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« (continua) ..la felicita......la felicita' non si ... »

(continua) ..la felicita' non si aspetta con lo stomaco vuoto

Post n°152 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da rodabea

 gesto di Cecilia mi lascio' per un attimo un po' stupito, seguivo i suoi gesti e non capivo perche' era di colpo diventata cosi' seria, ma la lasciavo fare senza interferire perche' stava aprendomi porte che non avevo mai oltrepassato.

 
 
_ Cos'e' quel pacchetto'?..e' il ricordo di un uomo?
 
..sollevo' leggermente lo sguardo, senza dir nulla comincio' a slegare il fiocchino rosso e pian piano, con molta cura, tiro' fuori una carta. Non l'apri' pero'.
 Poi senza piu' alzare lo sguardo comincio' a parlare con un tono di voce piu' basso, piu' intimo, piu' vero.
 
- Ricordi il prefessore dei miei 17 anni, e della mia voglia di andarci a letto, e della mai irriverente incoscienza dell'eta' del liceo?
_si..    Non osavo dir nulla, ora ascoltavo
_con lui ho imparato a fare l'amore con l'anima,..non te l'ho mai detto, ma ci uscii' e ci finii' pure a letto. Le prime volte provai dolore mischiato a un senso di abbandono totale, poi, nel proseguire della nostra storia clandestina e sporca per gli altri, ci ritrovammo  a essere uno dell'altra. I suoi occhi avevano l'anima per me, cosi' come le sue mani, e cosi' il respiro e il suo odore. Tutto spelndido, cosi' come nelle favole, finche' sono rimasta incinta.
 
Con molta delicatezza aprii' la carta che era racchiusa dentro il sacchettino e mi mostro' le carte piegate e ripiegate mille volte, di un aborto.
 
_ ..perche' avete deciso di non far nascere il bambino se vi amavate?
_ perche' la paura, mio caro Luca, gioca brutti scherzi,...paura di perdere tutto, vita, sicurezze, faccia e persino quel benedetto e falso onore che tutti vogliono avere in tasca...e io Luca, di quel stramaledetto onore non so' cosa farmene ora....
Il mio caro professore si e' sposato con una coetanea, ha una famiglia del cazzo, e due cani che di tanto e in tanto porta a pisciare...
_..calmati Cecilia,..   
 
In tutti quegli anni, non l'avevo mai sentita bestemmiare, e vedere che si torceva l'anima mi faceva male al cuore.
 
_ ..bhe',...Vuoi ridere ora?...e se per strafottutissimo onore io ti dicessi che una volta mi sono scopato una donna?...rideresti di me?...Gia',..lo confesso, una volta mi sono scopato una donna!,
 
Finalmente vidi un cenno di sorriso negli occhi di Cecilia, e con un gesto afffetttuoso mi accarezzo' le guance scaldandomi dentro, dandomi quella tenerezza che nessuno voleva vedere.
 
_ ..cos'hai sentito, dimmi ti e' piaciuto?..
 
Arricciai il naso come i bambini, e poi cominciai a ridere tra in silenzio e lei rise con me.
 
- bhe',...non mi tirava!..ci credi che non mi si e' alzato?...niente! questa mi guardava e non capiva cosa stava succedendo, e per di piu', oltre essermi dovuto scusare con il classico mal di palle o di testa, la lasciai dicendo con altre mille donne avevo avuto erezioni fantastiche e che purtroppo il mio malessere mi negava la sua "benedetta patatina"....tho' ora ridi e fai uscire quel cavolo di risatina che stai trattendo!....
 
_ non sto' ridendo!
 
_ io si!, ...rido di quel fottutissimo onore che ci vuole come gli altri vogliono!
 
_ ma,..dimmi Luca,..e quando hai fatto l'amore la prima volta con un uomo che e' successo'?...hai avuto questa stramaledetta erezione?...
 
