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A sud di nessun nord...

 

In the death car

 

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Safari tra i selvaggi

Post n°104 pubblicato il 22 Marzo 2009 da chinasky2006
 

 

Il nostro amatissmo pontefice è approdato nella terra dei vatussi. Dopo tre anni, si è deciso. Una telefonata col giovane premier ha fatto svanire gli ultimi suoi dubbi da pulzella riottosa.
Peppino, devi andare! I sondaggi dicono che guadagneresti 0,2 punti di gradimento! I comunisti camuffati fanno polemiche demagogiche!”.
L'idea di essere circondato da stregoni, malnutriti e malati terminali, lo crucciava non poco. Ma tant'è. E' approdato a Youndè. Il primo bagno di folla nella papamobile ultra protetta, tra due ali di gente affamata. Sorrideva e benediceva sibilando confidenze sottovoce al fido Gheorge. “Mio Dio sono terribili...guarda che dentoni bianchi....e che occhi enormi, sembrano quasi persone. Fanno impressione! Ho paura! E' vero che mangiano gli uomini?”.
Non è colpa loro se sono nati così, santità. Non a caso lo chiamano terzo mondo.”.
Sarà...ma nelle sacre scritture si parla di negri? voglio dire, sono citati in modo diretto? Controlli, voglio capire...mi spetta un intervento importante, il mondo è ai miei piedi. Ha bisogno del nostro esempio misericordioso.”.
Si è levato il grazioso completo da safari, e lo hanno vestito secondo il cerimoniale. Improfumato con olezzose essenze. Poi è salito sul palchetto, protetto da una campana in vetro antiproiettile. Sudava copiosamente, aveva il volto paonazzo e il solito ciuffetto sbarazzino sotto la papalina. Bardato di una pandrana color porpora sulle spalle, tempestata di diamanti purissimi, sorrideva alla folla di affamati con gli occhi sgranati. Li salutava amabilmente con la mano bianchiccia, rivestita da anelli d'oro massiccio. Ma il sorriso raggelante e spaventoso, era velato da un filo d'inquietudine. “Che ci faccio in mezzo a questi selvaggi cannibali? Spero non abbiano fame, almeno.”. Sembrava chiedersi.
Gheorghe, gli ha porto i fogli del discorso.
Mi raccomando santità. Sia cauto, questi qui muoiono come mosche a causa delle malattie. Non esageri!”.
E appunto che il mondo ci guarda, ci vuole l'esempio! Non si preoccupi viscido lustrascarpe, che il Papa sa sempre cosa dire. Mi hanno già fatto levare i versi più importanti: “Anche voi selvaggi siete creature del signore. Però se siete pure peccatori, ve le cercate voi.”. So cosa faccio. Sciò-sciò. Che devo diffondere la parola di Dio a queste bizzarre creature.”.
La sua voce stridula risuonava sulla folla plaudente. Sembrava venire dal cielo. Contemporaneamente al primo minuto d'intervento, un centinaio di bambini erano stecchiti, ammazzati dall'aids. Poi arriva al culmine. Tuona con voce più decisa.
La fame si combatte nutrendosi della parola di Cristo!”. E l'apoteosi finale. “Il preservativo non è la soluzione contro l'aids, anzi peggiora la situazione. Preghiamo! Dio è l'unica salvezza!”. Dietro al palco, scene di disperazione nell'entourage. Oramai è irrefrenabile.
Tra la folla serpeggia un pissi pissi bau bau sgomento. “Ma allora è vero, il preservativo ci ammazzerà tutti! Uccidiamo quegli infedeli che ce li distribuiscono. Dobbiamo pregare per guarire, ha ragione l'uomo in bianco! Lui è santo!”.
Vagamente piccato per le zanzare e la calura, Josip si è diretto in albergo. Un lussuosissimo sei stelle, costruito per l'occasione, spendendo tre volte i prodotto interno lordo della nazione. Tutto rivestito d'oro accecante.
E lui, l'unico cliente, ha riposato le membra nella suite imperiale. Gli echi delle sue esternazioni folli, avevano già fatto il giro del mondo. Josip non si capacitava. “Ma perché ce l'hanno con me? Perché tanta avversione verso la parola di Dio?”. Una chiamata dall'Italia lo ha tranquillizzato. “Siamo con te, comunque.”. L'appoggio incondizionato dello stato vassallo, lo ha riportato di buon umore.
Gheorghe si è rinchiuso in stanza. Doveva ultimare la visione di “Giovannona coscia lunga” e masturbarsi. Due devote ancelle, hanno spogliato il pontefice delle sue vestali sceniche. Preso amorevolmente in braccio e adagiato sul morbido baldacchino.
Portatemi la cena che ci ho fame!”. Ha schioccato le dita, il monarca divino.
Le monachelle appartenenti all'ordine delle baffute scalze, gli hanno servito una modesta cena.
Santità, siamo in un paese in cui muoiono per la fame. Se ci è concesso, abbiamo deciso di non esagerare. Gesù ci guarda.”.
Troppo giusto sorelle, poi non ho neanche molta fame, è solo un languorino.”.
Due chili e mezzo di caviale beluga, ostriche vive, formaggio francese, uova di storione, un vitello da latte in umido, e due tartufi bianchi di tre chili l'uno, da sgranocchiare durante la notte insonne. Ha sgargarozzato boccali di birra ghiacciata e uno champagnino francese.
Consumata la frugale cena, ha ruttato in modo discreto. Le baffute lo hanno condotto a braccia in bagno. Adagiato nella vasca da bagno, e lavato con cura le sue carni mollicce. Lui sorrideva, tutto felice. Giocava con l'acqua e intanto partoriva idee illuminate. Poi lo hanno asciugato con cura, e porto i vestiti da notte: Una canotta bianca, con fili d'oro laterali ed una strana croce stilizzata sul petto. Sotto, dei mutandoni bianchi, pietosamente chiusi sul davanti con una spilla da balia di un chilo e mezzo, in oro massello. In testa un sobrio copricapo tempestato di diademi.
Finalmente solo, si è seduto sulla tazza del cesso, ed ha scritto il suo nuovo saggio teologico, immortale. “Lo spirito santo, il dogma ed il verbo del Signore nostro nell'ontofenomenologia del pensiero religioso nell'alveo celeste di una spiritualità cristiana gnoseologicamente estrinsecata in un credo incondizionato e sacrale verso la vera fede divina dell'unico Dio. (sottotitolo: Morte e sofferenza atroce per chi non crede)”.
Poi ha partorito una cacata fumante e odorosa d'incenso. Ha tirato lo sciacquone. Ed ha dormito sereno.

 

 
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