Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Settembre 2009

Spezzare il Cuore...

Post n°675 pubblicato il 30 Settembre 2009 da Praj
 

Estratto da un Satsang (Incontro spirituale) con Karl Renz

D.    Tre giorni fa mi hai detto che bisognava che il mio cuore si spezzasse, per vedere  che quello non mi avrebbe portato a nulla.

K.R.  Ciò che voglio dire con quello  è prova, prova a spezzare il tuo cuore, però non è così che si potrà spezzare. Tu non puoi spezzare il tuo cuore e quello ti spezzerà il cuore, è il paradosso. Scoprirai forse che, qualsiasi sforzo farai, non potrai mai riuscirci ed è questo che ti spezza il cuore. Avere il cuore spezzato significa realizzare che non c’è cuore, non c’è casa, da nessuna parte dove atterrare, che non ci sarà mai un posto che tu possa chiamare la tua casa o qualsiasi cosa. E’ quello che spezza il tuo cuore.
Tu speri che quella casa che cerchi sarà come il cuore, speri di trovare un posto dove potrai essere nel tuo cuore e tutto andrà bene, ma ti accorgi che quello è ancora immaginazione, l’immagine di una casa qualunque essa sia; tu puoi starci per un tempo, si, ma poi dovrai lasciarla. Vedi che tutto è un’abitazione temporanea. Allora questo spezza la tua idea di casa, questo spezza il tuo cuore.
Ma, sorpresa, quando si spezza l’idea di cuore, tu sei il cuore! Ma senza conoscere il cuore. Non c’è mai stato niente che non sia Quello, allora, in quel senso tu sei il cuore, tu sei la casa, ma non c’è nessuno in casa. E’ così che il tuo cuore deve spezzarsi, il cuore del possesso. Non ci sarà mai il possessore di un cuore. E’ questa la distruzione del cuore. Tu, che hai fatto di tutto per avere un cuore, conoscerlo, quando vedi che non ci arriverai mai, questo ti spezza il cuore.

D.    Vorrei che tu parlassi di ciò che succede quando si lascia il mentale e...

K. R.  Se vedi che lasci il mentale, sii felice, perché hai molto sofferto per arrivarci.

D.    Ci si sente attirati prima che questo succeda?

K.R.  Succeda? Che cosa succede? Non tentare di farne una storia, un prima e un dopo, parlo di ciò che non ha né prima né dopo. Tutto ciò che ha un prima e un dopo è un po’ come il salone di bellezza dell’universo, ci entri brutto e ne esci bello, c’è perciò un prima e un dopo lo spettacolo e questo fa anche parte dello spettacolo, molto semplicemente, prima e dopo l’illuminazione. Ha! Ha! Ha!
Prima di aprirsi, un cuore chiuso, dopo un cuore aperto. “Maestri del cuore” che ti fanno un’operazione del cuore. Immagina la parola “maestro del cuore”, quello che ha dominato il suo cuore, che idea assurda! Colui che è il maestro del cuore, che schiavitù! Che idiozia quel genere di controllo di sé!
E’ una bella storia, ma nessuna storia può portare a Quello. Un cuore  da fiaba, tutto quello di cui possiamo parlare è una bella favola...
Ma devo dire che non puoi evitare di innamorarti di te stesso, ancora e sempre, poi viene l’idea seguente, la trappola seguente, che è fatta perfettamente per te e nasce attraverso di te. Non puoi sfuggirle; il cuore è una di queste trappole, ma ce ne sono molte altre. E tu fai quel viaggio che non avrà mai fine. Sei in trance come in un trip di LSD, ti innamori e sei nella trance di essere innamorato di te stesso.
Allora quell’amore ti ipnotizza e vuoi risvegliarti, ma sei anche ipnotizzato dal desiderio di risvegliarti, un serpente ipnotico  che s’ipnotizza anche lui. Meraviglioso! E non c’è scappatoia! Allora sii felice. Quella storia d’amore con te stesso  è come un dialogo, il silenzio amoroso di se stesso, il silenzio che si realizza in tutti i modi possibili, non puoi sfuggirgli e tu sei Quello.

Nessuna scappatoia, allora devi essere ciò che sei, che il tuo cuore sia chiuso o aperto o qualsiasi sia il suo stato.


Karl Renz

Dalla rivista: 3ème Millénaire n. 87 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini

Per leggere l'intero articolo: http://www.sviluppocoscienza.it/Karl%20Renz%20x.htm
 

 

 
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Chi si reincarna se non c'è un'anima individuale?