_ gia' la stramaledetta erezione e' andata male anche stavolta,...l'involucro , il mio corpo mi ha giocatoi un' altro tiro mancino, forse era piu' paura di vedere che stavo cosi' bene tra quelle braccia che sapevano capirmi e tenermi stretto che non m'importava di avere i brividi del corpo, ma di dare un senso a quello che sentivo e provavo...cosi'..zero, non feci nulla la prima volta
 
_ dai, sono curiosa...continua...
 
L'attenzione di Cecilia era diventata quella di confidente cosi' intima che non potevo tirarmi indietro da questo nostro sentire, e cosi' senza veli cominciai a raccontare di come il mio corpo si lascio' prendere da due labbra di uomo, da un cuore che gia' mi amava, e da un sesso uguale al mio.
Lei, al contrario di come mi aspettavo, non trovo' disgusto, ma bensi' mi gurdava negli occhi e guardava la mia anima mentre raccontavo di tanta paura, di tanta ansia, di tante piccole droghe della mente che mi avevano tenuto prigioniero in mondo che dovevo rispettare per onore e mai per amore.
Fu' la sua dolcezza a farmi parlare.
 
 
Cecilia si alzo' in piedi, fece vibrare un sorriso con gli angholi della bocca  ed espiro'con forza mentre il sangue affluii' anche alle natiche indolenzite, in effetti rimanemmo seduti molto, lo scorrere del tempo cosi' splendidamente speso, mi faceva sentire bene.
Il mio stomaco borbotto' in maniera evidente, e in effetti avevo cosi' fame che di colpo mi ricordai che dall'emozione di veder Cecilia non mangiavo dalla sera prima.
 
_ Bene!, mi sembra giusto dare cibo anche al corpo!..che ne dici, ci facciamo qualcosina?...
 
Alzandosi in piedi, davanti a me, mi mostro' tutta la sua femminilita' nel pieno di una freschezza ancora tutta da cogliere, e ne fui colpito. In cuor mio sapevo che se avessi potuto scegliere d'essere donna avrei chiesto in dono al buon Dio parte della sua anima, e parte del suo corpo. Era dolcemente donna e mi chiedevo com'era possibile tradire la sua passione, e quanti uomini avevano gia' tradito la sua anima. La sentivo stanca, dolcemente stanca nell'anima. Mi alzai in piedi inseguendo un pensiero veloce per Mauro, per tutte le volte che avevo avuto il suo sguardo nel mio e per tutte le volte che pur riconoscendo quell'intima poesia di due amanti, non riuscivo ad avvicinarmi a lui a dirgli tutta la verita' dei miei occhi.
 
_ Mi fido di te, che mi prepari?..o vado al sodo, e t'invito,... usciamo a cena?!?
_No, Luca,..gli altri mi portano a cena, tutti mi portano a cena fuori,...nessuno pero' entra fin qui dove sei arrivato tu,..vorrei stare qui, ...io, te..nient'altro...
Posso farti una domanda veramente stupida Luca?...
_si,...
 
In quell'attimo stesso pero' il mio telefono squillo' e nel fare il gesto di rispondere vidi la chiamata di Mauro..
 
_ -..e' Mauro,..Cecy...e' la seconda volta oggi!....
Avevo il cuore che batteva, non so'  perche' ma gia' prima di rispondere sapevo che non era una telefonata di lavoro,..uan di quele speranze che partono dal cuore forse,...
 
..dai, rispondi!, che aspetti che cada la linea???...
 
--si??....ahh si, ciao,.....sii siii' sto' bene...cecilia e' qui con me stiamo decidendo..si, non so' quando torno, ho predisposto per avere il tempo necessario anche per parlare con il cliente e andare in tribunale domani,..ma... matu tu dove sei?..
 
