il mio corpo cosi' come tutti gli altri amici che a scuola eran gia' piu' alti e piu' muscolosi di me, ..il mio corpo  era rimasto minuto,avevo le spalle piccole, mani piccole, occhi da adolescente e il cuore colmo di perche'...
 
La mattina pero' iniziava , e infilatomi i calzoni facevo una colazione veloce,...
..poche cose,..mangiavo in piedi due fette di pane bianco imburrato...  e perennemente in ritardo sui tempi e sugli orari ogni mattina rischiavo di perdere il treno che mi portava al liceo.
 
Mia sorella Letizia invece veniva accompagnata da mia madre in universita' , ..e questo aveva dato modo a loro di far nascere ancor di piu' un legame solido , fatto di confidenze di due donne che crescevano insieme quotidianamente ,mentre io sentivo un distacco sempre maggiore e mi rendevo conto di crearlo da solo,....
i miei perche' taciuti mi facevano sentir solo....sempre piu' solo ...
Nessuno in realta' sapeva che dentro di me di me mi sentivo piu' donna che adolescente maschio, e mi sentivo emarginato dal mondo per non poterlo dire.
 
I pantaloni ,....perche' per esempio i pantaloni di una taglia in piu' e una cinta stretta fin l'ultimo buco del passante? , perche non potevo mettere una gonna quello che in cuor mio desideravo?..
..perche' le mie mani erano cosi' bianche , affusolate e delicate e dentro di me sentivo grandi pulsazioni verso un mondo femminile?..
..tutto questo era un vortice ,e il vortice stesso  mi portava a guardarmi dentro, cosi', nonostante la volonta' e la capacita' di apparire cio' che non ero mi sentivo diverso,..profondamente diverso da tutti i miei compagni...
 
  
La campagna si estendeva oltre le finestre dell'aula e a volte mi perdevo tra mille sogni di potenza e grandezza, volevo diventare qualcuno, forse un uomo, non lo sapevo, ero cosi' confuso.
Sognavo il mio domani ,..sognavo le corse fuori con i compagni fino a perdere fiato ,..sognavo di capire i miei perche' e non esisteva piu' aula , professore o compagni ,..esisteva la mia liberta'...
Solo gli occhi di Cecilia sapevano distrarmi dai miei sogni, lei mi vedeva dentro anche se non parlavo, mi accarezzava...
 
Cecilia e' una ragazza in gamba, quando mi guarda con i suoi occhioni azzurri e il suo sorriso io mi perdo , lei mi capisce, capisce i miei sogni , le mie speranze , le mie incertezze, le mie paure, ed e' la sola che non ha paura di ascoltare le mie paure, la mia verita'....
Quando mi confido e dentro di me voglio provare a sentirmi donna, e lei non ha paura di guardarmi quando io divento cio' che sono. E' l'unica a non averne.
 
Quando poi mi chiamava, quando pronunciava Luca  la  sua voce sembrava che volesse quasi impadronirsi dei miei pensieri,.e anche il mio mondo di solitudine spariva ...
Era lei di nascosto agli altri mi faceva provare l'ebrezza d'essere importante.
 
_ Luca!! ...Luca??? Svegliaaa!!
...sai dirmi dove siamo e a che punto siamo arrivati della lezione??
 
Una risata si sollevo' nell'aula e tutti notarono la mia totale mancanza d'attenzione....
Guardai il professore scosso un po' da quella brusca frenata dei sogni e con voce ferma cominciai a parlare della lezione che di tanto in tanto avevo sentito sussurrare , senza accorgermi che il discorso si era completamente trasformato, e nulla centrava il mio dire.....
Arrosii', ma poi, non me ne importava poi molto d'essere deriso
Ogni volta mi promettevo di star coi piedi per terra in aula ,..ma non ci riuscivo, i miei voli immaginari mi rapivano e navigavo con Cecilia in mille mondi  diversi...ora felici e ora liberi, perche' solo lei sapeva, e solo lei poteva capirmi e vedermi felice.
 
