Creato da perla03_nera il 06/04/2014
 

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La ricostruzione della storia

Post n°49 pubblicato il 26 Maggio 2014 da perla03_nera

Meredith è stata uccisa nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 2007. La mattina seguente una signora ha chiamato la Polizia, perché insospettita dal ritrovamento di due cellulari all’interno della sua proprietà. Grazie alle informazioni contenute in questi strumenti, i poliziotti hanno raggiunto la casa di Meredith. Qui hanno trovato Amanda Knox e Raffaele Sollecito in attesa dei carabinieri. I giovani avevano chiamato le forze dell’ordine perché insospettiti dalla presenza di un vetro della finestra rotto e dalla porta di casa aperta, delle affermazioni che, comunque, in seguito saranno messe in dubbio dagli inquirenti. I poliziotti hanno sfondato la porta della stanza di Meredith, perché chiusa a chiave, e hanno trovato il corpo di Meredith privo di vita coperto parzialmente da un piumino. A terra c’erano diverse macchie di sangue.

Le indagini
Amanda Marie Knox,  Raffaele Sollecito

Le indagini si sono orientate verso Raffaele Sollecito, studente universitario, Amanda Knox, che al momento dell’omicidio aveva una relazione con Sollecito, e Rudy Hermann Guede. I tre sono stati condannati con sentenza di primo grado.

All’inizio era stato coinvolto nelle indagini anche Patrick Lumumba, il proprietario di un locale nel quale lavorava Amanda Knox. Quest’ultima aveva reso delle dichiarazioni, secondo le quali Lumumba si sarebbe trovato sul luogo dell’omicidio nella notte in cui sono avvenuti i fatti. I rapporti tra i due giovani non erano molto positivi. La ragazza era, infatti, stata licenziata dal lavoro. A coinvolgere Lumumba era stato anche un sms che gli aveva inviato Amanda Knox, in inglese, “See you later”, che inizialmente era stato interpretato come “ci vediamo dopo” (e, quindi, come un possibile appuntamento per la sere dall’omicidio) e non come un semplice “ci vediamo”. Lumumba è stato inizialmente arrestato e poi liberato e risarcito con 8.000 euro.

Il processo
Rudy Hermann Guede

In primo grado Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede sono stati condannati rispettivamente a 26, 25 e 16 anni di reclusione. Secondo la sentenza, l’omicidio ha avuto un movente sessuale violento. La Knox e Sollecito, secondo la ricostruzione, avrebbero incontrato Guede in piazza la sera dell’1 novembre. I tre sarebbero andati nella casa di Meredith. I due fidanzati si sarebbero scambiate delle effusioni e Guede avrebbe tentato un approccio con Meredith Kercher. Al rifiuto di quest’ultima, Knox e Sollecito si sarebbero uniti nell’azione criminale e avrebbero immobilizzato la ragazza, che sarebbe stata colpita al collo.

L’appello

Amanda in tribunale

Il procuratore generale della Cassazione, Luigi Riello, ha svolto una requisitoria sull’omicidio di Meredith Kercher e sulla sentenza che ha portato all’assoluzione di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox. Secondo il procuratore, si sarebbe trattato di una sentenza superficiale. Il giudizio d’appello avrebbe portato alla frantumazione di elementi indiziari molto importanti. E’ questo il risultato a cui è giunta la I sezione penale presieduta da Saverio Chieffi, che, secondo il procuratore generale, avrebbe immesso nel giudizio una dose di snobbismo.

Riello ha ribattuto punto per punto il giudizio di assoluzione, facendo notare come in esso i due imputati siano descritti come due bravi ragazzi. Secondo lui è impossibile affermare che il delitto della ragazza possa essere stato compiuto soltanto da un diseredato. Secondo Riello sono valide le prove portate dalla Polizia Scientifica, che i giudici in secondo grado avrebbero censurato, facendo passare i tecnici per pasticcioni. La sentenza di assoluzione dell’ottobre 2011 è stata smontata pezzo per pezzo dalla pubblica accusa, che l’ha definita un “concentrato di violazioni di legge”.

I due imputati erano stati assolti in secondo grado, nel 2011, ma la Procura generale e la famiglia Kercher avevano impugnato la sentenza di assoluzione. Sulla vicenda della studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte fra l’1 e il 2 novembre del 2007 ci sono stati vari risvolti e diversi colpi di scena. Sollecito ad un certo punto delle indagini ha dichiarato che gli era stato chiesto di mentire per incastrare Amanda. In ogni caso, era stata arrestata anche Amanda, che aveva una relazione con Raffaele. Era stato coinvolto anche Patrick Lumumba, che aveva un bar, in cui Amanda lavorava di tanto in tanto.

