Prigione dei Sogni

Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch'essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un'immagine di bellezza che siamo giunti a comprendere: questa è l'arte. James Joyce

 

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« Un anno fa...Messaggio #121 »

Insieme

Post n°120 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da Notram
 

La sua manina era morbida…
Lo ricordo distintamente, più di ogni altra cosa. All’uscita della scuola i maestri ci dicevano di prendere per mano un nostro compagno e di uscire in fila per due.
Lei sceglieva sempre me, chissà come mai…
Al tempo ero un ragazzino e per me il mondo era diviso in tre categorie di persone: i grembiulini azzurri, i grembiulini rosa e gli adulti che non avevano bisogno di grembiulini. Per me era del tutto inconcepibile che un grembiulino rosa venisse da me e mi tendesse la mano, avevo paura di essere preso in giro da tutti i miei compagni. Per questo la prima volta la respinsi, anzi, se non ricordo male le tirai proprio i capelli, prendendomi una bella sgridata dalla maestra. Eppure anche se ero così ostile nei suoi confronti lei continuava ad insistere: veniva sempre vicino a dove giocavo io e mi offriva persino parte della sua merenda.
Finchè una volta feci qualcosa di cui ancora adesso non vado molto fiero.
Lei quella mattina si era avvicinata e mi aveva dato un suo disegno. Era il solito disegno tipico dei bambini: c’erano due persone in un prato con il sole, i fiori e l’arcobaleno. Quando lo presi in mano ero contento in cuor mio, lusingato per un così bel regalo, tuttavia sentivo gli occhi di tutti addosso, persino qualche risata.
Il mio corpo si mosse da solo, senza che avessi il tempo di controllarlo. Le due mani che tenevano il foglio si mossero in direzione opposta, strappandolo  Per la prima volta, dopo mesi vidi il sorriso di quella bambina spegnersi e la sua espressione, sempre allegra tramutarsi in un pianto a dirotto. Fu uno strano tuffo al cuore per me, la sensazione inedita di aver fatto del male ad un’altra persona.
Non fu solo questo però.
Quella fu la prima volta che capii che il giudizio delle persone non è una verità assoluta e che gli sguardi ed i mormorii contano meno di nulla. Mi resi conto di essere stato manovrato da qualcuno che non ero io, qualcuno che voleva solo compiacere quegli sguardi. Ovviamente me ne accorsi solo a livello inconscio, ero solo un bambino dopotutto! Tuttavia è una cosa che mi rimase impressa per anni e che condizionò molto quello che sono diventato.
Per fortuna le lacrime dei piccoli sono meno amare di quelle degli adulti. Non conoscono bene l’orgoglio, sanno perdonare.
Non fu difficile conquistarmi di nuovo la sua simpatia, mi bastò regalargli un disegno con due bambini su un prato, il sole, i fiori e l’arcobaleno.
Da quel giorno fino alla fine dell’asilo io e quella bambina fummo inseparabili. La mattina le conservavo il posto accanto al mio e giocavamo insieme per tutta la giornata;  poi all’uscita, in fila per due, ci tenevamo la mano. Era un’amicizia libera da sfoghi e confidenze, da sincerità, solidarietà e tutto il resto, era un’amicizia fatta solo di giochi.
in due metà.
Ora sono adulto e ho capito che il mondo non è diviso in grembiulini solo perché non esistono abbastanza colori. E anche senza grembiulini ci basta solo uno sguardo per giudicare una persona, per marchiarla a vita con il giudizio di quel primo attimo scellerato. Io stesso che sto qui a parlare nella vita ho fatto cose ben peggiori di strappare un foglio per assecondare quell’altro me, per zittire le risate e compiacere quegli sguardi senza volto.
Quell’amicizia durò fino alla fine dell’asilo, poi lei si trasferì in un altro quartiere e non ci rivedemmo mai più. Chissà dove è ora quella bambina e se è felice.
E’ buffo, non ricordo neppure il suo nome, ricordo solo quella manina morbida…

 
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