Post n°674 pubblicato il 28 Settembre 2009 da Praj
 

Un'amica virtuale qualche giorno fa mi ha invitato a dire qualcosa in merito alla cosiddetta "trasmigrazione dell'anima" post mortem, detta anche reincarnazione. Eccola accontentata.
Per come la vede ora la “mia” Consapevolezza tutto ciò che esiste è Coscienza. Quindi lo è anche ogni individuo, il quale come manifestazione, è una mera apparizione emersa nella Coscienza. Una delle sue infinite e variegate espressioni. Quando questa manifestazione emerge dall'Uno–Coscienza si dice che c'è stata una nascita.  Ma questa è solo l'illusione che c'induce a percepire e vedere L'Uno uno come molteplice, come un insieme di forme separate.
La visione mondana è appunto il credere nell'apparenza di tutte queste entità separate che si relazionano tra loro. La loro connessione con la Fonte dalla quale sono emersi non è percepita, vista o intuita. Quando però viene compreso che c'è invece questa unione sottostante, che tutto nasce da questa Unità e che la forma individuale non è che un aspetto particolare dell'Unità allora si realizza come qualunque di queste forme è una nascita temporanea attraverso cui vari eventi accadono, e attraverso cui sono contenuti pensieri, memorie, esperienze emozioni.
Alla chiusura di questo tragitto della forma individuo, avviene l'abbandono del corpo, ciò che viene chiamata morte, che è il ricongiungimento di tutti questi elementi alla Fonte originaria.
E' la scomposizione di ciò che è nato e quindi ogni elemento composto "ritorna" alla Matrice dalla quale in realtà non si è mai allontanato. Ora questi composti non sono più differenziati in alcun maniera. Per cui tutti i pensieri dell'individuo che se n'è andato, tutte le sue esperienze, le sue memorie, ogni sua caratteristica e peculiarità ritornano nel Tutto indifferenziato della Coscienza.
Ciò che è significativo da Comprendere è che gli individui-forma sorti dal Tutto non sono mai stati separati da Esso. Saranno apparsi separati fra loro ma questo è accaduto solo perché non sono sempre stati in condizione di vedere la rete di connessioni che invece costituiva l'Unità. Nulla può essere separato dall'Uno, altrimenti sarebbe dualità. E la dualità è solo apparente, è il cosiddetto Velo di Maya. “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” questa è una legge fisica ben nota, ma è una legge che vale in ogni dimensione del mondo fenomenico-coscienziale.
L'Unità trasforma se stessa in questo continuo crearsi di nuovi organismi. E' pura creatività sempre all'opera. Ritornando però al cosiddetto individuo: se in uno di queste entità corpo-mente vi è il senso di essere un agente personale allora questi crederà che ogni pensiero sia di sua proprietà. In realtà potrebbe essere un "nuovo" pensiero, o uno pensato da un altro individuo trecento, mille anni prima. Potrebbe essere la memoria di un'esperienza sperimentata in un precedente essere umano. Ma se c'è un senso di azione personale, l'organismo individuale crederà che questo pensiero o esperienza o memoria sia suo e dirà "io ho sperimentato ciò" "questa era la mia vita precedente, la mia esperienza passata". Invece da sempre non vi è mai stato alcun individuo separato. Per cui anch'io, come tutti, sono solo un nome dato ad una particolare temporanea nascita nell'Uno-Coscienza.
Tutti i concetti e teorie sulla reincarnazione o trasmigrazione dell'anima sono basati sulla nozione errata di separazione. Una volta capito che tutto ciò che c'è è Coscienza allora ciò che si incarna e reincarna è anche visto come Coscienza. Dal punto di vista metafisicamente panoramico, dunque tutto è Uno e tutte le forme, compresi gli individui umani sono espressioni dell'Uno.
Per cui anche la trasmigrazione dell'anima individuale o la reincarnazione comunemente intesa, nella sua versione popolare e essoterica è una consolazione illusoria creata ancora una volta dall'ego che non si capacita di scomparire per sempre quando l'organismo corpo mente nel quale è identificato muore.

