Creato da: chinasky2006 il 01/08/2007
A sud di nessun nord...

 

In the death car

 

Ultime visite al Blog

margaritorobertoautosport156natalydgl7Donato45michelelaurenti89bradipo_79kiss_and_knifeLorenzo_Favilli4ever72arcenciel13seeronluigi230393tigredellapadaniaandre.cosemarkomanetti
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

 

 
« IL DORMICCHIALA COSA »

LA DISFATTA DEI MODERATI TALEBANI

Post n°183 pubblicato il 17 Maggio 2011 da chinasky2006
 

Foto di chinasky2006

 

Ho la febbre, ma non è un problema. Vaneggio da lucido e sragiono da febbricitante. Non è quello il punto. Ho già preparato le cartine ed il necessair. Ad ogni elezione emulo Moretti. Mi preparo al peggio. Via. Un cannone e, “senza pensieri”, immagino altri mondi, rendo l’orrore meno reale. Appiccio una sigaretta per lo intanto. Ecco i primi dati. Il cerchiobottista Mentana pare emozionato, con la voce rotta dall’emozione. Sono pari. A Milano sono pari. Una cosa da non credere. E nelle altre città è un quasi plebiscito per le sinistre. O un’ecatombe per i fasci caricaturali, i servi della gleba del nuovo regime di magnaccia e mignotte. Belpietro suda, su quel volto di terrificante bruttezza. Porro è perplesso, aspetta altri dati. Non ci crede. E gli altri dati arrivano, anzichenò. Migliorano le percentuali del candidato delle sinistre, ogni schermata di più.

Accendo il cannone, per festeggiare stavolta, e metto ad Emilio Fede. Non voglio perdermelo, per nessuna ragione al mondo. Ha l’espressione terrea, il povero maggiordomo anziano. Predica calma, ne ha viste tante. In studio la Saltamiquì ed un’altra pseudo-velina delle libertà guardano distrattamente i fogli vuoti fingendo calma olimpica. “Sono importanti i voti di lista!”, squilla la paladina della moderazione talebana. Ed ha il labbro leporino bloccato. Pare in preda ad un ictus mortale. Fede annuisce, pure l’altra che sembra annaspare senza fiato. Fede ordina all’inviato di fornire i dati importanti. Il manichino, li cerca uno ad uno. Nei comuni di Mezzacapa, Mendrisio e Corleone è un trionfo della Pdl. “Milano, Bologna, Torino li diamo quando i dati sono più certi, eh…”, fa lo sguattero. Poi lancia la pubblicità, con un fil di voce. Impagabile, semplicemente. Si vive di queste emozioni. Altre boccate al cannone. Giro canale.  Pisapia vola, con un vantaggio sempre maggiore. Pisapia è un simbolo, un segnale di rinascita. Sei, poi sette punti di vantaggio. Se supera il 50% vado in giro nudo, sotto la pioggia, con 39 di febbre.

Nelle reti è un rutilar di volti biliosi ed iracondi del regime, che non ci possono credere. Non se ne fanno una ragione. Il “barbetta” Formigoni ha un lampo estroso: “I nostri elettori non ci hanno votato perché sapevano che tanto saremmo andati al ballottaggio!”. Immenso. L’eunuco Giordano si supera: “E’ un voto frammentato, questo è il dato più importante.”. Meraviglioso. Il ciellino Lupi ha un fremito: “la guerra in Libia ci ha penalizzati, un poco.”. Godo. Una onorevole velina bionda, dalla sede delle libertà esce un minuto e lancia uno spartano comunicato: “Attendiamo i risultati ve-ri. Ma intanto la coalizione ha tenuto molto bene.”. E se ne va, magari pensando intimamente ad un ritorno nei teatri di quinta fila. Sono quasi venuto. Poi è tutto un susseguirsi di immagini magnifiche. Il buttafuori La Russa sembra nella fase down, raramente esibita. Farnetica di pareggio "sostanziale". Continua a cianciare di sinistra terrorista. Lui, il picchiatore bombarolo nero, ora al governo. Rosicchia nervosamente la stecca dell’occhiale ed ammicca a Pierferdi. Il democristiano che “non può appoggiare la sinistra estrema nel ballottaggio…”. Eh, no. Minzolini e Vespa vanno in onda a malavoglia. Volevano fare rispettivamente dei speciali sulla risalita dei salmoni in Norvegia e l’altro su “cellulite, che fare?”. Poi ecco apparire Gasparri “Aigor”, da Mentana. Sembra quieto, giudizioso. Incarna alla perfezione l’animo del fascista pavido, pronto a scappare e nascondersi nelle maleodoranti fogne.

