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fantasie metropolitane 23a parte

Post n°33 pubblicato il 05 Luglio 2012 da lodicochiaro

 

22. L'insediamento produttivo

 

Nei giorni seguenti ho appreso una marea d’istruzioni. Regole che in un mondo normale sarebbero state classificate come « delirium » di menti malate, ma quello non era il mondo normale. Era Gor. Per fortuna il senso di reclusione era mitigato dal non essere solo. Sulla nave c'erano almeno duecento persone divise sostanzialmente in tre classi.

In cima alla piramide sociale ci sono i Master/Mistress.

Seguono gli schiavi elevati al rango di Kajirae, spesso schiavi volontari che, pur rispondendo ad uno specifico Master, sono tenuti al rispetto degli altri padroni.

Sotto di questi ci sono gli schiavi coscritti, persone tenute prigioniere contro la loro volontà. Da loro si pretende sottomissione nei confronti di tutti gli altri di rango superiore

Alla base della piramide c'è invece il Seminario. Popolato da quelli come me, materiale umano grezzo da gettare via se difettoso ai loro fini.

La gerarchia sociale è riconoscibile nell'abbigliamento, corredato sempre dalla simbologia della spilla di riconoscimento ricevuta, e anche dal posizionamento degli alloggi assegnati.

I Master sono alloggiati sui ponti più elevati mentre quelli sotto coperta sono destinati per piano alle altre categorie.

Gli altri spazzi sopra coperta, sono attrezzati come sale destinate ad istruzione, palestre, mense, cinema, svago, e quant'altro necessario per una piacevole permanenza a bordo.

Le dotazioni sado maso presenti in alcune delle sale, fanno sembrare la casa d’appuntamenti della Leuci un asilo nido. A bordo c'è persino una specie di museo contenente una collezione di manufatti antichi sul bondage, a testimoniare le radici storiche della devianza umana.

E' un errore grossolano, però, associare quel mondo al sado-maso. La pratica del bondage è solo uno degli aspetti pseudo-rituali praticati a bordo.

Gli ospiti della Gorgiana, vivono in una dimensione diversa, più elevata rispetto a quanto osservato sulla terra ferma nei gruppi del mondo di Gor. A sentire i teorici del movimento, c'è tutta una costruzione storica culturale dietro la loro filosofia di vita. Oltre al museo, infatti, a bordo c'è anche una biblioteca che contiene tutto lo scibile scritto nel corso dei secoli su questi temi

Per mantenere quell'organizzazione logistica ci voleva un fiume di denaro, e a giudicare dall’opulenza degli arredi e dei mezzi a disposizione, le risorse finanziarie non mancavano.

Gli introiti provenivano dalla vendita, per cosi dire, di beni e servizi erotici a clienti molto facoltosi.

La nave, restando sempre in acque extraterritoriali, si spostava in varie parti del mondo per offrire ad una selezionata cerchia di ricchi acquirenti, occasioni capaci di soddisfare qualsiasi tipo di fantasia o perversione, che dir si voglia.

Uomini e donne facoltosi, raggiungevano la nave con i loro yacht, a volte anche con elicotteri, felicissimi di pagare fior di quattrini per passare un paio di giorni a bordo. Per loro era come vivere nel paese dei balocchi con un intero campionario umano a loro servizio fatto di etero, gay, trangender, ecc.

La nave, da questo punto di vista, era un vero e proprio insediamento produttivo cui si aggiungeva il beneficio della filiera corta dal produttore al consumatore

L'approvvigionamento di materiale umano era facile ed a basso costo.

C'erano vere e proprie zone di caccia. Nel mediterraneo, ad esempio, era molto fruttuosa la cattura di clandestini che cercavano di sbarcare sulle coste italiane. Con la connivenza dei trafficanti di profughi, i battelli della speranza erano visitati da alcuni Master per scegliere tra i passeggeri gli esemplari umani più adatti, pagandoli quattro soldi.

In altri casi, si approvvigionavano con veri e propri atti di pirateria nei confronti d’ignari natanti, poi risultati naufragati.

C'era poi il flusso da terra, costituito da persone che erano fatte sparire e di cui non si aveva più notizia. Non a caso l'ispettore Rocchi lavorava all'ufficio persone scomparse.

Il natante ufficialmente risultava essere  una nave da crociera.

Esisteva, infatti, una procedura di emergenza cui tutti eravamo chiamati ad adempiere in caso di contati non voluti con il mondo esterno.

In meno di venti minuti spariva ogni traccia ambigua e il natante si trasformava in una lussuosissima nave da crociera con tanto di casinò e altri intrattenimenti.

I Master e i kajirae assumevano il ruolo d’equipaggio e passeggeri, tutti gli altri occupavano i posti assegnati in un comparto segreto della stiva attrezzata per trascorrere il tempo necessario, al riparo da eventuali ispezioni.

 

 
 
 
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