Creato da wildbillhickok il 09/12/2007

Il prima ed il dopo

Questo blog è un contenitore nel quale finiranno tutte le cose che ho scritto fino ad oggi e quelle che scriverò in futuro. Si riempirà compatibilmente con la mia vena creativa, con il mio tempo, con i miei umori. Parte di ciò che leggerete sarà magari terribile, perchè fa parte di un passato nel quale il mio modo di scrivere e di pensare erano totalmente differenti da ciò che sono oggi. Ma è giusto che anche quegli scritti abbiano il loro posto qui dentro...

 

 

« ForseDue Parole »

Due Parole (2)

Post n°60 pubblicato il 12 Luglio 2009 da wildbillhickok

 

Potrete lavorare assieme e far crescere il Bazaar.

Vedrai, sarà un successo…

 

Mary si girò a guardarlo, sorrise con gli occhi ancora gonfi, e lo baciò.

Scusami Alex, hai ragione, sono una sciocca. Vorrei il meglio per Adelaide, ma forse il meglio è già averla con noi.

 

Alexander sorrise, si alzò dal letto, e torno giù a terminare i preparativi per la cena.

 

Del problema di Adelaide, posto che fosse davvero un problema, non se ne parlò più.

 

 

 

Gli anni filarono via veloci, le attività della famiglia Green, il ristorante ed il Bazaar, producevano un reddito più che dignitoso, tanto da permettere a Mary di organizzare il lancio della punta di diamante della sua linea donna ’65, in pompa magna.

Una passerella venne organizzata nello scantinato spostando i tavoli del ristorante e lasciando spazio ad una lunga corsia illuminata da faretti bassi.

 

L’alta moda Londinese era certamente abituata a qualcosa di molto più ricercato, ma la clientela del Bazaar, fatta di anticonformisti desiderosi di rompere con le regole dell’ordinata società inglese, apprezzò molto lo stile della sala.

 

La musica dei Beatles dava il ritmo alle ragazze che si alternavano sulla scena indossando abiti nuovi, originali, diversi. Abiti che gridavano alla voglia di sovvertire le regole del buon gusto, ammesso che esistesse davvero una definizione di buon gusto.

 

 

Ad un tratto la musica si fece più bassa, Alexander prese in mano il microfono e salendo sul palco presentò Mary.

…è lei, che ho l’onore di aver preso in moglie il 16 gennaio scorso, ad aver creato tutto questo; ed è lei che vi presenterà qualcosa di mai visto prima. Tenetevi forte ragazzi!

 

Un rullo di tamburi fece da cornice agli applausi mentre Mary, con un pizzico di imbarazzo, prendeva la parola:

 

Voglio per prima cosa ringraziare tutti voi per essere venuti. Alexander mi fa più pubblicità di quanta ne meriti (ed un soffuso coro di “Nooo” si levò dalla sala) ma devo dire che stasera sono particolarmente orgogliosa di quello che vedrete apparire in passerella. Non ne sono io l’artefice, bensì tutte le ragazze che ogni mattina si vestono per uscire, inventando il proprio stile. Quindi grazie a tutte voi. Spero che vi piaccia…

 

 

La musica di sottofondo venne sostituita da tonalità psichedeliche, i faretti colorati illuminarono la tenda alla fine della passerella, dove poche ore prima campeggiava in bella vista il vetro della cucina.

 

Pochi secondi; prima che dal retro del drappo apparisse Adelaide, in tutta la sua bellezza da acerba sedicenne, meravigliosamente truccata ma incredibilmente ancora acqua e sapone.

 

Indossava un top elastico a fascia che le copriva il poco seno che madre natura le aveva donato, ma soprattutto una gonna corta, cortissima, la più corta che fosse mai apparsa fino ad allora, che le scopriva le ginocchia ed una grossa porzione di coscia.

 

Una miscela di “ohh di stupore” e grida di approvazione si levò dalla folla, mentre Adelaide camminava a passi decisi sulla passerella, seria come soltanto una professionista può essere, e sexy, maledettamente sexy, come soltanto un altro genere di professioniste sa essere.

 

Al fragore seguirono gli applausi, mentre Adelaide ripercorreva la passerella a ritroso per tornare a scomparire dietro il drappo viola.

