LA LEZIONE DI MADRE TERESA
Ad un anno dalle violenze estremiste indù, il futuro dei cristiani in India resta incerto. I colpevoli sono liberi di muoversi per il distretto e continuano le discriminazioni verso chi è tornato nella propria casa.
La normalità resta un sogno per le vittime dei pogrom anti-cristiani nel Kandhamal. La paura occupa ancora il cuore delle persone nel primo anniversario dell’uccisione di Swami Laxmanananda Saraswati, che ha scatenato - pretestuosamente - le violenze su larga scala ed il tracollo della legge e dell’ordine nel distretto.
La domanda su quale sarà il futuro dei cristiani nel Khandhamal resta ancora aperta
Governo e polizia sono inerti. Segnali di speranza provengono da alcuni villaggi dove cristiani e indù insieme si oppongono ai gruppi di estremisti.
Rimane, comunque, come una luce nel buio, il messaggio di speranza e di pace di Madre Teresa di Calcutta, a confortare e rincuorare i cristiani e gli uomini di buona volontà, che si battono contro l'integralismo ed il fanatismo.
Mi piace, allora, riportare uno stralcio di un articolo apparso apparso su www.ilfoglio.it a firma di Francesco Agnoli, ad ulteriore testimonianza dell'opera di bene svolta da missionarie e missionari cristiani.
[...] Anche in India l'impegno dei missionari e delle minoranze cristiane è votato, oltre che al tentativo di infrangere il muro delle caste e delle diseguaglianze sociali, alla difesa della vita nascente e dell'infanzia, in nome del Dio che si è fatto bambino. Basti un solo esempio: quello di Madre Teresa di Calcutta.
Tutti sanno che la missione di questa donna è stata quella di aiutare i poveri dell'India, gli emarginati, i deboli, gli ultimi. Tra costoro Madre Teresa non ha mai dimenticato di citare i bambini nel grembo materno, definiti da lei, i "più poveri tra i poveri". Nel libro "Dateli a me. Madre Teresa e l'impegno per la vita", Pier Giorgio Liverani riporta il pensiero della santa, espresso in mille circostanze, con una grande forza, come in queste sue frasi: "L'aborto è ciò che distrugge la pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio bambino, che cosa impedisce a me di uccidere voi o a voi di uccidere me? Niente. Ecco quello che io domando in India, che chiedo ovunque: che abbiamo fatto per i bambini? Noi combattiamo l'aborto con l'adozione. Così salviamo migliaia di vite. Abbiamo diffuso la voce in tutte le cliniche, gli ospedali, i posti di polizia: Vi preghiamo di non uccidere i bambini, di loro ci prenderemo cura noi" .
La lotta a favore dei bambini contro l'aborto e l'infanticidio è stata condotta da Madre Teresa e dalle sue suore, talora sino al martirio, con grande forza, scontrandosi con una cultura ignara della sacralità della vita sin dalla sua origine.
Per gli induisti ad esempio, i bambini abbandonati o rifiutati dai genitori, se sopravvivono, sono e rimangono dei paria, dei sotto-casta, che scontano colpe precedenti. Le donne, in generale, e tanto più le bambine, sono costose, a causa della dote, e sono considerate inferiori al maschio, "fino al punto, non raramente, di avvelenarle al seno, cospargendolo di veleno, mentre succhiano il latte materno".
Così succede che vi sia talvolta un numero di nascite molto alto, per la ricerca del maschio a tutti i costi e per il conseguente alto numero di infanticidi femminili: si abortisce selettivamente, sino a quando non si ottiene il figlio desiderato, di sesso maschile.
Madre Teresa e le sue suore hanno fondato numerose case della carità, scuole ed orfanotrofi, ottenendo grande apprezzamento, ma anche l'opposizione del primo ministro Morarij Desai, che nel 1979 le accusò di aiutare i bambini con le scuole e gli orfanatrofi al solo fine di battezzarli e di convertirli. Madre Teresa gli rispose: "Mi pare che lei non si renda conto del male che l'aborto sta provocando al suo popolo. L'immoralità è in aumento, si stanno disgregando molte famiglie, sono in allarmante aumento i casi di pazzia nelle madri che hanno ucciso i propri figli innocenti. Signor Desai: forse, tra poco lei si troverà faccia faccia con Dio. Non so quale spiegazione potrà dargli per aver distrutto le vite di tanti bambini non nati, ma sicuramente innocenti, quando si troverà davanti al tribunale di Dio, che la giudicherà per il bene fatto e per il male provocato dall'alto della sua carica di governo".
E Madre Teresa aggiungeva come nei 102 centri di Calcutta gestiti da lei fossero passate, nell'ultimo anno, 11.701 famiglie indù, 5.568 famiglie musulmane e 4.341 famiglie cristiane, a cui si era insegnato il senso della famiglia, il rispetto della vita, la necessità di una procreazione responsabile, arrivando a determinare la riduzione delle nascite, ma senza il ricorso né all'aborto né all'infanticidio! Il grido dei bambini non nati, degli infanti uccisi, diceva Madre Teresa, ripetendo in altro modo i concetti espressi secoli e secoli prima da Minucio Felice, Tertulliano e tanti altri, "ferisce l'orecchio di Dio".
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il 10/05/2011 alle 21:04
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