Creato da: marcelloongania il 21/02/2006
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Il processo - 1° giorno (II)

Post n°13 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da marcelloongania

Giovedì 3 dicembre 1970

Quando giungiamo alla porta principale del palazzotto ci bloccano e ci indicano un recinto immaginario, sul marciapiede, entro il quale dobbiamo rimanere. Vicino a noi, entro un altro recinto immaginario, i sedici avvocati difensori e gli altri avvocati giunti dalle province spagnole e dall'estetro quali osservatori. I militari, specialmente i baschi verdi che passeggiano nervosamente innanzi e indietro sul marciapiede, ci osservano individualmente.
La nebbia dirada ma continua il freddo, il freddo di Burgos, una delle città più fredde di tutta la Spagna.
Vediamo, aldilà della strada, su uno spiazzo di terra con qualche ciuffo d'erba, il gruppo dei parenti e del pubblico, incolonnato in fila per tre, battere i piedi a cadenza per vincere il freddo, come facevano i deportati nei campi di concentramento, al primo mattino, in attesa dell'appello. La scena è realmente lugubre per chi ha dei ricordi: i mitra, gli elmetti, gli stivaletti a mezza gamba e non poche espressioni nei volti dei guardiani sono le stesse.
Intanto passa il tempo e di quando in quando una vettura si accosta al marciapiede dei giornalisti; a volte si tratta di una macchina ministeriale, altre di un'utilitaria a due porte guidata da un attendente, con l'ufficiale sul sedile posteriore che deve fare mille acrobazie per poterne uscire: sono un capitano, un colonnello, un altro capitano, i giudici, i giudici supplenti, il pubblico ministero. Poi arriva pure qualcuno in borghese, non sempre riconosciuto anche se si tratta di un alto funzionario della polizia politica e che deve pure lui dimostrare la sua identità sotto lo sguardo duro del basco verde e dinnanzi alla canna puntata del mitra.
L'andirivieni innervosisce i guardiani che ci fanno spostare; dobbiamo spostarci di una decina di metri per lasciare libero il passaggio a due generali che arrivano improvvisamente.
Osserviamo intanto che improvvisamente lo spiegamento di forze aumenta. Ci troviamo ora davanti ad un cancello di ferro dietro al quale vi è un cortile sgombero: il cancello attraverso il quale entrerà il pullman blindato con dentro gli imputati è sotto costante vigilanza. Qui i baschi verdi osservano attentamente i passi altrui, con la canna del mitra sempre appoggiata alla rete del cancello. I borghesi che osservano i militari si rendono conto che oltre quel cancello, oltre quel muro, c'è veramente la corte marziale. Se fino a questo momento si era valutato il processo di Burgos su un piano puramente politico, ora è lecito impostare una valutazione anche sul piano puramente militare. Si comincia ad avere la sensazione che i militari saranno disposti ad agire qualora dal processo di Burgos derivino delle complicazioni per la loro tranquillità, per quella del paese e per la loro sicurezza.

 
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Il processo - 1° giorno (I)

Post n°12 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da marcelloongania

Giovedì 3 dicembre 1970

Eravamo giunti a Burgos la sera di martedì. Eravamo 22 giornalisti ed avevamo 11 permessi per poter entrare nell'aula del tribunale. Ognuno di questi permessi era valido per due persone; un lato del cartoncino bianco era attraversato da una striscia rossa in diagonale: per il titolare del permesso; l'altro da una striscia gialla: per il giornalista supplente. Ci avevano detto che questi permessi sarebbero stati rigorosamente rispettati e noi avremmo dovuto presentarli ad ogni richiesta delle autorità militari. Ci avevano detto che a metà udienza avremmo potuto uscire dalla sala e farci sostituire dal giornalista supplente. Ci avevano pure detto che nessun altro giornalista all'infuori di noi, avrebbe avuto accesso alla sala del tribunale. Avevano voluto presentarci un clima di severità, di stretta vigilanza e quasi di rigore; avevano voluto farci capire chiaramente che le autorità militari non scherzavano, che un processo presso una corte marziale spagnola era una cosa di un'estrema serietà, che le misure di sicurezza, di garanzia e di rispetto della legge sarebbero state strettamente osservate.
Eravamo giunti a Burgos nelle ultime ore della sera di martedì 2 dicembre. Avevamo compiuto un piccolo giro d'ispezione nel centro della città senza riuscire ad avvicinarci al palazotto dove ha sede il Governo Militare di Burgos e dove avrebbe avuto sede il Tribunale Militare. I militari, i poliziotti in uniforme ed in borghese che pattugliavano la piazza e le strade adiacenti erano molti e noi non volevamo far sapere loro della nostra curiosità. Sapevamo che il processo avrebbe avuto inizio alle ore 9 e che i giornalisti dovevano trovarsi alla porta d'ingresso del palazzo del Governo Militare non più tardi delle otto.

