I colori del NERO
tutto ciò che NERO non èLa memoria fa sempre bei regali??
Quanto "spazio" si concede alla propria memoria nel tempo?
Pensare a un oggi incerto o a un sereno ieri?
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Non so perchè, ogni tanto si ha bisogno dell'"angolo", non per punizione ma per una propria riflessione...l'angolo, si perchè ha "due pareti" che s'incontrano e noi che lo osserviamo nel buio nell'attimo più o meno lungo del nostro istante di riflessione.
Ora sono li.
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AUGURI SCOMODI
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali
e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,
vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
Tonino Bello
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Siamo arrivati in Italia al punto che per andare avanti si debba credere anche alle persone , alle situazioni che ti propongono, come quasi fosse l'ultima chance per venire fuori da questa situazione di "merda" !! (consentitemi il termine in quanto rende molto vera l'idea)
Ci imbottiscono , giornali, tv, tg di notizie su trans, veline, feste, politici e il loro privato/pubblico, insomma una serie di comunicati che al momento all'italia o meglio a noi popolo a poco serve per uscire da questa crisi economica che è forte. Dicono che ne stiamo uscendo..ci credete? Difatti l'inps lamenta un aumento spaventoso di cassa integrati e disoccupati!!
Mi girano un pochetto le scatole ma armiamoci di coraggio!
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Anche quest'anno se ne sta andando...direi che non è stato uno dei migliori, tra crisi, guerre, sporcizia varia....anche se solo per poche ore.....
..... proviamo a voltare pagina!!
DATEMI CONSIGLI DI CHE COSA O DOVE SI PUO' ANDARE A MILANO A FESTEGGIARE L'ULTIMO DELL'ANNO!! VEDIAMO CHE NE VIENE FUORI..
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Fare futuro - Da Ffwebmagazine: Ultrà: quando la politica
si nutre di slogandi Federica Colonna
Philip Gould è un vecchio maestro, e una vecchia volpe, per chiunque si sia avvicinato alla comunicazione politica e abbia cercato di comprendere le magiche leve della passione e dell’appartenenza degli elettori. Votare è come scegliere la squadra e il calciatore da tifare, la politica è come il calcio: questa in sintesi l’indicazione concreta per il neo spin doctor, pronto a capire e gestire le dinamiche elettorali. Passione, appartenenza, interesse, sono tutte motivazioni adatte a definire il proprio profilo da tifoso e da elettore e tutte ragioni valide per compiere una scelta.
Come nelle domande dei bambini: “ma tu per chi tieni?”, tifare significa sostenere, essere per. Attenzione, però, c’è una piccola particella, di quelle da scuola elementare, capace da sola di definire la logica positiva del sostegno e dell’appartenenza: l’essere per. Diverso, è, invece, l’essere di.
Il semplice passaggio da un per a un di determina uno scarto concettuale, lo stesso che segna la differenza tra tifoso, appassionato o interessato che sia, magari perché ha scommesso al Totocalcio, e l’ultrà, il super-tifoso, quello che allo stadio ci sta sempre, pure in trasferta, pure con la pioggia, con un carico di adrenalina e odio da gladiatore infuriato al Colosseo.
Il termine, senza accento, ultra, indica un considerevole aumento, un netto salto di quantità e qualità, la definizione di una super appartenenza e di un super interesse. È una parola carica di assolutismo, piena, è l’Uno che incombe, il tutto che arriva, come un’onda, quella anomala, e avvolge, cancella, copre ogni sfumatura, ogni segno di differenza.
Con l’accento, l’ultrà è la personificazione della super-appartenenza tradotta in chiave calcistica e da tifoseria. È l’iperbole umana, e politica quando si radicalizza e prende forma nel sostegno politico, elettorale o meno che sia.
La politica da ultrà è insieme un’assenza e una presenza. L’assenza è quella del dialogo e la presenza dello slogan, della frase semplice e diretta, spigolosa e tutta intera, senza virgole né punteggiatura, da dire in un fiato, indiscutibile e sempre pronta.
Ultrà è anche l’assenza del pensiero complesso e complessivo, quello che non inquadra il mondo in bianco e nero, odio e amore, con me e senza di me; ultrà è la conferma di un pensiero parziale, che tende a togliere e a dividere, a spezzare, a semplificare le appartenenze in brevi, freddi, ripetibili “siamo tutti buoni, sono tutti cattivi”.
