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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 04 Luglio 2008 da siddharta2005
 

Emergenza rifiuti e sicurezza sanitaria a Napoli e in Campania.

 

Antonio Vitale *

 

La Commissione Europea nell’ambito della politica della sanità pubblica definisce : “ l’ambiente fisico fa parte integrante del sistema ambientale con il quale gli esseri umani interagiscono continuamente ed a cui è strettamente collegata la stabilità del loro benessere” .

 

Sono alcuni mesi che l’emergenza rifiuti occupa sempre maggiore spazio nelle cronache degli organi d’informazione e nelle agende di amministratori e politici.

Il caldo estivo si avvicina e crescono le problematiche sull’insorgenza di patologie legate alla presenza dei rifiuti nelle strade o nelle immediate vicinanze di centri abitati.

L’attenzione maggiore è rivolta verso il pericolo della Diossina rilasciata nell’aria soprattutto dai roghi appiccati dai cittadini esasperati o da fomentatori malavitosi.

Viceversa, è sempre passato in secondo piano il problema delle varie malattie che possono verificarsi a causa del mancato o errato smaltimento del rifiuti.

Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia, il dott. Giuseppe Scalera, in un editoriale del Bollettino dell’Ordine professionale di Gennaio Febbraio 2008, riferendosi all’emergenza rifiuti ha definito i medici “in trincea”, ponendo in preallarme la categoria e sottolineando che il rischio infettivo è alto ; le discariche vicine ai centri abitati sono nocive per l’aria, in quanto si sprigionano i biogas e per l’acqua, in quanto il percolato si infiltra nel sottosuolo inquinando le falde acquifere (queste, alimentano i vari pozzi utilizzati in agricoltura per l’irrigazione delle colture dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole) ; inoltre afferma: “il mondo medico non si è tirato indietro, anzi, l’Ordine dei Medici di Napoli ha offerto una Task-force sanitaria per il biomonitoraggio”.

Recentemente, intervistato al TG3 delle 14,30 del 19 maggio ha ribadito che con l’avvento del caldo occorre evitare di stare all’esterno, che il maggior pericolo è costituito dalla Salmonellosi e da altre malattie infettive che possono riguardare soprattutto anziani, bambini e donne in gravidanza.

Ma analizziamo quali sono i meccanismi di trasmissione delle malattie legate agli accumuli di spazzatura;

Le malattie possono essere contratte per :

  • Inalazione diretta, quando un agente sottoforma di gas , aerosol o vapore entra nel sistema respiratorio ( naso – faringe – trachea – bronchi – polmoni ).
  • Ingestione, quando la sostanza viene introdotta nell’apparato gastroenterico ( bocca – esofago -  stomaco – intestino ) direttamente o  attraverso veicoli come acqua e cibo.
  • Trasmissione per contatto diretto o attraverso veicoli quali oggetti sporchi, animali ;  mammiferi, volatili ed insetti.

Ovviamente le rispettive vie di introduzione danno diverse manifestazioni :

  • Respiratorie (tracheiti- bronchiti- polmoniti) da infezione, da agenti irritanti o da sostanze allergizzanti.
  • Gastroenteriche ( stomatiti – esofagiti – gastriti – enteriti )
  • Cutanee cioè pelle e degli annessi cutanei quali unghie, peli e capelli ( dermatiti, onicopatie  e tricopatie).
  • Forme miste a seconda degli organi o apparati interessati.

Il caldo, che si preannuncia con la stagione estiva, moltiplica le possibilità di contagio attraverso la fermentazione e quindi la proliferazioni dei vari agenti patogeni ( Microbi, Virus, Parassiti ecc.)  i quali possono giungere alle persone attraverso le varie combinazioni su descritte.

Qualche esempio: topi o cani e gatti randagi , piccioni gabbiani ed altri volatili che si cibano nelle discariche o nei cumuli di rifiuti cittadini, possono venire a contatto diretto con l’uomo , ma anche indiretto attraverso insetti e parassiti (Zanzare, zecche, pulci, pidocchi ecc ) che a loro volta pungono gli animali ne succhiano il sangue infetto e magari lo portano nelle nostre case attraverso i loro escrementi o la puntura diretta sull’uomo.

Inoltre, insetti come mosche, scarafaggi, tafani ecc. si posano cibandosene su alimenti putrefatti, assimilandone le sostanze tossiche ed agenti patogeni , possono quindi depositare i loro escrementi su superfici delicate o perfino sul cibo, con notevole pericolo di contagio.

Insomma col problema dei rifiuti si prospetta una emergenza sanitaria non indifferente, per questo la soluzione deve essere repentina e definitiva se non vogliamo rivivere tristi esperienze come le epidemie del colera degli anni settanta o peggio quelle della peste del 1656 che dimezzò la popolazione napoletana.

Innanzitutto dovrebbe partire una seria raccolta differenziata, poiché il problema principale è nel cosiddetto “umido”, infatti, mentre carta, cartone, plastica, metalli sono materiali inerti, i rifiuti provenienti dal cibo vanno incontro alla putrefazione che favorisce la proliferazione di microrganismi patogeni responsabili di numerose malattie, e se consideriamo che l’umido rappresenta in media il 20% del volume dei rifiuti, già lo smaltimento di un volume ridotto ad un quinto sarebbe sicuramente più facilmente gestibile…. per  non parlare del riutilizzo di questo tipo di rifiuti che potrebbe essere impiegato, attraverso il cosiddetto composito, come fertilizzante in agricoltura.

Il mondo scientifico prospetta problemi e soluzioni, ora spetta agli amministratori ed ai politici mettere in pratica la teoria.

 

* Medico chirurgo – Dirigente 1° livello  della ASL Napoli 1

 
 
 
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IL BUONO

Il fine delle arti marziali è la non violenza…un antico Samurai citava questa massima :

 

 “Il buono è colui che potendo fare il male  sceglie il bene,

il pacifico è colui che potendo fare la guerra sceglie  la pace,

essere significa, quindi, scegliere di essere e non dover essere.

Non mi direte che un vegliardo è casto,

che un povero è parsimonioso,

che un neonato è pacifico,

…pacifico è colui che porta la spada e non la sguaina !

… chi non porta la spada non saprà mai se è pacifico”      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Non mi direte che un vegliardo è casto,

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