Creato da anna_861 il 27/05/2014

MASSA: 1915-1918

MASSA (MS) NEGLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA: MONUMENTI, STORIE, IMMAGINI, RACCONTI

 

 

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11 LUGLIO 1916... UN'INCURSIONE AEREA CHE CAMBIO' LA STORIA DI MASSA, SPEZIA, CARRARA EDINTORNI

Foto di anna_861

Erano circa le 8 del mattino di cento anni fa, un lunedì di luglio caldo ed afoso.

Un improvviso rumore mosse l'apparente calma mattutina del porto di Spezia. Nel cielo la sagoma scura di un Hansa Branderburg diventò via via più nitida, mentre a terra l'attività febbrile dei cantieri continuava indisturbata. Dalle navi alla fonda, i marinai scrutavano quell'enorme volatile che non prometteva nulla di buono, parandosi con la mano gli occhi altrimenti trafitti dai raggi del sole radenti. Intanto Joseph Siegel, il pilota del biplano austriaco, dopo un paio di volteggi alti nel cielo, prese la mira e lanciò un paio di shrapnels, spargendo una pioggia di schegge, poi riprese il volo spostandosi indisturbato nell'aria e ne lanciò altri tre più avanti.

Cominciavano a fischiare i colpi della contraerea, , ma Joseph, veloce e sicuro che ormai nessuno lo avrebbe colpito, riprese la rotta verso la Val di Magra. Sorvolò ancora Aulla, il Passo del Lagastrello e poi su, verso la grande pianura Padana, per atterrare qualche ora più tardi nel piccolo campo di aviazione di Gardolo, da cui era decollato prima dell'alba. Un'impresa in solitaria, da Trento austriaca a Spezia, roccaforte marittima sul mar Tirreno. Un'impresa eccezionale, se la vediamo con gli occhi di un aviatore, che ebbe invece un grande impatto e conseguenze nel territorio della Piazza Marittima di Spezia in cui rientravano anche Massa, Carrara e parte della Lunigiana.

L'attacco improvviso provoco danni contenuti a due navi all'ancora nel porto, la Città di Milano e la Washington. Rimasero uccisi sette marinai e feriti una ventina. Per non allarmare la popolazione della Piazza, la notizia fu quasi taciuta. Anche La Stampa, uno tra i rotocalchi più aperti dell'epoca, riportò appena le due righe del comunicato ufficiale, approvato dal governo e diramato dall'Agenzia di stampa Stefani, l'ANSA di allora.

L'incursione aerea su Spezia andava a ferire ulteriormente la città che pochi giorni prima, il 3 luglio, era stata tragicamente sconquassata da una esplosione in cui persero al vita 265 persone. Un treno carico di munizioni era in attesa sui binari del Molo Pagliari, quando si sviluppò un incendio sotto uno dei carri vuoti che, propagatosi al carro di munizioni, provocò un'eplosione immane. Il boato risuonò in tutta la città, fin sulle prime colline, e si alzò un fumo denso, compatto che per un attimo oscurò anche il sole.

I corpi volarono nell'aria, disperdendo i loro brandelli lontano dal porto, appesi come foglie ai platani di Viale Bartolomei. Ancora oggi, molti sono convinti che fu solo un incidente, una tragica fatalità. Si trattò invece di uno dei molti colpi messi a segno dalla ben organizzate rete di spionaggio austriaca che proprio nel 1916 mise a segno diversi attentati nelle piazze marittime italiane.

Quando la mattina dell'11 luglio 1916, arrivò il biplano austriaco, la città era ancora sconvolta dalla mattanza del Pagliari e la notizia fu sottaciuta per non peggiorare lo stato psicologico dei cittadini della Piazza MArittima.

Dopo questo avvenimento, la vita della Piazza mutò radicalmente. Entrarono subito in vigore diverse costrizioni; dall'oscuramento aereo, al controllo delle coste, alla necessità di provvedere all'incolumità della popolazione, allestendo rifugi anti aerei.

Massa, uno dei principali centri della Piazza MArittima, allestì un rifugio anti aereo nei pressi della Caserma MArtana, in una zona della città nata nel 1600 come quartier generale delle truppe albericiane.

Da quell'11 luglio, ogni giorno un dirigibile fece la spola da Ciampino sino a Spezia.

Si reclutarono giovani aviatori volontari per implementare il reparto. Da Massa, Carrara e Spezia, i giovani imparavano a volare nel Campo di Coltano, ma anche al Cinquale. I migliori in addestramento venivano inviati a Centocelle, a Roma. La tradizione dell'aviazione iniziò così durante la Grande Guerra ed ebbe un ulteriore incremento dal 1917 in poi, quando il deputato Eugenio Chiesa, eletto nel collegio di Massa Carrara, divenne alto commissario generale dell'aeronautica.

La necessità di controllo delle coste e dello spazio aereo favorì senz'altro la costruzione di nuovi campi di aviazione non solo in Liguria, ma anche nella zona costiera toscana. Oltre a quello di Coltano a Pisa, si realizzò quello del Cinquale di Montignoso dove per un breve periodo ci fu anche una scuola di pilotaggio. A Massa, il progetto di un campo di aviazione agli Uliveti non fu portato a termine perchè sopraggiunse la fine della guerra.

Accanto ai campi di aviazione, sorsero nuove industrie meccaniche e si implementarrono quelle esistenti, convertendole alla causa bellica. E' ll caso della Polveriera di Forte dei Marmi  http://blog.libero.it/PrimaGuerra/13416689.html  o della fabbrica di aerei Caproni che doveva essere impiantata a Massa, vicino al costruendo campo d'aviazione, dallo stesso ingegner Gianni Caproni.

Una incursione aerea, quella dell'11 luglio a Spezia, che ha messo in movimento una macchina da guerra impensabile nei territori così lontani dal Fronte.

In parte tratto dal volume "Massa 1915-1918. Cronache e storie della Grande Guerra", di Antonella Aurora Manfredi, Edizione Nuova Prhomos, 2015

 

 
 
 
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