Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Maggio 2008

Solo Chi ha creato l'ego lo può dissolvere

Post n°442 pubblicato il 30 Maggio 2008 da Praj
 

Molti individui che si sono incamminati in un percorso di ricerca interiore ad un certo punto si domandano: da dove proviene l'ego?
La risposta che mi son dato è: l'ego è un Incantesimo Divino!
Si sente sempre dire, soprattutto in certi ambienti spirituali, che l'ego è il problema e si dovrebbe abbandonare l'ego.  Però pochi sono in grado di dirci come possiamo lasciare il "nostro" ego!
Il motivo per cui non possiamo farlo è che "noi" siamo l'ego!
L'ego in sè non ha nessuna intenzione di suicidarsi realmente. Al massimo può fingere di farlo attraverso vari stratagemmi, incluso quello di cercare un modo per annullarsi.
Si deve sapere che l'ego è scaturito dalla stessa Sorgente da cui ogni altra cosa emerge. Così, come la stessa  manifestazione fisica.
Perché allora la Coscienza Divina ha creato  il falso "io"?   Perché senza il falso "io" le relazioni umane non potrebbero avvenire e senza delle relazioni tra esseri umani, la vita - come la concepiamo - non potrebbe accadere. Affinché si svolga la vita, affinché possa svilupparsi il Divino ed Eterno Gioco Creativo, devono esserci determinate relazioni tra gli esseri umani e affinché queste avvengano, deve esserci l'ego. L'ego è una sovrastruttura psichica atta a favorire la stimolazione di emozioni, di sensazioni, di identificazioni...
Questa sovrastruttura è causata dall'Incanto Divino, che ci fa sentire di essere colui che agisce, di essere separati e avere il controllo del corpo e della mente.
Dalla Fonte Divina viene l'energia che funziona attraverso il "nostro" apparato psico somatico. Inoltre, essendo Dio, l'Uno, che ha creato l'ego è sempre e solo Dio che, in alcuni casi, secondo disegni per l'ego imperscrutabili, avvia il processo graduale di dissolvimento del senso dell'ego. Perciò noi possiamo solo credere illusoriamente di poterlo fare. In questa visione non ci resta che rilassarci in quello che Siamo e sapere che tutto ciò che ci dovrà accadere ci accadrà. 
Il nostro Destino non ci è dato sapere prima che accada.
Perciò l'arresa fiduciosa a ciò che Siamo è già adesso il compimento misterioso della volontà Divina.

 
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Non possiamo imporci di amare...

Post n°441 pubblicato il 27 Maggio 2008 da Praj
 

Non possiamo imporci di amare, nonostante tendiamo a disciplinarci in tal senso.
Non riusciremo ad amare veramente  anche se ci affidiamo volenterosamente a ideologie che ci spiegano come si dovrebbe e potrebbe amare...
In realtà non possiamo amare niente che consideriamo separato da noi, perchè fondamentalmente ne abbiamo paura. Più ci proviamo più diventa improbabile. In fondo in fondo temiamo il presunto altro, seppure in apparenza possa apparire il contrario.
E' una contraddizione dire che dobbiamo amare, perchè l'Amore nel senso più nobile del termine, per definizione, non può essere un dovere. Tradirebbe la sua stessa essenza, qualità intrinseca.
Ciò vuol dire anche che un semplice atto di fede non è sufficiente, in quanto l'amore che viene offerto non può soltanto apparire come tale, ma deve essere un amore reale, genuino.
Un individuo può comportarsi come se amasse, ma come può essere sicuro di amare veramente? Come può essere sicuro di essere spontaneo?
Con questo voglio dire che senza la piena realizzazione del Divino, che é in ognuno di noi, nessuna virtù amorevole è autentica. E' solo una imitazione di un sentimento, un condizionamento etico, una recita affettiva inconsapevole.
Solo quando giungiamo alla profonda consapevolezza che la stessa vita scorre in tutto ciò che è, e che noi siamo quella stessa vita, cominciamo ad amare tutti e tutto in modo spontaneo. E' una naturale conseguenza. Questa è una Consapevolezza che non rivendica per sè una capacità, un valore, un merito. Questa radicale comprensione dell'Amore - che è oltre il dualismo soggetto-oggetto d'amore - può solo essere frutto di intuizione dovuta dalla Grazia discesa nel nostro cuore. Sarà poi la Divina Natura che si è risvegliata in noi che farà il suo corso per portarci al compimento di questo percorso di Mistica Conoscenza.

