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Carità e servizio

Post n°1239 pubblicato il 27 Febbraio 2023 da sinaico

L’amore universale, la cui forma piena e più alta è la carità che proviene da Dio, non è legato alla nostra conoscenza umana proprio perché universale, ma si serve di essa. Questo manifesta che il nostro amore sulla terra è in divenire e, se anche la carità in sé stessa è sempre perfetta, si manifesterà nella pienezza in Cielo, dove anche il nostro modo umano di amare si trasformerà in senso soprannaturale.

In questa vita l’amore di Dio, sempre perfetto, non solo manifesta che nella sua pienezza si manifesterà in Paradiso, ma è limitato e ostacolato dal peccato originale e dalle sue conseguenze, cioè dai nostri ulteriori limiti che si aggiungono a quelli naturali della nostra umanità, e dal nostro peccato.

L’amore spirituale umano supera e sovrabbonda la nostra conoscenza intellettuale, anche se la usa per concretizzarsi e perciò realizzarsi anche visibilmente, e la carità soprannaturale supera e sovrabbonda l’amore umano universale, anche se spesso se ne serve.

La povertà in senso francescano è intimamente legata alla castità, in tutti i sensi.

Spesso occorre tacere e rinunciare a manifestarsi per dare gloria a Dio, che tutto fa mentre noi non facciamo nulla e quel poco che facciamo, lo facciamo in lui e per lui.

Se vuoi affermare te stesso, devi donarti e se vuoi donarti devi prima amare te stesso. Questo si può fare solo se noi prima siamo amati da Dio e di conseguenza lo riamiamo. Cosicché possiamo essere perfetti come Dio è perfetto, cioè possiamo fare come Dio: prima amiamo i fratelli e li serviamo come possiamo, poi possiamo essere amati da loro.

Da questi principi si possono fare innumerevoli riflessioni e trarre innumerevoli conseguenze.

Ad esempio: se ti vuoi realizzare, non ti devi realizzare per te stesso, e se senti il bisogno di dedicare anche un po’ di tempo per te, non deve essere per te, ma per Dio, che è il principio dell’amore che hai e che, perciò, puoi donare agli altri solo in quanto tu lo hai già, e lo puoi donare per quanto ami Dio e poi ti ami dell’amore con cui Dio ti ama. Noi, infatti, riguardo a Dio aspiriamo ad essere amati e poi a riamare, ma riguardo al prossimo dobbiamo aspirare prima ad amare: solo così il Cielo può sviluppare radici nella società umana, anche se in modo non ancora compiuto.

Il senso di solitudine in questa vita vuole essere colmato e solo in Dio può esserlo (ma è come bere l’acqua viva di Gesù: più si beve, più se ne desidera e più si collabora con Gesù a darla). Il senso di solitudine in questa vita non va allontanato con la droga dell’attivismo, ma va rettamente vissuto, in modo che sia come una luce che ci guida a Dio e di conseguenza al servizio dei fratelli. Se il senso di solitudine non conduce a dare frutto come fa il seme, che per farlo muore, rimane solo, e perciò non si compie nella pienezza dell’amore, che è relazione soprannaturale con Dio e, di conseguenza, coi fratelli.

Non si possono ridurre le realtà universali alle categorie della politica, in cui ognuno si fa “portavoce” della giustizia, e le realtà politiche che più lo fanno, quelle che in nome della giustizia vogliono cambiare tutto senza conservare nulla, sono le più anti cristiane, non per il proposito di voler cambiare le cose, ma perché non fanno riferimento ai valori della fede, e non vi fanno riferimento non in quanto non ne tengono conto, ma in quanto la contrastano, cosicché anche i valori buoni che propugnano si inquinano di corruzione.

L’unico modo di cambiare le cose, infatti, è ricominciare proprio dai valori della fede e da sé stessi, il che non esclude l’impegno sociale ma, anzi, lo sollecita.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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