Creato da lodicochiaro il 04/05/2011

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fantasie metropolitane 22a parte

Post n°32 pubblicato il 30 Giugno 2012 da lodicochiaro

 Nuovi simboli

 

Una volta consapevole del come, dovevo capire il perché mi trovavo su quella nave.

Contrariamente a quello che mi sarei aspettato, la porta della cabina non era chiusa a chiave. Per la mente che aveva organizzato tutto questo, stare in mezzo la mare era la migliore garanzia anti - evasione.

Non feci a tempo ad aprire la porta che mi si parò davanti un viso tristemente conosciuto: quello dell’ispettore Rocchi.

“Ben alzato DylanGor. Ti piace il tuo nuovo nome” non risposi, era chiaro che da li a poco si sarebbe preso il piacere di spiegare anche questo parto della sua mente malata.

 

“Ho deciso di chiamarti: Dylangor.”

“Dylan è un nome che significa grande mare oppure oceano; si dice che  fosse il nome di una divinità marina della più antica mitologia gallese. Ma non è per questo che l’ho scelto. Tu mi ricordi un altro personaggio con questo nome: Dylan Dog l’investigatore dei fumetti horror. 

Trovo appropriato abbinare in tuo onore il suo nome Dylan al nostro mond Gor.”

Aggiunse poi in tono solenne: “Dylangor tu nasci oggi a nuova vita, e questa nave sarà  la tua casa, il tuo mondo.”

Non sapevo se ridere o piangere.

Optai per il buon senso delle persone normali nei confronti delle persone che hanno disturbi mentali.

L’unica era assecondarlo.

Il Rocchi mi disse che era inutile illudersi nessuno sarebbe venuto a salvarmi.

Nessuno mi avrebbe cercato ne a me ne a lui. Mi lancio un quotidiano locale facendomi segno di leggere.

Campeggiava il titolo ”Scomparsi in mare due uomini impegnati in una battuta di pesca”. L’articolo diceva: “Ancora senza esito le ricerche dei due uomini scomparsi nel mare di Ostia. La macchina dei soccorsi è stata messa in moto il giorno seguente la scomparsa, dai colleghi di uno dei due, un ispettore di polizia impiegato presso la questura di Ostia.

L’assenza dell’ispettore era stata notata la sera stessa dai colleghi che l’avevano atteso invano ad una cena. L’indomani, al perdurare della mancanza di notizie è quindi scattato l’allarme.

Stando alla ricostruzione dei fatti l’ispettore aveva espresso l’intenzione di uscire in mare, nonostante il tempo non proprio promettente, per onorare una sorta di scommessa fatta con una persona che poi è stata identificata come uno dei testimoni in sua indagine.

Le ricerche sono state quindi continuate per l’intera giornata nello specchio di mare che va da Fiumicino a Torvajanica, con la collaborazione delle altre forze di polizia e dei volontari della protezione civile con pattuglie sul litorale, motovedette in mare ed elicotteri in cielo.

L’articolo continuava spiegando che una delle ipotesi più plausibili era quella che la barca si fosse rovesciata per il cattivo tempo. Visto il peggioramento delle condizioni atmosferiche le ricerche sarebbero continuate con difficoltà. Era chiaro che i soccorritori stessi avevano poche speranza di trovare in vita i naufraghi.

“Nel frattempo” aggiunse il Rocchi “ho fatto riportare a terra alcuni rottami della mia barca. Vedrai che quando li troveranno smetteranno di cercare.”

“Questo significa che neanche tu potrai tornare alla tua vita” gli dissi.

Mi si avvicinò minaccioso puntandomi l’indice;”Prima regola:  rispetto.” e mostrandomi una spilla che portava appuntata sul colletto della camicia aggiunse esaltato.

 “Questa croce iscritta in un cerchio e detta croce solare, o scudo di Wotan. Qui rappresenta il potere associato alla potenza, l'energia e il rispetto.”

“Chiunque su questa nave porta una di queste è una persona di rango superiore a te. Quando ti rivolgerai a lui non dovrai mai e dico mai, dargli del tu come hai fatto con me adesso. Mi sono spiegato?”

Deciso ad assecondare anche questa pazzia ripetei la frase:

“Questo significa che neanche lei potrai tornare alla sua vita”.

“Sono cose che non ti riguardano. Comunque era già mia intenzione lasciare quella nullità di vita in polizia. Questa è vita. Su questa nave ho tutto quello che ho sempre desiderato. Altro che le farneticazioni di quei pagliacci dell’associazione del mondo di Gor. E’ qui, su questo vascello il vero mondo di Gor dove vivere secondo la nostra vera natura. Un microcosmo di ordine e giustizia, padroni e schiavi. Ciascuno secondo la propria specie.”

Apri una mano e mi porse un astuccio. “Aprilo c’è un regalo per te”.

Lo aprii, c’era dentro una spilletta della stessa grandezza di quella che mi aveva mostrato prima. Questa volta, però, il simbolo non aveva bisogno di spiegazioni. Tristemente famoso era quello tatuato sulla pelle di Tamara e di Barbara come emblema di sottomissione e schiavitù.

“Fai bene attenzione a non perderlo.” Si raccomandò.

“Con questo addosso potrai circolare in quasi tutte le aree della nave; senza, qualsiasi persona con il  simbolo come il mio che ti incontrerà, ha il diritto di ucciderti. Ti sarà assegnato un istruttore che ti spiegherà le regole. Sarà responsabile della tua educazione. Oltre la preparazione e lo studio ti saranno assegnati compiti che dovrai portare avanti con diligenza.”

Mentre stava continuando a spiegare sulle farneticazioni di questo modo di svitati comparve sulla porta prima un cane seguito da un uomo.

“vous êtes ici à la fin. Vi ho trovati.” Disse entrando tracotante. “Bonjour mon ami. Tu es l'ami de ma femme . la gran puttana.”

“Ti presento una persona che conosci solo di fama. Il marito della tua amica Tamara.” Disse l’ispettore

“Quel est ton nom?” chiese tenendomi la mano “Dylangor” intervenne il Rocchi.

stetti al gioco stringendogli la mano, ma lui mi tirò verso di se mi assestò una ginocchiata in mezzo alle gambe.

Ridendosela disse: “Les amis de mon épouse sont aussi mes amis”

 

 

 

 

 
 
 
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