 
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Una tendenza inevitabile: il neo pauperismo come scelta?

Post n°439 pubblicato il 23 Maggio 2008 da Praj
 

Prima che accada l’infarto sociale, economico, ecologico, globale, dovremmo tutti insieme rinsavire. Chi più chi meno, ma un salto evolutivo coscienziale va fatto su larga scala. Non è possibile far finta di niente, stordirci con tutti i mezzi possibili per non voler vedere e cambiare lo stato delle cose. E questo lo possiamo fare solo se tutti insieme, o almeno una gran parte di noi, saremo consapevolmente in grado "impoverirci" materialmente e ripensare un nuovo modo di stare insieme in questo mondo. In pratica un neo pauperismo.
Se saremo in grado di impoverirci volutamente, riducendo i nostri indotti consumi, godendo della semplicità, saremo anche in condizione di poterci arricchire spiritualmente e vivere qualitativamente meglio. Impoverirsi per scelta è l'opposto dell' immiserirsi per costrizione. Non è comunismo materialista ma comunionalismo spirituale e umano. Condivisione consapevole e compassionevole. L’essere prima dell’avere. L’utopia necessaria che può salvare il genere umano e la vita cosciente sulla Terra. Ciò non nega l'individuo e le sue peculiarità ma lo esalta nei suoi aspetti più nobili e profondi. E' ovvio che questa esortazione vale per la parte dell'umanità che vive nell'opulenza e spreco, nell'abbondanza sotto mille forme e non chi già è povero o lo sta diventando non può farsi carico di questo cambiamento.
E questa nuova austerità, nel senso che cambia il modello di uso e consumo delle risorse, è quanto di meglio ci possa accadere, anche se la parte più greve, oscura ed egoistica di noi tende ad occultarci questa verità. Non dovremmo temere a fare dei passi indietro e imboccare strade più virtuose, benefiche per noi stessi e per tutti. Se vogliamo pace e giustizia durature. Dovranno essere la  lungimiranza e saggezza ad aiutarci a non precipitare in un mondo di violenza diffusa, di paura e aggressività dilagante. La riscoperta dei valori profondi, di un’etica di convivenza più alta oltre a nuove prospettive di vita dovranno illuminare il nostro cammino comune. Pena la caduta di tutti nel conflitto e scontro permanente, purtroppo, a tutti i livelli di convivenza.
La strada su cui siamo incamminati, come umanità, ci sta portando, secondo me, verso l'abisso. I sistema psicologici e socio-economici nei quali siamo inseriti ci riducono a rotelline di un immenso ingranaggio che ci induce e spinge ad essere strumenti passivi di una impossibile crescita illimitata e complici della distruzione di risorse non rinnovabili. Se non accade un ampliamento diffuso della consapevolezza non sarà possibile, a mio parere, invertire la cieca,  ossessiva e delirante corsa verso il baratro possibile. Diventando invece consapevoli della nostra responsabilità di uomini, che tra l'altro si ritengono evoluti, potremo salvarci la vita e contribuire a far rifiorire questo martoriato e mostruosamente sfruttato pianeta, del quale siamo ingrati e irriconoscenti figli. Solo così la meraviglia del sogno che crea l'esistenza, giorno dopo giorno, non si trasformerà in un incubo in cui andremo sprofondando, se perseveriamo nella disconnessione dalla Luce della coscienza, la sola che ci deve e può ispirare creativamente. Non dimenticando il rispetto verso la Natura potremo allora continuare a celebrare e condividere il grande dono della Vita che ci è stato offerto su questo pianeta. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire ma spesso è la prima ad ammalarsi.
Attenzione, dunque, perchè ora la speranza è molto malata e forse non lo sappiamo nemmeno. Urgono su scala mondiale prossime e urgenti risposte.

