Creato da anna_861 il 27/05/2014

MASSA: 1915-1918

MASSA (MS) NEGLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA: MONUMENTI, STORIE, IMMAGINI, RACCONTI

 

 

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MUTILATI DI GUERRA, MONUMENTI VIVENTI OCCULTATI DALLA STORIA

Foto di anna_861

La Grande Guerra ce l'hanno insegnata galoppando su date, battaglie, grandi imprese e bollettini di guerra. A distanza di cento anni si avvert ancora la sensazione che quella storia sia costellata di molti buchi neri, dovuti non certo alla mancanza di fatti, documenti, ma piuttosto ad una prescisa volontà di evitare tali fatti, alla volontà di raccontare una storia più tranquilla, prendendo un certo distacco e mettendo la più grande distanza possibile tra la narrazione storica ed i fatti reali.

Appena subito le prime battaglie dell'Isonzo nell'estate del 1915 fu chiaro che tutti gli ardori interventisti andavano a frantumarsi in quelle trincee in cui i fanti-contadini venivano mandati a morire. I loro corpi ridotti a brandelli, pezzi di umanità in cerca di una Patria, impastati con sangue del nemico, rimanevano confinati al fronte e taciuti, Dispersi in battaglia veniva poi scritto nell'Albo d'Oro dei Caduti. Ciò che non si poteva nascondere erano invece i corpi mutilati di coloro che, nonostante la riduzione a brandelli, erano ritornati dal regno delle ombre.

La nuova categoria del genere umano: il MUTILATO DI GUERRA!

Uomini che, come monumenti viventi, portavano i segni più o meno gravi, di ciò che era la guerra!

Erano migliaia di giovani che dovevano ritornare alla vita, reintegrarsi in una società che comunque avrebbe tirato le proprie conlcusioni.

Migliaia di giovani che non si potevano nascondere internandoli nei lazzareti.

Eppure la prima risposta dello stato italiano fu questa. Nascondere, occultare il più possibile questa atroce, drammatica realtà.

Soltanto nel 1917 L'ONIG, Opera Nazionale per la protezione degli Invalidi di Guerra, approva nel suo regolamento due articoli, il n. 12 e il n. 13, che riconoscevano ai mutilati il diritto al ”passeggio e all'attività fisica” dopo il completamento delle cure chirurgiche (ricostruzioni facciali soprattutto) e fisiche -ortopediche (applicazione ed uso delle più disparate protesi). Dal 1917 è ufficiale anche l'ANMIG, Associazione NAzionale Mutilati Invalidi di Guerra, che si occupa dell'assistenza ai mutilati e del loro inserimento lavorativo nella società.

Nei primi anni del conflitto, migliaia di giovani sono stati tenuti sotto controllo, occultati insomma, ospitati negli ospedali militari in modo da contenere al minimo gli effetti che la vista dei loro corpi, drammaticamente straziati e martoriati, avrebbe potuto provocare sulla popolazione che, ricodiamolo, a maggioranza si era espressa contro la guerra!

Negli ospedali militari si approntarono i laboratori protesici, dove artigiani lavoravano insieme ad ingegneri ed artisti alla realizzazione di parti di corpo artificiali, soprattutto gambe e braccia. In Gran Bretagna funzionò anche un laboratorio specializzato nelle ricostruzioni facciali. Il filmato che potete vedere, riproduce una realtà chiaramente idilliaca, mostrando come la creatività artistica delle donne impegnate nel laboratorio, possa migliorare alcune contaminazioni di guerra. Niente sangue, niente tragedia. Quasi come andare dal dentista!!

Invece la lunga riabilitazione fisica, ma soprattutto psicologica, fu lunga, sofferta e spesso impossibilie; supportata dalle infermiere volontarie della Croce Rossa e dai militari della Sanità.

Fu un grande lavoro di “sperimentazione” umana e tecnica che portò infine ad accettare questa nuova categioria di esseri umani nata dalla bestialità della guerra nella primavera del 1917, dopo due anni di conflitto e migliaia di uomini dal corpo brutalmente contaminato.

Per decenni sottoaciuta, sussurata, risucchiata dai buchi neri della storia ufficiale, è bene che si ricordi, che si conosca e che si prenda coscienza. Se non altro per renderci conto, se qualcuno ancora non lo avesse inteso, che le guerre sono inutili per l'umanità!

Riferimenti bibliografici. Non sono molti gli storici che si sono occupati di questo argomento. Nel 2012 Barbara Bracco pubblica con Giunti, La Patria Ferita che affronta l'argomento di petto, senza velature, nella sua brutalità totale.

Nel video, il laboratorio di ricostruzione facciale in Gran Bretagna

https://www.youtube.com/watch?v=8epVBKiMmns

 
 
 
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