Un servizio spirituale può essere considerato come un'attività o una serie di attività di natura più o meno intangibile, che ha luogo nell'interazione tra una persona ed un'altra o altre con lo scopo di aiutare nella crescita interiore.
Allora, per come lo intendo in questo contesto virtuale, un servizio è il risultato di attività di consiglio e di stimolo alla riflessione e meditazione svolto nell'interfaccia fra un portatore di particolari esperienze - risultato di un lungo e approfondito viaggio nella coscienza di Sé - e altri che ancora non le hanno fatte ma che aspirano o è nel loro interesse volerle fare. Per cui il servitore è anche colui che opera, non retribuito, servendo l'altrui bisogno o richiesta di aiuto in questo ambito, avendo esperienza diretta e competenza in merito.
A questo punto però va detto che un autentico servizio spirituale che è possibile offrire al nostro prossimo, oltre al servizio vero e proprio - suggerimento utile o gradito - è quello di essere innanzitutto onesti con noi stessi. Questa onestà interiore deriva dalla piena consapevolezza che non siamo mai noi gli autori di qualsiasi servizio o dono che possiamo elargire, perché noi siamo solo dei tramiti con cui l'Uno-Divino si esprime nella dimensione duale e relativa.
Quindi, sapendo ciò,non possiamo mai aspettarci, tanto meno richiedere, riconoscenza e gratitudine. Semmai, qualsiasi riconoscimento lo consideriamo un ritorno compensativo gradevole che riceviamo che però non ci spetterebbe. In realtà esso andrebbe indirizzato altrove, non al mero strumento individuale attraverso cui il servizio viene manifestato.
Questo consapevole atteggiamento pone il servitore dello spirito al riparo da ogni forma di orgoglio che possa scaturire dalla disponibilità al servire. In senso profondo, quando il servitore offre al presunto altro un servizio sa bene che lo sta facendo a se stesso.
Inoltre, quando è sbocciata una consapevolezza e una compassione nel cuore dovuto al Risveglio dell'Essere, il farsi servitori diventa un fatto naturale, una incontenibile voglia di condivisione che non s'aspetta nulla in cambio, ma che è però presente alla genuinità delle richieste. Diventa un respiro d'amore e gratitudine per una realizzazione – dovuta alla Grazia - che ora non può diventare che servizio spontaneo e gratuito.
Quando ciò non succede non è servizio spirituale ma servizio prettamente materiale, profano, tendente ad un guadagno e vanità personale. Il distinguo è importante perché segnala che ogni non gratuità del servizio vanifica ogni pretesa di aiuto spirituale all'altro, perché il dono interiore che ci è stato dato gratuitamente non può che essere condiviso altrettanto gratuitamente.
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Praj il 27/10/09 alle 19:39 via WEB
Conosco questa posizione di Osho e per molti versi la condivido. Deriva dal principio del "non dare le perle ai porci" di antica memoria.
E' anche la tesi principe di Gurdjieff e di altre scuole esoteriche, le quali affermano, appunto, l'implicito non apprezzamento di un dono spirituale se non guadagnato attraverso uno sforzo e sacrificio, pagando quindi un doveroso prezzo, in denaro o altro, per ottenerlo. Perchè, se non si paga un servizio spirituale, questi è per forza di cose sottovalutato e perciò non apprezzato pienamente, non compreso e assimilato per il suo giusto valore.
A mio parere questa impostazione non vale in assoluto. Un individuo può anche pagare con denaro o sforzo ma non per questo realizza qualcosa di essenziale. Questi sono la maggioranza. Molti accumulano esperienze su esperienze, esperimentando una quantità di cose non determinanti per una effettiva trasformazione reale, profonda.
Al contrario ci sono quei pochi che sono arrivati ad un punto di maturazione hanno solo di poche indicazioni per trovare il coraggio di abbandonarsi e attraversare la Soglia, la porta che conduce all'autoriconoscimento di Sè. Forse scrivo - offro il servizio - proprio per costoro.
Per loro, che sono ormai "pronti" per accettare di ottenere nulla di esteriore, di meramente mentale ed egoico, non è più tempo di pagare, ma solo di arrendersi per essere disponibili al grande insight. In questa fase estrema non c'è più niente da pagare perchè tutto è determinato dal misterioso tocco della Grazia. L'acquisire cose o informazioni è attinente ancora alla dimensione dell'avere, quindi dell'ego. L'arrendersi invece è il salto nel regno dell'Essere, il definitivo e gratuito disvelamento della propria Divinità-umanizzata.
Tanti auguri Fioreselvatico e buoni acquisti a caro prezzo allora! Namastè! :-)
(Rispondi)
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Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
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il 09/07/2023 alle 12:33
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