 


 

 
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La doppia illusione

Post n°673 pubblicato il 25 Settembre 2009 da Praj
 

Ci sono due generi di illusione riguardanti l'essere: una è fondamentale, radicale e l'altra è sovrapposta, superficiale. Identificarcs in un ruolo qualsiasi, uno dei tanti con i quali ci rappresentiamo nei vari scenari dell'esistenza, in cui di volta in volta assumiamo la maschera per meglio affrontare un evento, una situazione, è l'illusione sovrapposta.
Credere invece di essere un individuo - un ente personale libero e autonomo, separato dal Tutto - è l'illusione fondamentale, la più profonda e nascosta alla nostra mente, alla nostra psiche.
Dall'intreccio dinamico di queste due illusioni si forma la credenza dei vari ego dei quali ci vestiamo e che sono strutturati in forme gerarchiche e valoriali, con i quali conviviamo, dai quali pensiamo, dai quali agiamo, sentiamo e percepiamo tutta la cosiddetta nostra vita.
Queste due tipi d'illusione si perpetuano attraverso l'induzione di credenze che ci trasmettono e ci trasmettiamo l'un l'altro, dalla nascita alla morte, mediante la cultura, l'educazione, la società, la famiglia, le relazioni interpersonali.
Ne siamo tutti posseduti al punto che non ci rendiamo essere immersi in esse. Anzi, continuiamo a rifnorzare tali credenze immedesimandoci totalmente nelle nostre storie personali, dando continuamente energia a tutte le soggettive identificazioni.
Solo chi è uscito da siffatto incantesimo psicologico-spirituale può aiutarci a riconoscerle e liberarci dalla loro soporifera assuefazione, dalla loro forza ipnotica. E' chi libero da entrambe le illusioni è solo il Risvegliato nella Coscienza dell'Uno. Colui che si è riconosciuto nel Sè, morto alla doppia illusione, ridestato dal sonno della mente. 


 
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Andati senza aver Veduto...

Post n°672 pubblicato il 23 Settembre 2009 da Praj
 

Quando si comincia ad andare in là con gli anni, spesso capita di incontrare amici, parenti e conoscenti con i quali accade di ricordare un coetaneo o qualcuno che se n’è andato all’altro mondo.Girano frasi come queste: “Ti ricordi di Tizio?  Ecco, è morto”;  “Hai presente Caio? Tre mesi fa è deceduto.” E così via. Allora parte il gioco dei ricordi.
Succede allora che inevitabilmente sei costretto a pensare ad amici, parenti e conoscenti con i quali avevi avuto contatti e rapporti più o meno intensi e che ora non avrai più la possibilità di rivedere.
Riflettendo sulla stragrande maggioranza di queste persone, rilevo che esse – purtroppo per loro - non hanno mai cercato in tutta la loro vita di conoscere se stesse, nemmeno, in età matura, a prepararsi a lasciare il corpo. Si sono accontentate di ciò che era stato detto sul loro conto, su alcune credenze religiose, ideologiche o filosofiche raramente approfondite.
Per tutto il corso della loro esistenza hanno convissuto con l’identificazione egoica che avevano e non si sono mai curate di approfondire, di ricercare dimensioni più sottili, profonde dell’essere. Sono stati assorbiti dal mondano fino alla morte. Si sono occupati solo di cose esteriori, interessi materiali e passatempi vari. Molto poco della loro interiorità. Fondamentalmente hanno avuto paura a guardarsi dentro profondamente.
Di fronte a tale incuranza per la conoscenza di sé, non mi resta che sentire una gratitudine immensa per quel mistero che mi invece mi ha donato la Grazia, per ricercare, per ritrovare quel senso di Unità con il Tutto, anche se attraverso un duro cammino. Sono grato al Divino che mi ha instillato una scintilla spirituale che ha potuto diventare torcia e poi fiamma.
Sì, guardandomi attorno, aldilà delle realizzazioni mondane secondarie, mi sento benedetto per avere avuto la grande “fortuna” di guardare oltre, di cercare quell’esperienza spirituale diretta che mi permetterà di lasciare il corpo, quando accadrà, con uno spirito che ha colto l’occasione esistenziale per riconoscersi, ancor prima di morire al corpo e alla mente, in un’identità che andava ben oltre il mero affaccendarsi nel mondo fenomenico. Una tenerezza invade il mio cuore al pensiero che questi amici, parenti e conoscenti non abbiano mai potuto sperimentare uno stato dell’essere come questo, una dimensione della Coscienza che li facesse sentire un tutt’Uno con la sorgente di ogni cosa. E’ un peccato che se ne siano andati senza mai essere usciti dal sogno, dal mondo delle apparenze.
Evidentemente così doveva essere. La loro Essenza cercherà ancora occasioni e strade per emergere dal buio di una inconsapevolezza che in questa vita non è riuscita purtroppo ad emergere, a volare sopra i richiami del mondo, aldilà dei ruoli l’ego che ha assunto e nei quali non ha potuto che perdersi.



