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Peccato e amore

Post n°1345 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Un giorno padre Pio chiese al giovane padre Eusebio diconfessarsi. Al termine della confessione padre Pio scoppiò in un piantodirotto. Padre Eusebio rimase costernato perché, evidentemente, padre Pio siera accusato di inezie, ma Padre Pio gli disse pressappoco così: "Anchetu credi che il peccato sta nel trasgredire delle leggi? Il peccato sta nelfatto che, sebbene il Signore ha fatto tanto per me, io non faccio nulla perlui”.

I santi non sono ossessionati dal peccato, madall’amore!

Gesù ci libera dal peccato e ci dona la grazia: le duecose non sono esattamente la stessa cosa, ma coincidono. Perciò, come unpeccato ci ha tolto la grazia, così occorre la vittoria di Cristo sul peccatoper ridonarcela.

Infatti, se Cristo non ci avesse redento, chi nonavesse commesso peccato mortale non sarebbe andato in Paradiso, ma nemmenoall’inferno, ma in un luogo dove avrebbe ricevuto un premio ma solo secondo lanatura umana. Cioè non avrebbe ottenuto la visione beatifica, che è di ordinesoprannaturale, ma avrebbe goduto di una ricompensa solo umana, immensamentelontana da quella che ci ha meritato il Sangue di Gesù.

La legge da sola, perciò, non ci salva, ma occorre lacarità. Solo che le trasgressioni alla legge dipendono da una mancanza verso lacarità, più o meno consapevoli e volute.

Così le piccole mancanze non tolgono la carità, chenei santi si manifesta in modo esemplare, ma manifestano più che altro comenoi, anche quando non pecchiamo, dovremmo amare Dio di più di quanto facciamo.

Infatti, il peccato che spesso rimane anche dopo unasincera confessione è la mancanza di gratitudine, e quando pure c’ègratitudine, rimane ancora il “peccato di omissione”, se così si può chiamare,che consiste nel fatto che si sarebbe potuto fare di più.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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