La campanella per fortuna mi salvo' da quella  terribile figuraccia, e Cecilia sorridendomi mi fece cenno con l'indice  indicandomi di uscire per chiaccherare con lei...solo quell'indice mi bastava per non arrossire piu'.
Era il momento piu' bello di tutti, potevo liberarmi e raccontare tutto, dirLe tutto,...lei ascoltava e io l'affascinavo.,..lei seguiva i miei sogni e li cavalcava, e quasi si rendeva conto che la felicita' era dentro, e che bastava seguirla.
 
Una volta le avevo anche confidato all'orecchio che avevo "sentito " vibrazioni forti allo stomaco per Mauro, e che forse mi ero innamorato di lui,  e lei mi aveva confidato che forse avrebbe accettato le avance del professore ...
I nostri segreti erano complici ,...erano legati da un amicizia che non aveva paura di mostrarsi totalmente, cosi' com'eravamo senza vincoli e senza inganni di nessun genere.
 
_ Sai Luca...
Il tono della sua voce era sempre molto confidenziale, e m'incantava.
Cecilia si avvicinava al mio viso ogni volta che mi confidava un segreto e io diventavo il "deposito dei suoi desideri"...
 
_ ..Luca,..forse oggi mi lascero' andare sai?...forse ascoltero' il professore, e se mi chiedera' ancora di prendere un caffe' , accettero'....
 
_ sicura  Cecilia?...e' un professore ..., non e' un ragazzetto bullo,...tu hai 17 anni , sei minorenne ..pensaci....
 
_ Luca,... metti in guardia me, Luca??....e tu puoi fermare lo stomaco quando senti Mauro vicino?...Il mio non si ferma quando mi guarda, che colpa ne ho?
 
_ ..no Cecilia va' da solo e scuote anche il cuore,..ma io sento...non esprimo nulla , e poi su'...per favore,...Mauro non e' come me...e' diverso...,..se sapesse forse mi farebbe diventare lo zimbello della scuola...
 
_ ..si!...ma non ti limiti...lo desideri in silenzio...
...io invece ho deciso di vivere! ..i suoi 35 anni non sono tanti, sono tantissimi e' vero...ma ci sfioriamo da sempre, ci guardiamo come anime libere...
Io le piaccio come lui piace a me, capisci?
..io "sento lui dentro" ..e i miei 17 non li calcolo...., ne facciamo una questione di matematica?,....
 
Adoravo Cecilia...trovava sempre spunto di riflessione , sempre un modo per gestire la sua liberta', e da lei imparavo a non comprimere, a non trattenere nulla...
Eravamo arrivati a una soglia di confidenza cosi' intima che Cecilia mi regalo' una gonna e a casa sua chiusi nella stanza piu' volte avevo anche provato ad indossarla...
Lei mi faceva volare, mi faceva diventare cio' che gia' ero...
..nel cielo dei suoi occhi azzurri io trovavo l'amore infinito di chi conosce il modo per rendere felici le persone...
 
  
Il senso di ogni cosa puo' trasparire dalla vivacita' di un'emozione e le persone felici ti guardano e sono capaci d'illuminarti il mondo intorno.
Ecco , Cecilia mi guardava cosi'...
 
_ senti  Ciliegina .. ( il nomignolo in quell'attimo era giusto per Cecilia)...ma tu sai che le minorenni non posso permettersi una serata con il proprio professore , e sopratutto non possono farsi mordicchiare?...
 
_ Senti pistacchio ...tu lo sai cos'e' la felicita?...
 
_non chiamarmi pistaccio Cecilia!...cos'e' la felicita'?..e ti sembra una domanda su cui non ragionare e riflettere?...ti sembra forse che la felicita' sia a portata di mano con uno schiocco di dita?...no!..non e' cosi' semplice...
..non conosco la felicita'.. ho solo 16 anni....e mi voglio giocare tutte le carte della mia vita puntando in piu' direzioni...amici , l'amore, casa...forse l'universita'...voglio metterci una sistemazione sentimentale va'...ci puo' stare?...si credo!, ma tu credi che tutto combaci come nelle favole?..No Cecilia..non e' cosi'....
..ahh la felicita' ..
sospirai quasi chiedendola al cielo......Mi sa' tanto che nemmeno noi sappiamo quale direzione sia quella della felicita', e spesso non riconosciamo la via giusta.
Tu Cecilia troppi corteggiatori e pochi sogni,io troppe mete e troppe speranze, troppi segreti chiusi tra lo stomaco e il cuore.
.
_..Vedrai Luca!...ho la vita in pugno e tu hai la tua...vedrai che combinero' !!!...Vedrai che combineremo!
 