 

 
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Un businness chiamato 2012?

Post n°671 pubblicato il 21 Settembre 2009 da Praj
 

Visto che ora anche in Tv si fanno trasmissioni speciali sul 2012, presto nelle sale cinematografiche uscirà  un film, si pubblicano libri ad iosa sul tema, si vendono kit  e rifugi di sopravvivenza,  gadgets vari, temo che questa faccenda sia già diventato un vero business.
Non vorrei che fosse solo un’altra occasione per speculare sull’ansia indotta e farne un colossale affare.
Non credo che ci sia bisogno di leggere i libri di Nostradamus o le antiche profezie dei Maya per vedere su quale china stiamo facendo degradare il nostro caro pianeta, la nostra Madre Terra. Basta essere un pò consapevoli e sensibili, non ipnotizzati dal nostro stupido egoismo e ciò diventa evidente.
C'è piuttosto una ulteriore suggestione in campo che offre l’occasione per riflettere sullo stato di cose del pianeta, essa richiama alla prossima data del 21-12–2012: una profezia  annunciata dai Maya, la quale parla di un grande cambiamento, dovuto alla variazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare e alla fine di una certa era. Questo secondo il loro calendario. Ciò, corrisponderebbe anche alle tesi di alcuni studiosi, secondo i quali il suddetto evento darà inizio a grandi cambiamenti, con ripercussioni e ricadute su molti livelli: da quelli naturali e climatici oltre a quelli psicologici, economici e sociali. La suggestione che ne scaturisce, aldilà del fatto che possa avere o meno delle basi di realismo, di scientificità, potrebbe essere uno stimolo ulteriore alla considerazione sulle nostre responsabilità attuali. Un'occasione per un proficuo dibattito globale che potrebbe farci rendere conto, forse, di cosa stiamo facendo con le risorse materiali e umane a disposizione. 
Sarebbe una grande occasione per dibattere sul modo assurdo che noi abitanti del pianeta ci stiamo relazioniamo e su come inconsapevolmente ci stiamo comportando. Potrebbe essere una propizia evenienza per fare un po’ d'ordine nel caos imperante su molti piani del convivenza globale.

E’ molto probabile che se non sarà proprio il 2012 sarà il 2100 o un po’ più avanti. Se non avverrà quanto prima una grande presa di coscienza comune in grado produrre una sostanziale trasformazione del nostro sistema di vivere e consumare, di distribuire la ricchezza e gestire le risorse non rinnovabili, comunque, prima o poi, le generazioni a venire si troveranno delle terribili eredità da gestire, situazione che tra l'altro sta già pagando una gran parte dell'umanità, purtroppo.sacrificata per il mantenimento del consumismo di una minoranza della popolazione mondiale.
La scienza e la politica possono essere d'aiuto solo se accompagnata da una maggior consapevolezza umanitaria, ecologica e olistica. E’ molto pericoloso insistere a non voler vedere questi problemi e rifugiarsi in risposte basate soltanto sull’interesse personale e nazionale.
Comunque l'attesa di questa data, ancora per molti sconosciuta, si sta diffondendo e gradualmente sta creando una sempre più diffusa speranza per alcuni e inquietudine per altri. Sta di fatto che quella data, già da sola, creerà un campo di energie pschiche, emotive, e coscienziali che potrà prendere diverse direzioni. Dipenderà poi dall'insieme e dal grado di consapevolezza generale, planetaria, avere una svolta positiva o meno.
Potrebbero aumentare sia il caos che l'armonia. Sarà piuttosto la massa critica del senso di responsabilità mondiale che farà l'ago della bilancia nel determinare la svolta verso l'evoluzione o l'involuzione. Se ci sarà più consapevolezza nel mondo le cose andranno verso il meglio, verso la rigenerazione; altrimenti l'abisso, per tutti, si farà sempre più vicino.
Sono già in atto, comunque, grandi movimenti e forze che tentano d'equilibrare la tendenza alla distruzione, che tentano d’arginare l'inconsapevolezza dilagante. Il grande rischio, secondo me, consiste nel fatto che se prevarrà la tendenza distruttrice, lo scivolare sul piano inclinato verso il disordine, verso il tanto peggio tanto meglio, l'egoismo individuale, sociale e nazionale, la profezia catastrofista avrà molte chance per autoavvererarsi.
Se non proprio nel 2012, è evidente che non si può precisamente sapere quando, ma la questione, casomai, è solo rimandata ad prossimo futuro.
Quel che è molto probabile è che, prima o poi, accadrà, a meno che si aprano gli occhi ed il cuore di tanta gente che oggi ancora vive senza sapere che è imbarcata su uno immenso e sferico Titanic e si sta avvicina al naufragio, una via senza ritorno, ballando e scherzando irresponsabilmente sull'orlo del baratro ignara della sua responsabilità... e libertà di creare il futuro degno dell'essere umano maturo e intelligente. Bisogna che il timoniere, il genere umano, riprenda in timone in mano e sappia relazionarsi con il cuore e con la testa con sua madre Gaia.