Il pericolo insito nel sostegno politico da ultrà, e non da appassionato semplice, ma da tifoso con tutti, ma proprio tutti i crismi e i segni estetici del caso, è quello dell’eterno presente. Se l’appartenenza è un blocco marmoreo, se la passione è un sentimento assoluto, se il noi non ha confini se non quelli dello scontro con l’altro, allora l’essere per diventa essere di e si esaurisce nell’annullamento delle differenze, del cambiamento e, quindi, anche, dell’evoluzione e del futuro. Per l’assoluto non esiste la prospettiva del tempo.
Non esistono più, allora, ideali, ma solo ideologie, non esistono più prospettive, ma solo pensieri auto-conclusi e totalizzanti, non esiste più domani ma solo un terribile statico eterno presente. Se le parole creano il mondo, allora, c’è da fare attenzione: che la politica da passione e interesse non diventi un modo di essere e appartenere da ultrà.
9 ottobre 2009
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A volte vorrei agire e reagire in maniera non consona a me. Ogni tanto mi farebbe bene!
Mostrati rosa, ma sii la serpe che sotto si nasconde.
Che ne pensate?
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Coraggio di agire e reagire
Saviano e il suo omaggio ai parà caduti a Kabul (fbwebmagazine)
Quel Sud consapevoleche sta con lo Stato
di Antonio Rapisarda
Non è poi così distante l’Afghanistan da un rione difficile di Napoli, di Bari o di Palermo. Ma non è solo la retorica del lutto e del cordoglio che li unisce in questi giorni. Ma la guerra. Che, è bene ribadirlo, in quella regione così come in quei quartieri si combatte tutti i giorni. Lì è contro il terrorismo e qui contro le mafie e i suoi traffici. Con la droga che diventa inevitabilmente il filo conduttore di tutto questo. Lo spiega con profondità Roberto Saviano su Repubblica. Ed è la scelta dinanzi a tragedie simili che diventa allora importante: la decisione, cioè, di stare con lo Stato.
La vicenda di quei tanti soldati del Sud Italia – perché è da queste regioni che proviene la maggior parte dei volontari - caduti nelle missioni in giro per il mondo non rappresenta allora solo una tragedia nazionale ma anche una certa risposta individuale ai tanti mali che affliggono il Meridione.
Questi ragazzi rappresentano una gioventù consapevole. Un Sud consapevole. Così come spiega ancora lo scrittore: «A chi in questi anni blaterava del Sud come un’appendice da cui liberarsi, oggi, nel silenzio che cade sulle città di origine di questi uomini dilaniati dai Taliban, troverà quella risposta pesantissima che nessuna invocazione del valore nazionale è stato in grado di dargli». Non solo il cordoglio, quindi, ma il rispetto.
Rispetto per una scelta che è anche una sfida, soprattutto ai tanti luoghi comuni e a un certo spirito di rassegnazione, perché – come scrive ancora l’autore di Gomorra - «combattere con una divisa per una guerra lontana può avere molta più dignità che lamentarsi della disoccupazione quasi fosse una sventura naturale e del mondo che non gira come dovrebbe, come di una condizione immutabile». La scelta di essere soldati, insomma, non solo o non soltanto a causa di una condizione di precarietà o di difficoltà oggettive che attanagliano terre del Meridione, ma anche come volontà di sfida, di emancipazione. Una scelta avventurosa, quindi. E di indipendenza, anche rispetto alle poche possibilità che le proprie terre offrono.
«Un’altra guerra è possibile», dice ancora Saviano. E questi giovani hanno scelto di combatterla con la divisa dello Stato.
Difendono altri uomini in nome e per conto della loro nazione, come altri uomini coraggiosi la "sorvegliano" in patria.
Esiste l'ITALIA dei "GRANDI" .
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Piangere serve solo al corpo come via di sfogo...ma al cuore e alla nostra anima le goccioline dell'occhio fanno solo opacizzare la vista.
Il cuore pulsa piano piano, muscolo debole
All' anima sempre vivacemente illuminata e pimpante, si affievolisce il suo splendore, tutto ciò fa male.
Il male è parte della natura umana come il bene...equilibriamoci per non creare quello strapiombo che neanche un esperto scalatore riuscirebbe più a risalire...
Non compriamo la piccozza, ma guardiamo dove sono le goccioline negli occhi ...quella è la via .
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Quando si è in questa vita che ogni tanto "odiamo" ma amiamo e lo sappiamo...diciamo :
ALLEGRIA!
Eh si un pezzettino di storia della nostra tv se n'è andata...
Mike : un ricordo.
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Da ascoltare, è un piacere..e poi è una sintesi di un pizzico di vita e verità di ognuno!
E poi...prendetelo questo squarcio di filmato come volete!!
Salutoni .
Denda
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Nickname: denda1d
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