Mi allontanai un po' cercando quasi intiita', che da tempo sentivo nel cuore, e in quelle prime battute di quella telefonata uscii' un legame che esulava dal lavoro, anche Mauro sembrava diverso. Il tono della voce era ansioso, e nelle sue domande c'era piu' voglia di capire cosa stava succedendo tra me e Cecilia,e tutto questo mi faceva solo bene all'anima. Tutto questo sentire, mi fece dimenticare di essere davanti a lei, e sentii' solo la voce di Mauro che tutto sembrava fuorche' un collega. Lo sentivo, era per la prima volta mio. Mio d'anima, Mio  pensiero, Mio sentire, Mio vibrare e tutto questo nell'intimita' delle nostre voci lo sentiva anche lui.
 
 
 
  
La telefonata di Mauro si concluse dopo poche battute, e girandomi verso Cecilia la trovai falsamente distratta mentre cercava gia' di preparare la cena.
Mi guardava con la coda dell'occhio.
 Non osava chiedermi sfacciatamente com'era andata la telefonata, pero' si capiva che scalpitava e che aveva fretta di sapere.
Decisi allora di mettere tutte le carte sul tavolo e senza nessun imbarazzo mi avvicinai e cominciai a raccontarle..
 
_ ...e' strano sentire Mauro cosi', non vuole che io mi allontani, e non accetta che io mi avvicini,..non lo so' sai, sono confuso, ....questa telefonata mi ha confuso...
Io non avrei fatto un passo verso di lui,...ma oggi l'ho sentito diverso, ..geloso, possessivo..e la sua invadenza cercava la mia intimita'...Dici che dovrei sbilanciarmi?
..dici che quelle rose comincia a vederle e accetta anche le spine?,....Dio, vorrei crederci, dio solo sa' come vorrei credere che mi abbia solo pensato,...solo pensato...
 
_ Gia',...difficile ora dire cosa pensa, cosa vuole....
Cecilia  si giro' verso di me e mi punto' nuovamente i suoi occhi azzurri senza nessun imbarazzo, poi riempii' i polmoni di fiato e mi parlo' ancora...
 
_..abbiamo tanto parlato di felicita', ci abbiamo creduto cosi' tanto che tutti i nostri sforzi per raggiungerla mi sembrano cosi' giusti, e ingiustamente ripagati che nulla piu' mi stupisce....
..ho avuto uomini che mi hanno creato orgasmi cerebrali oltre che fisici, e notti turbate da acuti sensi di distacco,...e in quei momenti ho sempre pensato a noi, a me a te..alla felicita'...Al nostro crederci e volerla con tutta l'anima...
Io ci credo sai,...ora la sto' toccando anche se ci sono muri che sembrano invalicabili, pero' ti vedo, e vedo i tuoi occhi e le tue incertezze, ..ma cosi' come vedo tutto questo, vedo anche la gioia che ti ha dato una semplice telefonata....capisci che e' stato Mauro a chiamarti?..e' lui!, e' arrivata da lui,...nessuno sforzo, ti ha cer_ca_to!...
non credi che qualche interesse per te l' abbia,  e che tutto questo non e' poi cosi' distante come lo vedi tu?...dagli tempo,..un po' di tempo, ha gia' accettato la sua gelosia per te,..ha gia' accettato d'esserti amico da sempre, di starti sempre vicino,..e ti e' sempre piu' vicino.
 
La guardai scuotendo il capo lentamente, poi sorrisi e la baciai sulla fronte, mi era rimasto solo un filo di voce.....
 
_ ..pensiamo a preparar la cena, ..la felicita' non ci aspetta con lo stomaco vuoto....
 