 

 
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Errata corrige!

Post n°670 pubblicato il 18 Settembre 2009 da Praj
 

Parafrasando uno slogan degli atei razionalisti che fa riferimento alla presunta inesistenza di Dio, forse è meglio dare la vera notizia interessante:




La cattiva notizia è che Dio l'io non esiste.

Quella buona è che non ne hai bisogno.

 
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Indigo boy cercasi

Post n°669 pubblicato il 16 Settembre 2009 da Praj
 

È dall'inizio dei tempi che i genitori devono confrontarsi con la ribellione degli adolescenti.
Sino a oggi un po' di buon senso, unito a un pizzico di razionalità e a tanto amore, hanno consentito di risanare, o perlomeno di ridurre, i divari generazionali. Tuttavia, negli ultimi vent'anni è emersa una nuova categoria di bambini che, rispetto alle generazioni passate, risulta essere più intelligente, più ribelle, più creativa e più arrabbiata, gettando i genitori nello sconcerto e alla ricerca di risposte. Mentre la percentuale di casi di ADD e di ADHD stava aumentando drammaticamente e i genitori avevano bisogno di aiuto e si iniziava a comprendere il concetto di bambini Indaco, una nuova ondata di bambini, oseremmo dire più "gentili" e "cortesi", è venuta alla luce.
...
E fu così che ebbe inizio il nostro lavoro con questi Esseri.
Il sito Internet ci permise di entrare in contatto con altre persone sparse in tutto il mondo, e iniziammo così a renderci conto che c'era un gran bisogno di informazioni relative al processo di trasformazione a cui è sottoposto in questo periodo il nostro Pianeta, detto anche, "processo di ascensione", in quanto la Terra sta ascendendo a una frequenza o vibrazione più elevata, per permettere a un livello superiore di coscienza di armonizzarsi con l'intero Pianeta.
Gli Esseri Indaco e Cristallo sono parte essenziale e integrante di questo processo; infatti, l'accelerazione del processo di ascensione è stata una diretta conseguenza della presenza degli Esseri Cristallo nati sulla Terra già come bambini Cristallo. Sono loro che "sostengono" l'energia affinché possa esserci la trasformazione; nascono con una vibrazione così elevata nella loro aura da trascinare tutti coloro che sono pronti a trasferirsi sulla loro frequenza Cristallo o Cristica. Quando un numero sufficiente di persone raggiungerà la stessa frequenza degli Esseri Cristallo, il Pianeta rinascerà a questa frequenza. I nuovi bambini stanno aiutando gli adulti nel loro processo di transizione a questa nuova frequenza.
Molti stanno cominciando a chiedersi se sono Indaco o Cristallo e se, anch'essi, possono entrare a far parte dell'avventura Indaco-Cristallo.
... Sia noi che il Pianeta stiamo attraversando un processo di rinascita. È un "progetto collettivo", che non dipende da un gruppo di eletti, mistici, o extraterrestri. Questo è semplicemente il lavoro di qualunque Essere Umano che abbia intenzione di creare qualcosa di nuovo e un futuro migliore. Non appena questa intenzione si manifesta in lui, egli inizia a vibrare alla frequenza Indaco, e a evolversi, creando nuovi modelli energetici all'interno del suo campo aurico, poi in seguito, solo quando sarà pronto, transiterà alla vibrazione Cristallo, rinascendo nella nuova energia Cristallo-Cristica attualmente disponibile sulla Terra. Solo dopo aver compiuto questa transizione, egli avrà il potenziale per aprirsi alla piena "Coscienza Cristica".
E mentre si entra a far parte dell'avventura Indaco-Cristallo la nuova energia tesse e crea una nuova casa planetaria per questi Esseri evoluti sia materialmente che spiritualmente.