Proprio Lumumba era stato accusato da Amanda di essere l’assassino, ma poi era stato rilasciato, perché non c’erano prove contro di lui. Molto più incisiva è invece la posizione di Rudy Hermann Guedè, che dalla Germania è stato estradato in Italia e arrestato, perché accusato di omicidio e violenza sessuale e condannato a 30 anni di carcere, poi tramutati in 16 anni. Qualcosa era emerso, perché lo stesso Sollecito aveva spiegato come quella notte lui e Amanda avessero fumato marijuana.

Trasmissione Porta a Porta

Tuttavia la sentenza che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito si è basata su motivazioni precise, riguardanti proprio la mancanza di prove di colpevolezza.

La Cassazione
amanda 2

L’omicidio di Meredith, secondo le motivazioni della sentenza della prima sezione penale della Cassazione, sarebbe stato il risultato di un gioco erotico di gruppo, che sarebbe sfuggito al controllo. La Suprema Corte ha puntato su diverse ipotesi. Si va da un programma che contemplava il coinvolgimento della ragazza in una pratica non condivisa fino ad includere un’altra idea molto più cruenta, basata sulla costrizione di Meredith. Il problema sta quindi nel chiarire il ruolo di Meredith nell’ambito di questo presunto gioco sessuale. Tra l’altro i giudici ritengono che Rudy Guede non avrebbe potuto agire da solo, di conseguenza gli indizi a carico di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito sarebbero stati sottovalutati. Nella sentenza d’appello, secondo la suprema corte, ci sarebbero degli elementi contraddittori e illogici.

Amanda Knox potrebbe anche aver mentito, accusando Patrick Lumumba, in modo che gli investigatori si concentrassero su un’altra persona. Secondo la Cassazione, questo particolare potrebbe essere stato trascurato dai giudici che si sono occupati di emettere la sentenza di appello. Bisognerebbe quindi rivedere quali ipotesi si possano fare per ciò che riguarda il reato di calunnia, anche perché la Cassazione ha detto chiaramente: “Amanda, seppure molto giovane, era una ragazza matura, con un livello culturale adeguato, nata e vissuta in uno Stato la cui legislazione non consente di accusare gratuitamente una persona, pur di liberare se stesso da una situazione imbarazzante”.

In particolare vengono presi in considerazione tutti i punti oscuri del processo e si insiste su quell’accusa diretta che Amanda ha rivolto nei confronti di Patrick Lumumba, il quale aveva un alibi inespugnabile. Le parole con cui la ragazza accusava Lumumba sono state raccolte in un memoriale, il quale poi non è stato allegato al fascicolo del dibattimento, perché era stato ritenuto inammissibile. Sicuramente però aveva segnato un punto di svolta decisivo nell’inchiesta.

Adesso i giudici di Cassazione hanno chiesto di riesaminare le accuse portate avanti da Amanda. Quest’ultima aveva spiegato che il 31 ottobre 2007 Meredith e Patrick si erano chiusi in camera per consumare un rapporto sessuale. I giudici si sono chiesti come aveva fatto Amanda a vedere Lumumba, se lei non era presente nella villetta.

ll processo d’Appello bis a Firenze
processo bis

Al termine del secondo processo d’appello a Firenze, Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono condannati a 28 anni e sei mesi e a 25 anni. L’accusa è sempre quella di omicidio volontario. La sentenza di assoluzione di secondo grado non ha più validità. Il nuovo processo riparte da Firenze. Le nuove udienze si tengono infatti alla Corte d’Assise d’Appello del capoluogo della Toscana. Questo perché il tribunale di Perugia ha una singola sezione d’appello e per questo motivo tutti i procedimenti che vengono rinviati dalla Cassazione si tengono proprio a Firenze.

Oltre all’annullamento della sentenza, la Cassazione ha respinto il ricorso portato avanti da Amanda contro la condanna a tre anni di carcere per calunnia verso Patrick Lumumba, accusato proprio dalla Knox dell’omicidio di Meredith. Comunque, nonostante la condanna sia considerata definitiva, la giovane ha già scontato la pena.

 
 
 
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