La sera prosegui' come tra vecchi amici che di tutto potevano parlare, e ogni cosa si potevano permettere di fare,  passo' cosi' in fretta che nemmeno la coperta verde del suo letto mi convinse a dormire,...volevo tenerla stretta a me nelle mie braccia, volevo che per quel poco che potevo fare, lei sentisse tutto mio abbraccio, e io fui gratificato dal sentire il suo corpo rannicchiarsi nel mio.
Sentivo il suo corpo e la nudita' dei suoi seni piccoli e per un attimo fantasticai con lei e cominciai a regalarle nella mia mente carezze che non avevo mai provato a dare a una donna. Erano dolci, intense, sentite.
 Lei era l'altra meta' che mi mancava, e per pochi attimi la mia testa comincio' a fantasticare , come se quell'attimo fosse l'inizio della primavera.
FU' proprio in quel germogliare di pensieri puliti che comincio' a mancarmi il corpo di Mauro, ..le sue carezze, il suo orgasmo cerebrale e fisico,..ero brivido e cuore, e le labbra di Cecilia passione e calore.
Fu' proprio quel sentire che m'inebrio', e cio'  che mi stava dando Cecilia era nitido abbandono finche' divenne desiderio, tanto che lei stessa si accorse del bruciare della mia pelle...
Lei si strinse vicino a me cosi' tanto che tutte quelle emozioni mischiate mi infuocarono la pelle, e quella notte cominciai a fare l'amore incantato da tutto quello che provavo.
Quella notte, anche facendo l'amore con lei, la sofferenza e il desiderio di Mauro non sparivano, ma lasciai andare il mio corpo a quella dolcezza che mi aveva da sempre rapito.
 
La mattina dopo trovai Cecilia rannicchiata sul mio pett, il calore dei nostri corpi aveva riempito il letto, e i nostri odori si erano mischiati.
Sentivo ancora il sapore del suo corpo sulle mie labbra, pero' non ricordavo esattamente con che fliidita' ero riuscito a lasciarmi andare .
Non osai spostarmi di un millimetro, continuiai a guardare quel visino dolce che dormiva sul mio petto.
Fu' il telefono a svegliarla..
 
Appena sentito il telefono Cecilia si alzo' di scatto e con un balzo sguscio' fuori dal letto.
Rispose con una voce ancora intontita dal sonno e con la mente che cercava subito di focalizzare idee e contenuti per poter dar subito risposte.
 
..Buongiorno,...si si..non preoccuparti fra circa due ore sono pronta,...fammi un favore, passa tu a prendermi, non credo di potercela fare altrimenti , dovrei venire al porto in treno, e ora vuol dire perdere la nave,..
Ho qui a casa un amico e vorrei salutarlo senza cosi' tanta fretta.....si si, va bene.....grazie sei un tesoro. Ciao, ci vediamo fra un po'...
 
Una volta riagganciato il telefono si giro' verso di me e comincio' a ridere, era imbarazzata e contenta. Era un raggio un sole che puntava sul mio viso.
 
_ Luca,..non so' come dirtelo...
Io cominciai a ridere con lei, trattenendo tra le labbra il piu' possibile la risata..
_ ...posso rimanere ancora un po' per farmi  un bide'??? oppure hai cosi' fretta che  mi lasci la coperta verde che tanto adoro addosso ed esco subito?....
Uomo nudo con copertina verde naif a Imperia, titolo dei giornali di domani
 
Ridemmo entrambi come due bambini, e un secondo dopo Cecilia si tuffo' nel letto per prendersi un bacio.
 
_ ..Cecy,..io..non vorrei che tu...
_...stttttt...so' gia' tutto, non serve dir nulla, ..sei la persona piu' pulita che conosco,...siamo complici, siamo amici, siamo stati amanti...stttt....
 
Si prese un'altro bacio e scappo' sotto la doccia.
Io andai in cucina, avevo sete e fame, alzai un pochino il tono della voce  per farmi sentire e chiesi se potevo prendere dei piccoli biscottini messi al centro della tavola, sembravano caramelle e volevo i suoi sapori che amava tra le labbra. Volevo possedere un po' della sua quotidianita' ritagliata nelle piccole cose di ogni istante, e quei biscotti riempivano gusto e palato...e tanto cuore.
 