Estratto dall'introduzione del libro: L'avventura Indaco-Cristallo (Bambini e Adulti Indaco e Cristallo -
I Pionieri della Nuova Era) di Celia Fenn
Ed. Stazione Celeste

°°°

A dire il vero, come osservatore attento e aperto a tutti i fenomeni coscienziali evolutivi, personalmente, non ho mai avuto occasione di notare bambini o giovani di tal genere. Ne ho sentito solo parlare attraverso  libri lanciati da case editrici specializzate in questi argomenti.
Anzi, se devo essere schietto, devo constatare che, a parte una minoranza esigua, come sempre è stato, i giovani vanno in tutt'altra direzione che quella immaginata dall'autrice. Rilevo piuttosto che sono forse, spiritualmente e mentalmente, più conformisti di altre generazioni che li hano preceduti. Questo senza fargliene una colpa: sappiamo che genere di  educazione hanno subito, assimilato.
Allora, non è che siamo di fronte ad un'altra fantasia, fantasticheria , operazione editoriale, new age?



 
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Esplorando dentro...

Post n°668 pubblicato il 14 Settembre 2009 da Praj
 

Come libero ricercatore spirituale mi sono sempre sentito una sorta di disertore o outsider che non si adeguava alle convenzioni religiose tradizionali.
Mi sentivo un individuo che portava in sè l'anelito di superare la condizione umana ordinaria, percepita come adesione ad un insieme di credenze non sperimentate direttamente.
Quindi, attraverso un viaggio interiore, ho esplorato la mente oltre il consueto modo di vedere, alla scoperta di aspetti di me stesso che nella società non venivano a galla o non erano culturalmente accettati, inclusi come possibiltità di esperienza.
Come una sorta di sciamano contemporaneo, solitario, metropolitano, ho "dovuto" realizzare la riconciliazione degli opposti dentro di me, sapendo che altrimenti avrei potuto aspettarmi una disarmonizzazione o stagnazione della vita psichica.
Per cui ho avuto la necessità di alimentare il mio ricco serbatoio di esperienze visionarie per far sì che non si prosciugassero, facendomi perdere la capacità di conciliare gli opposti, il dualismo esitenziale.
Sono riuscito in questo intento a realizzare dentro di me questa unità, facendomi tramite tra la realtà ordinaria e quella non ordinaria, diventando esploratore del regno crepuscolare del sacro mistero.
Recuperando l"anima sciamanica", ho cercato di re-innestarla nella mia psiche occidentalizzata, dominatata dalla razionalità, per creare un ponte tra il visibile e l'invisibile, tra il razionale e il sovrarazionale, tra l'essere e il non essere.
Nei miei viaggi estatici, mi è capitato di recarmi in un "altro mondo" e diventare "qualcos'altro". Sono riuscito a visitare realtà e dimensioni che si estendono oltre l'orizzonte dell'immaginazione, senza l'ausilio di nessuna sostanza psicotropa, con il solo aiuto della meditazione e contemplazione.
L'incredibile però, oltre che necessario, è che per esplorare o trasformarmi in un altro aspetto della creazione, entrare in visioni più sottili dell'essere, ho dovuto "destrutturare" me stesso, dissociare l'anima dal corpo, diventare spirito, ho dovuto "morire" a me stesso per  poter "rinascere" come Realtà infinitamente più grande; restando semplice uomo.


 
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Ora di religione? No grazie. Casomai, di religiosità.