Comunque i primi segni che aprono a tendenze virtuose, non di nicchia, di un certo ravvedimento e presa di coscienza si incominciano a scorgere: sono il co-housing, il car-sharing, lo swap party, la ricerca del low cost, la riscoperta del baratto...

 
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L'indefinibile Tutto ciò che E'

Post n°438 pubblicato il 21 Maggio 2008 da Praj
 

Spesso, riguardo a ciò che s'intende quando si usa il termine Dio, riscontro un interminabile confronto fra atei e teisti che non trova il punto d'incontro fra i rispettivi punti di vista. Aspetto a mio avviso però superabile se non si contrappone la  materia alla spirito. Per me invece, Dio è il Tutto ciò che è manifesto e immanifesto, vita e morte. E' il Ciò che E'.
Esso dunque non è definibile da nessun concetto... è ineffabile.
Si può solo alludere ad Esso poeticamente, scientificamente o filosoficamente, attraverso metafore, simboli... e, al massimo, proiettare su di Esso la nostra immaginazione, fantasia. Anche la negazione di Dio stesso è contenuta nella sua modalità d'Essere e di auto pensarsi.
Però, anche se non possiamo definirLo, concettualizzarLo, dato i limiti evidenti della mente umana, possiamo esserLo.
Quindi, essere realmente atei, secondo la mia visione, è impossibile. Però siamo liberi di pensarlo.
Siamo stati condizionati a concepirLo altrove, lassù... come "Persona".
Ci hanno educati  pensarlo come un Dio che è separato dal ciò che è;  ci hanno offerto una percezione di Dio-Totalità che è spiritualmente abbastanza infantile, secondo me.
La nostra formazione spirituale, spesso si rifà a "verità" rivelate, le quali non favoriscono certo la possibilità di sentire e vedere il Divino ovunque, dentro e fuori di noi. Dio invece è qui e ora, in ciò che accade, sempre. In quest'ottica dunque anche l'ateismo non ha senso, perchè nel sentirsi Uno con tutto il ciò che è anche la materia viene spiritualizzata, così come lo spirito viene materializzato. Questo sentire avviene nel Silenzio della mente discorsiva, la quale crea l'illusoria separazione e non aiuta a sentire quest'unità.
Questo Uno senza secondo è sia assoluto e trascendente che relativo e immanente. Esso contiene ogni polarità e ogni apparente contraddizione.
E' relativo, quando si manifesta nella dimensione cosiddetta materiale, facendosi percepire come duale. E' assoluto quando c'è il Silenzio metafisico che va oltre la mente egoica.
Noi siamo come onde: siamo apparenze passeggere dell'infinito Oceano dell'Energia cosmica ( Dio, Tutto...)
Essenzialmente siamo come l'Acqua. e come Oceano siamo eternità anche se ci dissolviamo come onde.
Perciò essere in sintonia, tutt'uno, con la Natura infinita, diventa un espressione di "religiosità" profonda.
In questa comprensione, non c'è più bisogno di una mera credenza in qualcuno o qualcosa d' invisibile da adorare lontano e separato da noi. Perchè realizziamo che nel Dio-Tutto siamo immersi, o meglio siamo forme, e da Esso siamo sostenuti in ogni momento. Saperlo e sentirlo trasforma il gusto e senso dell'esistere. In questa profonda consapevolezza ogni atto e pensiero diventano Sua naturale e sacrale espressione.
Perchè senza il separativo senso dell'io tutto è Dio.

 
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... 2012!

Post n°436 pubblicato il 14 Maggio 2008 da Praj
 

Interrompendo la pausa di riflessione, rieccomi.

21 - 12 - 2012:  sarà una profezia auto avverrante?

