Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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A chi importa?

Post n°533 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da Praj
 

Ogni mese, un discepolo era solito scrivere al Maestro un breve resoconto del suo progresso.
Il primo mese, gli scrisse: “Provo un’espansione di coscienza e sperimento la mia unità con l’universo.”
Il Maestro sorrise e gettò la lettera nel cestino.
Il mese seguente, il discepolo gli scrisse: ”Ho finalmente scoperto che il Divino è presente in tutte le cose”.
Il Maestro rimase impassibile.
Al terzo mese, le parole del discepolo esprimevano con entusiasmo: ”Il mistero dell’Uno e dei molti mi è stato rivelato e sono in uno stato di totale meraviglia”.
Il Maestro scosse la testa e ancora una volta gettò via la lettera.
Nella lettera seguente il discepolo asseriva: “Nessuno è mai nato, nessuno vive, nessuno muore, perchè l’ego non esiste”.
Il Maestro alzò le braccia al cielo in un gesto di disperazione.
Passò un mese, poi due, poi cinque e infine, dopo un anno di silenzio, il Maestro ritenne fosse giunto il momento di ricordare al discepolo che era suo dovere tenerlo informato sul suo progresso spirituale.
Il discepolo scrisse: ”A chi’ importa?”
Quando il Maestro lesse questa frase, il suo volto s’illuminò di profonda soddisfazione.

Tratto da: Non più confusione, di Ramesh Balsekar, Edizioni Laris

 
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Commenti al Post:
eckhart.noor
eckhart.noor il 12/12/08 alle 14:23 via WEB
Mi ricorda quest'altra storia zen: Il maestro Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita. Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta. La cosa mando’ i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l’uomo, ma quando non ne pote’ piu’ di tutte quelle insistenze, fini col dire che era stato Hakuin. I genitori furibondi andarono dal maestro, lo insultarono e gli imposero di mantenere la ragazza e il bambimo. “Ah si?” disse lui come tutta risposta. Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai si era preso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupo’ del bambino e della giovane con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo. Si mise inoltre a intrecciare un maggior numero di stuoie per poter mantenere i due nuovi venuti. Dopo un anno la giovane - annoiata di vivere con Hakuin - non resitette piu’, si pentì e disse ai genitori la verita’: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce. La madre e il padre della ragazza, cosi come anche i vicini, andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino e la giovane. Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: “Ah si?”
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/12/08 alle 14:34 via WEB
Ho sempre amato questa storiella sul maestro Zen Hakuin: è l'emblema dello spirito profondo dell'accettazione totale. Meditandola ho imparato molto, davvero. Per il post di oggi invece, ti ringrazio di avermelo servito altrove... so che mi capisci... eh eh eh! ;-) Namastè, Amico! :-)
(Rispondi)
zen_boy
zen_boy il 12/12/08 alle 22:54 via WEB
...ci ho pensato molto spesso e mi sono capitati questi passaggi... Ma in effetti... a chi importa??? ...Forse Noi siamo Tutti... l'Uno... ma in fondo siamo proprio "Nulla..."... solo NOI STESSI! Felice sera. zen
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 13/12/08 alle 09:28 via WEB
E' una magnifica intuizione, Zen_boy, che potrà diventare Realizzazione quando anche quel "forse" scomparira nella piena Consapevolezza... che siamo anche "Tutto". Serena giornata sorridente. Namastè! :-)
(Rispondi)
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