Post n°667 pubblicato il 11 Settembre 2009 da Praj
 

C'è chi vuole e pensa sia giusto insegnare una religione, per il suo bene, per la sua crescita educativa e formazione morale, ad un bambino o ragazzo.
Io rispondo che, a mio parere, si dovrebbe invece lasciarlo giocare... lui sta bene così: sa tutto quello che gli serve al momento.
Non gli si dovrebbero dare risposte se non fa delle domande spontanee... che nascono dalla sua curiosità e dalla sua naturale intelligenza.
Noi abbiamo, purtroppo, la curiosa abitudine a dare delle risposte a chi non ha fatto domande. Poi, man mano che cresce e vuol comprendere come funzionano le cose intorno a lui, ecco che allora è nello stato psicologico per poter assimilare con interesse gli insegnamenti della religione, della scienza, spiegati in modo adeguato alla sua capacità ricettiva, sia intellettuale che emozionale.
Riguardo invece alle specifiche risposte religiose... è meglio per me non fornirgliele prefabbricate, confezionate, derivate dalle nostre convinzioni e fedi-credenze. Gli va lasciato uno spazio di ricerca che nasce dal suo stesso anelito di Conoscenza, al suo bisogno di Comprensione, al suo bisogno di Religiosità, più che di religione canonica.
Gli si può indicare tuttalpù, in modo semplificato ed obbiettivo, quali sono state le varie risposte che sono state date nel tempo dagli uomini che l'hanno preceduto (una vera storia delle religioni).
Quello che è importante, per me, è non condizionarlo... per cercare di farlo aderire ad una religione dominante o a forzarlo verso qualsiasi organizzazione religiosa più o meno conosciuta. Se intorno a sè, il bambino, invece può respirare una atmosfera di apertura, di libertà, di esempio, di dialogo e confronto positivo... troverà liberamente da sè la Via che gli può interessare e che gli da il senso della genuina ricerca... per affrontare questo viaggio misterioso che è la Vita, e man mano troverà lungo il percorso indicazioni sempre più sentite nel cuore e nella intelligenza... tutto verrà da sè...e libera-mente potrà ritrovare Sè stesso... il Divino dentro di lui o come altro vorrà chiamare la Sua Essenza. Questo approcciio all'interiorità è  una autentica religiosità libera da credenze precostituite. 


 
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Hexakosioihexekontahexafobia: la paura del numero 666!

Post n°666 pubblicato il 09 Settembre 2009 da Praj
 

Osservando il numero del post a cui sono giunto nel mio blog, il 666, è sorta una curiosità che mi  ha spinto ad interrogarmi sul perchè questo famigerato numero induce ancora tanto scandalo e timore, se non peggio, in molte persone. Da una piccolissima ricerca ricavo che è una faccenda completamente legata a tradizioni religiose di origine Adamitica.
Addirittura scopro c'è una fobia specifica che si chiama Hexakosioihexekontahexafobia: la paura del numero 666!
Si può dunque dire che questo fenomeno appartiene ad una dimensione simbolica del tutto legata alla culture religiose monoteistiche occidentali, alle quali si aggiunge quella magico esoterica. Queste sono tutte culture fondate su una base dualistica: la quale contrappone in una eterna lotta il principio del bene (Dio) contro quello del male (il diavolo).
Non resta da osservare che il 666, numero della grande bestia (Satana, ovvero l'ispiratore del male), non ha invece nessuna valenza, rilevanza e potere suggestivo per chi ha altri riferimenti
spirituali, filosofici o metafisici. La Cosa mi induce a pensare che questo accade per tutti i fenomeni connessi ad ogni genere di superstizioni, di credenza magico-spirituale.
E' la conferma che ciò che ha potere di suggestione in un ambiente, è totalmente irrilevante o, addirittura, ha un significato contrario, in un altro: quindi, è soltanto un fenomeno relativo a specifici ambienti psicologico culturali. Non è niente di assoluto.
Che dire? A me questo numero e quel che dovrebbe rappresentare non fa nessuna paura o effetto, ma induce solo curiosità per ciò che questa dimensione mentale ancora produce nella mente di tante persone che credono nella potenza di questo simbolo terrificante. Forse, basterebbe ritrovare un minimo di consapevolezza, approfondire la conoscenza di sé, per non perdersi in queste paranoie che appartengono, secondo il mio punto di vista, ad una dimensione coscienziale e spirituale ancora infantile, quasi primitiva, dell'essere umano.

 