Furono queste ultime parole di Cecilia a rimanermi dentro , e spesso mi accompagnavano nelle mie giornate e si ripetevano, tutte racchiuse in un sola parola "Felicita'"...
Nel corso degli anni io mi impegnai a diventare un uomo tutto d'un pezzo , ...conquistai un diploma ,..arrivai  all'universita' , ottenni la laura e Cecilia la persi di vista.
Ci distaccammo poco per volta, senza dirci mai addio...mai.
Furono circostanze di vita ,...la sua con un indirizzo completamente diverso dal mio, ma la stessa felicita' lanciata per aria  sapevo ritornare dentro di lei ogni giorno, e sapevo, anzi speravo con tutto il cuore che quel "Vedrai" urlato e pregato a Dio, fosse poi realta' per lei ...
 
Ogni tanto ricevo delle lunghissime lettere da Imperia dove aveva deciso di abitare e ripeteva sempre la stessa frase per concluderle .." vedrai che combinero' ...saro' felice"..e a dire il vero le sue lunghe lettere dicevano appunto di una vita molto piena...
...pero' in cuor mio leggevo altro, e non capivo perche' stavo male ogni volta che ricordavo i suoi occhi azzurri...
Non c'era felicita' in quelle lettere , io potevo sentirlo...non capivo pero' perche' Cecilia si nascondeva con me....Mi chiedevo a volte se la nostra era diventata una comune amicizia, e non un "deposito di noi stessi".
 
Io le raccontavo ogni cosa..con debolezza persino,..mentre lei si celava dietro righe interminabili di stronzate e non entrava mai dentro di se per dirmi la verita'....
..non scriveva mai sono felice,...mai...
 
La vita mi aveva riservato poche gioie, e la mia omosessualita' non era ancora venita a galla, nonostante io frequentassi ghetti di emarginati dalla societa' solo perche' "moralmente diversi".
Cominciai anche un rapporto di lavoro nuovo con Mauro ,nemmeno a farlo apposta c'eravamo laureati entrambi in giurisprudenza .
Ci serviva uno studio per risparmiare sulle uscite e cominciare cosi' una nuova realta' dopo i mille sacrifici , ora era la vita e il lavoro non piu' i libri ad aspettarci, e tutto questo era ancora Mauro e io insieme. Era vita.
 
Mi sembrava persino impossibile che nel corso degli anni Mauro non si fosse mai chiesto perche' avevo messo da parte vita privata per studiare e ottenere il massimo ,..perche' l'avevo cercato per aprire uno studio insieme.
Forse non si era mai accorto che lo guardavo con dolcezza.
 
La mia , purtroppo , era una falsa amicizia e rilegavo dentro tanti sogni che solo Cecilia sapeva...
 
Il 12 Maggio cosi' cominciai questa mia nuova avventura .
Uno studio mio. Nostro.
Naturalemente fu' per me motivo di grande orgoglio scriverlo a Cecilia,..e le mie lettere ,..le prime intestate con il mio nome scritto in calce,..furono proprio per lei...
Lei , nella sua piccola citta' , aveva intrapreso una vita fatta di viaggi e partenze su navi da crociera e spesso mi raccontava di amori veloci e impossibili ,..di straordinari e bellissimi paesi  che vedeva.
Scriveva spesso che non le mancava nulla, ma subito si smentiva con frasi dolcissime e piene di solitudine....
"...Luca vorrei un bambino...ma dove lo trovo se manca la materia prima?...un uomo che mi ami, forse non cerco piu' e faccio un bambino senza padre"
Si tradiva con frasi dolcissime che mi ritrovavo addosso per settimane...che desideravo per me, tra i tanti sogni anche io d'esideravo un bambino, ma le mie circostanze rendavano la mia "paternita'" sporca agli occhi degli umani, come se il mio cuore poi non potesse amare essendo un diverso.
 