Lei usci' dalla doccia con solo in testa una grande asciugamano e una piccola attorciagliata sul corpo, tanto che cominciai a prenderla in giro chiedendoLe se non sarebbe stato meglio fare il contrario.
 Era da sempre una casinara, e quel corpo fasciato tra le asciugamani la rendevano una creatura da proteggere.
 
Un secondo dopo andai io sotto la doccia, e una volta uscito Cecilia mi stupi'. Mi aspettava fuori con un'asciugamano di panno bianco, che mi appoggio' subito sulle spalle,  si avvicino' a me con quei due occhi che volevano prendersi cura di me, e con quel gesto cosi' intimo mi mostro' tutta la sua dolcezza.
Nessuno si prendeva cura di me...lei lo fece senza pensarci, solo perche' lei era gia' cosi'.
 
_ ...ti ho preparato anche il caffe', e ti ho dato una stiratina veloce alla camicia,..oggi devi andare in tribunale e voglio che tu sia un figurino,...devi far girare tutti i maschietti piu' belli !.
 
Guardai a lungo i suoi capelli, e con un gesto spontaneo mi avvicinai per aspirarne il profumo. Volevo che mi rimanesse nell'anima.
 
Uscimmo dopo circa un'ora insieme.
La campanella appesa al muro dondolo' ancora con il vento, e girandomi a guardarla non mi mostrava piu' il viottolino scuro, vedevo la sua porta, la sua casa, i suoi occhi, e sentivo che oltre quella porta Cecilia camminava su un buon sentiero che la rendeva dolcemente imperfetta, tenerenamente donna.
Mi bacio', e mi disse di non perdere la fiducia in me stesso e sopratutto  di coltivare l'amore per Mauro.
Scappo' via felice su una nave che l'avrebbe portata in giro per il Mediterraneo, ancora con gente sconosciuta,  ma nonostante tutto la vedevo serena,..si vedeva che era serena la mia Cecilia.
 
Alle 11 in punto mi trovai in tribunale. Sbrigai il mio da fare e dopo due ore mi ritrovai nuovamente libero.
Trovai un ristorantino all'angolo di una via centrale e durante il pranzo decisi di chiamare Mauro.
Mi mancava, e la scusa dell'udienza era un ottimo pretesto per poter stare con lui davanti a un piatto caldo circondato di fredde facce.
 
_..Ciao Mauro,....si, l'udienza e' stata rinviata per settembre, il giudice sembra intenzionato a sentire altri testimoni, pero' e' tutto nella norma, non ci sono stati interventi bruschi da parte della controparte.....si, sono contento...No, non sono stato in albergo, ho dormito da Cecilia,...ora sto' mangiando delle trofie,...ma da solo sai, non sono cosi' buone come poterle mangiare in due.....domani mattina torno a casa, ho comprato un regalo per lo studio nel mio breve vagambondare di genova....e poi...poi mi sono permesso di comprarti una penna...
 
Non so' perche' ma non avevo paura di mostrarmi interessato, fragile, non m'importava di fargli capire che mi mancava davvero, e che quella telefonata era la nostra, esattamente come il giorno prima.
Io stesso mi accorsi che Mauro seguiva il mio respiro, e che quindi forse anch' io ero mancato a lui, ma non osavo sperare cosi' tanto, anche se certe risposte non arrivano dalla mia testa, ma da quei battiti forti che sentivo allo stomaco e al cuore.
 
 
La notte la passai in treno, forse un po' stanco dalla sera prima mi addormentai e mi svegliai la mattina a Milano con uno scossone del mio vicino di viaggio.
 
_ scusi,..ehii''...e' la sua fermata, deve scendere!!...
Mormorai un grazie e strofinai gli occhi, presi la mia valigetta e dopo dieci minuti fui fuori da quel treno, con in testa il regalo da dare a Mauro.
 

 
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