E Silvio che fa? Che starà combinando? Nemmeno un audiomessaggio dal suo bunker, niente. Progetta un bunga bunga per rilassarsi, immagino. Cos’altro vuoi, quello sa fare. Oppure impara qualche barzelletta, tanto per. Lui che dall’alto aveva fatto irruzione in queste elezioni amministrative, convinto di rovesciare la situazione. Perché nel suo feudo milanese si reputa invincibile, un supereroe. Milano è la culla dello strisciante berlusconismo che ha messo in ginocchio il paese, e ci ha resi pupazzi di cartapesta agli occhi del modo. Si era candidato in prima persona perché dove c’è Silvio, c’è vittoria. Con la vanesia megalomania delirante di tutti i dittatori alla deriva. Si credono adorati da un popolo che li odia. Circondati da alleati fedeli, invece pronti a pugnalarli. Sotto scacco e ricattati da mignotte, mafiosi e presunti alleati. Sono pazzi e disperati, semplicemente. Ci aveva messo la sua faccia di gomma riciclata, per vincere. Orsù. Vincere è fondamentale. Lui sa vincere. Vince sempre, e comunque. Che starà pensando in quella mente estremamente malata? Chi può dirlo. “Queste elezioni hanno valenza nazionale. Vinceremo al primo turno, altrimenti è una sconfitta. Se prendo meno di 53mila voti, quelli della sinistra possono farmi il funerale.”. Aveva detto ostentando gran sicurezza, fedele alla convinzione che ello può tutto, e che annunciare una vittoria equivale a mezzo successo. E’ il divino, l’immortale, l’unto dal signore nostro. Ora che ha preso appena 28mila preferenze e che al ballottaggio ci andrà con sette punti di svantaggio, non si parla più di funerale. Il suo cadavere dovrebbe essere in avanzato stato di decomposizione.

Il despota ora rimpiangerà il silenzio. Aveva messo in atto una campagna elettorale terrificante, abominevole, delirante, banditesca, calunniosa. Una roba da far accapponare la pelle e farci vergognare (una volta di più) d’esser cittadini d’un paese dove regnano simili personaggi turpi e senza moralità. E via con “l’utile idiota” Lassini e i manifesti sui magistrati brigatisti. La coppia da film dell’orrore Santanquì-Sallusti a portare i toni della battaglia elettorale su piani di eversione criminale. Già, loro, i moderati. Gente che farebbe impallidire i talebani e rimpiangere la temperanza del Mullah Omàr. Poi il monarca di persona, con teatrali show d’avanspettacolo che tanto rassicurzno il medio cittadino col cervello manipolato da luminari della comunicazione riciclati da scienziati nazi-fascisti sopravvissuti al processo di Norimberga. “Quelli della sinistra non si lavano”, fino al solito guizzo dell’ultima ora: La promessa epocale, il goal all’ultimo minuto. In principio fu il milione di posti di lavoro. Poi l’abolizione dell’Ici. E ancora la sconfitta del cancro. Stavolta tocca al condono per le case abusive. Agghiacciante. E via con altre frasi ad effetto. Il ripugnante e studiato richiamo al “cancro”, alla “metastasi”. Le accuse e le ingiurie sprezzanti e vergognose di Olivia-Popeye Moratti, anche quelle studiate dal rabdomante folle di Arcore. Accusa l’avversario di aver subito una condanna per furto d’auto, trentatre anni fa. Mentendo, scientemente. Lei, la mamma stoccafisso di Bat-man e  che obbedisce ad un capo di partito indagato, attualmente, in quattro processi. Una faccenda ridicola, prima che patetica e disgustosa. Ma evidentemente credono ormai di poter fare e dire tutto, nel pieno delirio d’impunità sfacciatamente malata. Perché pensano ancora di godere della credibilità, a prescindere. L’altro, il pericoloso terrorista rosso incassa, con garbo e non scende in simili anfratti di subumano delirio indecente opera di chi si autonomia moderato.

Milano s’è svegliata, ha dato un segnale. Ha punito l’inettitudine, lo squadrismo intollerante e realmente estremista di questi fantocci senza pensiero e dignità. Il despota allo sbando sconfitto nella sua città, segna uil punto di svolta. Sconfitto dove e nato e si è cementificato il suo feudo. In elezioni che lui stesso aveva annunciato di valore nazionale. Il leghisti s’incazzano per un risultato catastrofico. Ruttano elucubrazioni. Proprio non ce lo vogliono più questo referendum pro-contro il despota, ogni volta. Quello ormai, più appare e più fa danni. Più della grandine. Perchè la gente alla fine sta cominciando a non tollerare più la demagogia estenuante del nulla. I padani si staranno rendendo conto d’esser fagocitati anche loro nella mondezza dello zimbello satiriaco pieno di fard. Persino ad Arcore, vince la sinistra. Una gaudiosa presa in giro.

Sto già fumando la seconda bandiera di soddisfazione acquisendo sempre maggior lucidità estatica, quand’ecco apparire Ferrara. Pure lui è distrutto, ad occhio e croce emanerà un odore nauseabondo. Eppure non essendo di sinistra (ma solo un ex militante di lotta continua), dovrebbe lavarsi. Il grande ideologo e consigliere del sultano, ora sembra avere l’aria di chi “lo sapeva”. Ma come, non stava, lui e le sue mutande, assieme alle squilibrate trombone anti-pm? Non appoggiava le iniziative di quelle che ogni volta che appaiono in televisione, non solo fanno perdere elettori al Pdl, ma istigano alla fuga dall'Italia per lo sconcerto? Ora afferma che bisogna cambiare registro, il gran camaleonte barbuto. Che Berlusconi ha stufato la gente e deve cambiare strategia di comunicazione. Ecco, il punto. Lo snodo di tutto: la strategia. Non si parla mica di dover mutare i piani di azione, nuove proposte per le città o per il paese. Ma di cambio di strategia editorial-comunicativa. Occorre studiare bene i dati, e congegnare un nuovo piano diabolico per riuscire nuovamente pigliare per il culo gli elettori. Ingannarli come i bei tempi. Ed inorridisco al solo pensiero di cosa potranno fare per poter vincere il ballottaggio di Milano. Credo le peggiori cose, mai viste. Tutto l’illecitamente possibile e moralmente disgustoso. I moderati.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963