Decisi dopo qualche giorno di associare il mio primo viaggio di lavoro a una visita a sorpresa a Cecilia,...anche se la sorpresa in se' mi stava stretta,..ma sapevo poi che l'avrei chiamata a un passo da casa sua per annunciare il mio arrivo, io volevo sentirla solo felice...
..quella tanto agognata felicita' ristretta in un abbraccio di un amico...
..era  un gesto semplice ...e io volevo sentirle dire "sono felice"...
 
 
Il viaggio in treno da Milano a Imperia  fu' terribile, gli odori, le maldicenze di una donna che mi era seduta vicino mi avevavano stordito.
In stazione mi fermai in un bar per prendere un caffe' e chiamai Cecilia per annunciare il mio arrivo.
Pochi minuti dopo mi chiamo' anche Mauro, e io cominciai a sentire forti pulsazioni al cuore.
Mi spaventava un po' tutto questo,..era la prima volta che mi allontavo cosi' tanto da lui, che cercavo l'affetto di una donna, l' interesse per me era una sorpresa, era forse una gioia il sentirlo preoccupato per me.
Era la prima volta che Mauro mi chiedeva della mia vita privata. Fino ad allora tra non c'era stato che studio, lavoro...mai vita privata, avevamo separato le due cose e non so' perche', ma le distanze c'erano, quella telefonata le spazzo' via tutte, e tra noi due la voce confidenziale, quasi imbarazzata mi aveva quasi tramortito il cuore inaspettamente.
 
Questa semplice telefonata divenne un tarlo, mi chiedevo perche' mai mi avesse chiamato...
 
Arrivato in citta' cercai l'indirizzo e la porta di casa di Cecilia, fu' una sorpresa pero' vedere che aveva scelto un viottolo stretto e senza luce, pieno di odori forti e facce ai bordi della strada poco raccomandabili.
Cecilia cercava aria, luce, bella gente, sorrisi, e tutto questo non era scritto nei suoi sogni di ragazza. La realta' l'aveva portata in un vicolo scuro, e per un attimo mi si strinse il cuore di tristezza, ma avevo ancora la speranza dei suoi occhi azzurri che avrebbero parlato di felicita', di vera felicita'.
 
Trovai la porta e il campanello, una porta in noce chiaro, di legno intarsiato e una campanella sul muro cosi' leggera che dondolando con il filo di vento dava un tocco leggero, e toglieva il buio al viottolino.
 
Cecilia Cipollini.
Mi aveva fatto sempre sorridere il sui cognome, e una volta suonato cominciai a gridare come un forsennato il suo cognome.
 
_ cipolliniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii...Cipoliniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
 
Cecilia Aprii la porta di scatto con un sorriso piu' grande del suo viso e un secondo dopo l'avevo al collo. Mi stringeva cosi' tanto, cosi' forte che non riuscii' piu' a staccarmi.
Passammo piu' di 5 minuti abbracciati cosi' davanti alla soglia di casa,..come ebeti in preda a una beffa del destino. Piu' che amici. piu' di due anime che si ricucivano addosso tutto l'affetto che non avevano potuto manifestare da tempo, piu' di due persone sole al mondo che avevano potuto ricevere in quel momento tutto il bene il del mondo.
 
Sentivo le sue braccia sottili sul mio collo e le mani che mi accarezzavano di continuo la schiena, sentivo il suo respiro prima corto e poi profondo e lacrime che mi bagnavano il collo.
 Fu' forse quel respiro a farmi chiudere gli occhi e entrare dentro quell'abbracciuo cosi' sentito e dolce
 
Era da tanto tempo che nessuno mi abbracciava cosi', era da molto che nessuno si prendeva cura di me e del mio sentire, e oggi avevo gia' ricevuto due scossoni enormi di grande emozione,..Mauro che si era improvvisamente ribellato al mio allontamento da lui, e Cecilia che cosi' spontaneamente mi aveva curato dentro tutto il vuoto che da tempo era diventato quasi incolmabile.
Fu' lungo quell'abbraccio, e appena riuscimmo a staccarci l'uno dall'altra conquistai il suo sguardo e finalemente i suoi teneri occhi azzurri.
Fu' un secondo, e in quel secondo vidi che mi voleva bene davvero, che nessuno come lei sapeva aspettarmi e vedermi, che mi attendeva come se il tempo non fosse mai passato.
 
