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« CRISTIANESIMO E ISLAMFRATELLI MUSSULMANI »

RIVOLTE IN MEDIO-ORIENTE

Post n°183 pubblicato il 29 Gennaio 2011 da diefrogdie
 

 RIVOLTE IN MEDIO ORIENTE

Dopo la Rivoluzione francese ci fu il Terrore di Robespierre.
Cosa subentrerà al vuoto dei regimi arabi? Chi guadagnerà da queste proteste?
In Tunisia l'hanno chiamata "Intifada", al Cairo per strada si urla "Allah Akhbar" e i Fratelli Musulmani ringraziano Allah per la "santa collera", Hamas parla di una "vittoria della democrazia".
Cosa accadrà alle donne di Tunisia? L'ex presidente Habid Bourghiba aveva dato alle donne diritti senza uguali nel mondo islamico. Durerà questo modello? Che ne sarà di quel poco di modernizzazione e laicità?
Queste rivoluzioni nascono certamente dal malcontento popolare verso i regimi, ma chi potrebbe approfittarne è l'islamizzazione. Nella West Bank la vivacità economica non è garanzia della pace con gli ebrei. A Gaza governa un regime tenebroso. E il Libano si avvia a diventare sempre più un "satellite iraniano". Beirut è ancora percepita come una liberazione per i giovani arabi che vogliono godere di un po' di luce, passeggiare senza il chador e tenersi per mano. Ma sarà ancora così domani?
E cosa accadrà con Israele? Una delle accuse più dure rivolte a Ben Ali era di avere "legami sionisti". La stessa accusa era stata rivolta a un grande leader arabo di nome Anwar al Sadat. E sappiamo come fini quella storia.

Le proteste di ieri in Egitto sono cominciate dopo la preghiera del venerdì e hanno scosso ogni angolo del paese. I Fratelli musulmani, un movimento al limite della legalità, è sceso in strada per la prima volta al fianco dei giovani d’Egitto. Il governo ha chiesto ai manifestanti di stare lontani dalle chiese e dalle moschee, gli imam del Cairo hanno detto che l’islam “è contro le divisioni”, ma le prediche non hanno avuto effetto. La “Giornata della collera” è già nella memoria del popolo e ha già cambiato questo paese grande e decisivo per gli equilibri della regione.

Molte analisi, saggi di una vasta letteratura internazionale, comparse nei media occidentali danno la colpa di questo caos al mondo occidentale. La parzialità di questi commenti richiedono alcune ovvie, ma non scontate considerazioni. Innanzi tutto esse confermano che, sotto l’influenza dell’ideologia antioccidentale, in certi ambienti intellettuali l’Occidente è ritenuto colpevole e riprovevole sempre: lo è se, ad esempio, impone sanzioni a Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, perché non rispetta le regole democratiche, reprime con la violenza la popolazione e ha portato alla bancarotta il suo paese; e lo è se ottiene un mandato di cattura internazionale contro Omar Hassan el Bashir, presidente del Sudan, accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità, genocidio e crimini di guerra. In entrambi i casi si parla di ingerenze indebite e di arroganza imperialista. Ma, come si è visto, anche non intervenire o farlo debolmente rende l’Occidente colpevole.

In secondo luogo, per meritare attenzione, chi denuncia i governi occidentali dovrebbe rivolgere le stesse accuse ai Bric: Brasile, Russia, India e Cina. Invece l’ideologia antioccidentale induce coloro che la condividono addirittura a complimentarsi con la Cina perché tratta affari con i regimi africani senza porre condizioni di buon governo, lotta alla corruzione e promozione dei diritti umani come cercano ormai di fare, forse tardivamente, i paesi occidentali.

La terza considerazione è che si fa torto alla verità e non si aiuta di certo la causa dei poveri e degli oppressi trasformando ogni evento sociale e naturale infausto in un pretesto per attaccare l’Occidente.

Per concludere, non si può che aspettare l'evolversi degli eventi, ma temo che da questo caos chi ci guadagnerà sarà solo l'islamismo più becero, antidemocratico e violento.

 

 
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