Non credo che ci sia bisogno di leggere i libri di Nostradamus o le antiche profezia dei Maya per vedere su quale china stiamo facendo degradare il nostro caro pianeta, la nostra Madre Terra.
Basta essere un pò consapevoli e sensibili, non ipnotizzati dal nostro stupido egoismo e ciò diventa evidente.
C'è piuttosto una ulteriore suggestione in campo che offre l’occasione per riflettere sullo stato di cose del pianeta. Essa richiama alla prossima data del
21-12–2012: una profezia  annunciata dai Maya, la quale parla di un grande cambiamento, dovuto alla variazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare, e alla fine di una certa era. Questo secondo il loro calendario. Questo corrisponderebbe anche alle tesi di alcuni studiosi, secondo i quali questo evento darà inizio a grandi cambiamenti, con ripercussioni e ricadute su molti livelli: da quelli naturali e climatici oltre a quelli psicologici, economici e sociali. Questa suggestione, aldilà del fatto che possa o meno delle basi di realismo, di scientificità, potrebbe però essere uno stimolo ulteriore
alla considerazione sulle nostre responsabilità attuali. Una occasione per un proficuo dibattito globale che potrebbe farci rendere conto, forse, di cosa stiamo facendo con le risorse materiali e umane a disposizione.  Sarebbe una grande occasione per dibattere sul modo assurdo, noi abitanti del pianeta, ci stiamo relazioniamo e su come inconsapevolmente ci stimo comportando. Potrebbe essere una propizia evenienza per fare un pò d'ordine nel caos imperante su molti piani del convivenza globale.
E’ molto probabile che se non sarà proprio il 2012 sarà il 2100 o un po’ più avanti. Se non avverrà quanto prima una grande presa di coscienza comune in grado produrre una sostanziale trasformazione del nostro sistema di vivere e consumare, di distribuire la ricchezza e gestire le risorse non rinnovabili, comunque, prima o poi, le generazioni a venire si troveranno delle terribili eredità da gestire. Situazione che tra l'altro sta già pagando una gran parte dell'umanità, purtroppo.sacrificata per il mantenimento del consumismo di una minoranza della popolazione mondiale.
La scienza e la politica possono essere d'aiuto solo se accompagnata da una maggior consapevolezza umanitaria, ecologica e solistica. E’ molto pericolo insistere a non voler vedere questi problemi e rifugiarsi in risposte basate soltanto sull’interesse personale e nazionale.
Comunque l'attesa di questa data, ancora per molti sconosciuta, si sta diffondendo e pian pian piano sta creando una sempre più diffusa speranza per alcuni e inquietudine per altri. Sta di fatto che quella data, già da sola, creerà un campo di energie pschiche, emotive, e coscienziali che potrà prendere diverse direzioni.
Dipenderà poi dall'insieme e dal grado di consapevolezza generale, planetaria, avere una svolta positiva o meno.
Potrebbero aumentare sia il caos che l'armonia. Sarà piuttosto la massa critica del senso di responsabilità mondiale che farà l'ago della bilancia nel determinare la svolta verso l'evoluzione o l'involuzione. Se ci sarà più consapevolezza nel mondo le cose andranno verso il meglio, verso la rigenerazione; altrimenti l'abisso, per tutti, si farà sempre più vicino.
Sono già in atto, comunque, grandi movimenti e forze che tentano d'equilibrare la tendenza alla distruzione, che tentano d’arginare l'inconsapevolezza dilagante.
Il grande rischio, secondo me, consiste nel fatto che se prevarrà la tendenza distruttrice, lo scivolare sul piano inclinato verso il disordine, verso il tanto peggio tanto meglio, l'egoismo individuale, sociale e nazionale, la profezia catastrofista avrà molte chance per autoavvererarsi.
Se non proprio nel 2012, è evidente che non si può precisamente sapere quando, ma la questione, casomai, è solo rimandata ad prossimo futuro. Quel che è molto probabile è che, prima o poi, accadrà;
a meno che si aprano gli occhi ed il cuore di tanta gente che oggi ancora vive senza sapere che è imbarcata su uno immenso e sferico Titanic che si sta avvicina al naufragio, una via senza ritorno, ballando e scherzando irresponsabilmente sull'orlo del baratro ignara della sua responsabilità... e libertà di creare il futuro degno dell'essere umano maturo e intelligente. Bisogna il timoniere, il genere umano, riprenda in timone in mano e sappia relazionarsi con il cuore e con la testa con sua madre Gaia.

 
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