_Dai, su', entra...vieni, ho da farti vedere il mo nido...
 
Per fortuna Cecilia riusci' a spezzare tutti i pensieri che avevo avuto prima dell'abbraccio e con un sorrido dolcissimo mi apri' altre porte...
La casa era piccola ma molto ben tenuta, aveva molti oggetti provenienti da piu' parti del mondo, la cucina era stretta e nel lavandino c'erano i rimasugli di una cena della sera prima, poche cose...forse di una cena a due, mentre nella camera da letto tutto sembrava di cera.
Lei dormiva su un letto a una piazza e mezza e la sua "coperta" era fatta di tela verde che lei stessa aveva dipinto. Avevo riconosciuto la sua pennellata grezza e poco curata, e nell'insime della stanza tinta di un giallo tenue faceva venir voglia di sdraiarsi e di riposare. Credo che tutte le mie corse dei miei pensieri avrebbero potuto ritrovare ristoro su quella coperta piena del suo profumo.
 
Il giro turistico della casa fu' molto veloce,...
Ci sedemmo insieme sul divano, poi ancora una volta lei mi passo' le mani sui capelli accarezzandomi e guardandomi dritto negli occhi, e in quell'attimo la nostra confidenza dei tempi passati fu' come non avesse mai avuto fine.
 
-Raccontami di Mauro,..hai avuto il coraggio di accennargli che sei innamorato di lui?
_No!, non lo capira' mai forse,..Forse non ammette a se stesso che anche lui mi guarda, mi segue, mi cerca,..se prima non lo accettera' lui dentro di se' cio' che gia e', non potra' mai accettare me...E' una battaglia persa.
_ Non dire cosi',...l'amore gioca brutti scherzi, se son rose fioriranno non credi?...
_ Non credo che le mie rose siano gradevoli, ...non credo che le mie carezze sul suo corpo lo farebbero sussultare come le sue farebbero sussultare a me....non oggi perlomeno.
 Dai, cambiamo discorso,...dimmi di te...
 
In quell'attimo Cecilia abbasso' gli occhi, esattamente come nelle sue lettere sapeva che cercavo da lei la sua felicita', cercavo il vero senso della vita e cio' che lei realmente voleva...
Mi venne nuovamente vicino e mi bacio' le guance,..
 
_sei l'unico a chiedermi se sono felice sai?...l'unico al mondo...
_bhe', ti aspettavi cose diverse da me?..mi vuoi uguale agli altri? disattento o con la paura di vedere realta' che possono anche ferire o far male?...
Ho imparato in fretta sai, tutto in un filo di vita. Sono omosessuale non dimenticarlo, so' bene cosa vuol dire essere rifiutato dal mondo e cosa vuol dire cibarsi di bricciole che pochi sanno darti,....
Ecco, apprezza questo...io ti sto' dando me stesso esattamente cosi' come sono...
_ Vuoi davvero che io ti parli di me?...
_si!, esattamente come io ti parlo dei baci che sogno di dare a Mauro,..esattamente come ti dico che rido, o che piango, che sogno, che vivo, che realizzo le mie piccole rinvincite quotidiane.
 
Cecilia si alzo' e ando' verso la cassettiera, aprii' un cassetto e tiro' fuori un sacchettino minuscolo con un fiocco rosso che lo chiudevo, poi mi guardo' quasi commossa e si sedette ancora vicno a me tenendo quel sacchettino stretto tra le mani, come se fosse un cuore da regalare, da donare.
 
 

 
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Commenti al Post:
redelconsumismo
redelconsumismo il 27/12/06 alle 18:34 via WEB
Buona serata!! :-))
(Rispondi)
 
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