 
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Annoiarsi

Post n°665 pubblicato il 07 Settembre 2009 da Praj
 

La noia è il segno inequivocabile che i pensieri stanno girando in folle, su loro stessi, ruotando attorno ad un nucleo invariante sul quale siamo in qualche modo fissati. Questi pensieri sono entrati in un circolo vizioso per cui ritornano a riproporsi, monotoni, ripetitivamente. Oppure possono essere come una palla che continua a ribalzare sui muri in una stanza chiusa.
Sono uno spreco di energia nel quale è meglio non indulgere, se non si vuole in qualche misura deprimersi, farsi del male psicologico, a lungo andare.
Cercare di uscirne con mezzi ed espedienti che sono alla base della stessa noia è inutile, perchè ciò non funziona. Anzi, proprio questi tentativi non risolutivi non fanno che perpetuare lo stato di noia nel quale siamo immersi o sprofondati.
Siccome non si può superare un problema dallo stesso livello da cui è generato, ecco che per sradicare la noia occorre piuttosto conoscere il meccanismo che la crea: occorre vedere la fonte da cui sorge il pensiero ricorrente connesso al passato.
Questo sradicamento può riuscire con la meditazione, nella quale si riesce ad osservare il processo mentale che crea la noia, le radici sulle quali attecchisce.
Una volta vista la logica sulla quale s'innesta il fenomeno dell'annioarsi, si hanno anche gli strumenti per non farla nascere o, perlomeno, si ha la capacità di non alimentarla, non dandole quell'energia mentale che si appoggia ad uno stancante autocompiacimento intellettuale, ad un rimuginare senza costrutto.

 

 

 
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Disincantesimo

Post n°664 pubblicato il 04 Settembre 2009 da Praj
 

Se non si giunge al disincanto assoluto, non sorge la visione e non accade il Risveglio della Coscienza.
Allora si insiste nell'etica ideologica, nei modelli comportamentali, nell'aspettative e nei voli pindarici della mente, nel dualismo del giusto-sbagliato, nell'auspicio della crescita personale... nelle speranze e, inevitabilmente, nelle disillusioni.
La Comprensione non dualistica invece si dischiude solo quando si Vede con occhio vergine il Ciò che E'; quando, nudi di cuore e di mente, incontriamo la Qualità primaria della nostra vera natura.
Ma noi ci attardiamo nel misurarci e giudicarci con schemi convenzionali, orizzontali, precostituiti.
Chiediamoci piuttosto: se noi siamo quello che siamo, voluti dall'Assoluto così come siamo, perché non c'è altro che l'Uno, in questo stesso momento, perché dovremmo cambiare?  Non è possibile, no?
E se accade quel che accade è solo perché deve accadere. Perchè allora non ci abbandoniamo una volta per tutte a questa Realtà palese?
Come possiamo fingere di essere altro da ciò che mostriamo, se anche quando fingiamo, siamo sempre quello che siamo in quell'istante?
Lo facciamo per soddisfare solo la nostra mentale non accettazione delle cose, di noi stessi, del mondo, degli umani così come sono. E'u dunque una resistenza al Divino volere.
Non ci è possibile alcuna fuga da noi stessi e, dunque, è meglio se ci accettiamo definitivamente come quegli esseri perfettamente imperfetti che dimostriamo d'essere, con le nostre paure, ansie, glorie e miserie comprese?
Se ci affidiamo soltanto di quello che abbiamo deciso che ci sta bene fantasticare, immaginare di noi e degli altri  in prospettiva, allora ci separiamo dal ciò che E' adesso: quell'Uno che in noi invece esprime proprio quello che stiamo manifestando. Che piaccia o meno a ciò che l'ego illusoriamente crede di essere.
Finchè asseconderemo queste illusioni non potremo che soffrire, perchè non fluiamo, perchè ci sforziamo inutilmente di andare controcorrente, non sapendo che ci allontaniamo dall'Oceano che, infinitamente paziente, attende il nostro scioglierci nella Sua vastità.

 


 

 
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Il lignaggio non è necessario

Post n°663 pubblicato il 02 Settembre 2009 da Praj
 

Non esiste, secondo me, nessun lignaggio spirituale che ci garantisca il risveglio interiore, perchè proprio la credenza che ci sia una catena tradizionale che trasmette l'insegnamento che conduce al risveglio dimostra che stiamo sognando al massimo livello, con poche possibilità d'uscita.
Perciò chiunque voglia inserirci in una qualche sorta di lignaggio convincendoci che altrimenti, spiritualmente, non andremo da nessuna parte senza la sua mappa, ci sta in qualche modo fuorviando.
Ci mantiene in un circolo vizioso nel quale sarà molto difficile ridestarsi.
Chiunque invece aneli ardentemente e permanentemente alla liberazione sarà guidato dalla propria Essenza; gli accadrà, attraverso il cammino e le prove esperienziale a cui verrà chiamato, di essere sia il fondatore che distruttore del suo personale, unico, lignaggio.
In questa assoluta determinazione, percorrerà la linea più breve per ritovare la Via di Casa e riconoscerSi.

 

 
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