 

Signore e signori – disse Alexander riconquistando il palco assieme alla Moglie di cui stringeva saldamente la mano – vi abbiamo appena presentato un nuovo concetto di abbigliamento, un oggetto che rende finalmente giustizia alle donne, un capo che scopre le gambe e le rende libere di respirare, di esprimersi, di mostrare la propria dignità. Un capo che libera le gambe, per liberare le donne. Vi abbiamo presentato, signori, la minigonna!

 

 

Difficile descrivere l’euforia che pervase la sala al termine di quelle parole. La standing ovation assunse i connotati dell’acclamazione quando parecchi invitati salirono in piedi plaudenti sulle sedie e sui tavoli per dimostrare il proprio entusiasmo. Alcune ragazze, si vocifera, sfoggiarono un improvviso topless per sottolineare la loro voglia di libertà.

Alcuni giornalisti fecero cerchio attorno a Mary, altri riuscirono a raggiungere Adelaide che nel frattempo aveva preso posto accanto alla passerella, colmandole le orecchie di domande alle quali lei non avrebbe potuto rispondere.

 

Fu proprio questo, in effetti, a regalare il maggior eco alla creazione di Miss Mary Quant.

 

Non solo la minigonna, ma anche la misteriosa ragazza senza parole, “il cui silenzio dava ancora più voce ad una libertà che non aveva bisogno di essere espressa in altro modo, se non quello della possibilità di mostrare se stesse, senza timore di giudizio”.

 

Così titolava il Weekly Fashion una settimana dopo la sfilata.

 

Gli affari proseguirono a gonfie vele, tanto da permettere alla famiglia Green di aprire un fashion store a Brompton Road, zona molto più aristocratica e ben frequentata di quanto non fosse Kings Avenue.

 

Il ristorante venne chiuso, per l’impossibilità di star dietro alle due attività contemporaneamente, non senza il dispiacere di parecchi affezionati clienti.

 

Parecchie linee di abbigliamento e modelli particolari seguirono la collezione del ’65, ma questa rimase la più incredibile creazione della sartoria moderna.

 

Adelaide, la ragazza senza parole simbolo paradossale della libertà d’espressione, svestì i panni della modella subito dopo la prima sfilata.

Partecipò a parecchie trasmissioni televisive ed interviste mute, con il solo scopo di aiutare la diffusione della minigonna assicurando migliaia di sterline alla famiglia.

 

Una volta che il prodotto venne avviato alla produzione su larga scala, Adelaide tornò a disegnare collezioni insieme alla madre, lasciando il testimonial di modella simbolo della minigonna, ad una certa Twiggy Lawson, l’unica che poi venne ricordata negli anni ed associata al rivoluzionario capo d’abbigliamento.

 

 

Viveva già in un certo agio, quando a 21 anni venne portata all’altare da Howard Culligan, giornalista televisivo conosciuto durante la sfilata, cinque anni prima.

 

Adelaide scelse per se, in perfetta coerenza con la legge del contrappasso, un uomo che della parola aveva fatto la propria vita. Lei che aveva invece fatto dei silenzi la propria parola.

 

 

Howard la amava per questo, per la sua capacità di esprimere con lo sguardo ciò che aveva dentro. Non le aveva mai chiesto parole o spiegazioni, come se non ce ne fosse mai stato bisogno né motivo; e quando dopo la cerimonia nuziale, durante il rinfresco, il dott. Calvin si intrattenne a parlare con Howard, non poté fare a meno di ribadire ciò che parecchi anni prima aveva avuto modo di dire a Mary.

 

Non mi sbagliavo, mio caro ragazzo, a sua madre dissi queste precise parole: “Se non parlasse mai, cosa del tutto improbabile, Adelaide se la caverebbe lo stesso egregiamente”, e mi permetta un piccolo moto d’orgoglio nel confermarle che non mi sbagliavo.

 

 

Howard faceva finta d’ascoltare mentre si asciugava le lacrime, distratto e distrutto di gioia per quello che aveva appena vissuto.

 

Non aveva nemmeno avuto la forza di mettere l’anello al dito della propria sposa, nel momento in cui il prete gli aveva chiesto di farlo.

 

Ci aveva pensato lei, da sola, sorridente tra gli applausi degli invitati che avevano rotto il religioso silenzio della chiesa.

Ci aveva pensato lei, da sola, pochi minuti dopo aver preso il foglio, passatole dal reverendo Wichkok, sul quale avrebbe dovuto scrivere la propria promessa e lo aveva strappato, guardando Howard negli occhi e pronunciando le parole:

 

Lo voglio”.


Adelaide non disse mai più niente.

 

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