E' ancora buio e su Burgos pesa una densa nebbia allorquando, mercoledì 3 dicembre, usciamo a gruppi dall'albergo per avviarci al tribunale militare. Percorriamo la Avenida Vitoria risalendola verso nord e a non più di 200 metri dal palazzo del Governo Militare incontriamo i primi blocchi costituiti a volte da un solo poliziotto, a volte da un gippone blindato, ancora da militari dell'esercito o da "baschi verdi", i commandos per la repressione dei gruppi sovversivi. Tutti vogliono vedere i nostri documenti: se siamo giornalisti dobbiamo salire sul marciapiede di sinistra, i familiari dei processati e tutto il pubblico che vuole assistere al processo deve salire sul marciapiede di destra. L'ultimo tratto della Avenida Vitoria lo percorriamo così, smistati. Mitra al braccio, mittra a tracolla, mitra spianati, alcuni con la sicura tolta: saranno il leit-motiv di questa prima mezza giornata e quindi di tutto il processo.

 
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Gli imputati

Post n°11 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da marcelloongania

Francisco Xavier Izko De La Iglesia
Nato a Berango il 7 giugno 1941, tipografo, sposato con Jone Dorronsoro. Arrestato il 5 gennaio 1969 durante un assalto al carcere provinciale di Pamplona effettuato allo scopo di liberare Arantzazu Arruti, detenuta per motivi politici. Condannato il 30 gennaio 1969 a 40 anni di carcere dalla Corte Marziale di Pamplona.
Le accuse:
Omicidio, delitto reiterato di banditaggio e terrorismo, furto a mano armata, deposito e trasporto di esplosivi.
Le pene richieste:
Pena di morte e 75 anni di carcere che vanno a sommarsi ai 40 che sta già scontando.

Eduardo Uriarte Romero
Nato a Siviglia il 15 luglio 1945, studente presso la facoltà di scienze economiche di Bilbao, celibe. Arrestato l11 aprile 1969 a Mogrovejo, in provincia di Santander.
Le accuse:
Istigazione all'omicidio, delitto reiterato di banditaggio, istigazione al terrorismo, furto a mano armata, deposito e trasporto di esplosivi.
Le pene richieste:
Pena di morte e 90 anni di carcere.

Francisco Xavier Larena Martinez
Nato a Sestao, in Biscaglia, il 30 ottobre 1945, studente, celibe. Arrestato il 21 marzo 1969 a Deba, insiema a Joaquìn Goròstidi Artola.
Le accuse:
Istigazione all'omicidio, delitto continuato di banditaggio, possesso illegale di armi.
Le pene richieste:
Pena di morte e 40 anni di carcere.

Joaquìn Goròstidi Artola
Nato a Tolosa, in Guipuzcoa, il 4 novembre 1944, meccanico, sposato con Itziar Aizpurùa Egaña. Arrestato a Deba il 21 marzo 1969 in compagnia di Francisco Xavier Larena Martinez. Già condannato dal Tribunale per l'Ordine Pubblico (il tribunale politico spagnolo) a 6 anni di carcere e 20mila pesetas di multa quale responsabile di propaganda illegale ed associazione illecita.
Le accuse:
Istigazione all'omicidio, delitto reiterato di banditaggio, deposito e trasporto di esplosivi.
Le pene richieste:
Pena di morte e 50 anni di carcere.

Mario Onaindìa Natxiondo
Nato ad Eibar, in Guipuzcoa, il 13 gennaio 1941, impiegato di banca, celibe. Arrestato il 9 aprile 1969 a Bilbao.
Le accuse:
Istigazione all'omicidio, delitto continuato di banditaggio, possesso illegale di armi.
Le pene richieste:
Pena di morte e 60 anni di carcere.

Josè Marìa Dorronsoro Zeberio
Nato ad Ataùn, in Guipuzcoa, il 4 novembre 1941, professore di scuola media, celibe. Arrestato a Mondragòn il 7 dicembre 1968, accusato di aver collocato una bomba nella sede di un quotidiano di Bilbao e condannato dalla Corte Marziale di San Sebastiàn a 20 anni di carcere e ad altri 17 anni e 3 mesi, oltre a una multa di 15 mila pesetas, dal Tribunale per l'Ordine Pubblico per associazione illecita, falsificazione di documenti e possesso illegale di armi.
Le accuse:
Istigazione all'omicidio, delitto reiterato di banditaggio.
Le pene richieste:
Pena di morte e 30 anni di carcere.

Enrique Guezalaga Larreta
Nato ad Eibar, in Guipuzcoa, il 4 settembre 1943, perito industriale, celibe. Arrestato l'11 aprile 1969 a Mogrovejo, in provincia di Santander.
Le accuse:
Delitto reiterato di banditaggio, terrorismo, deposito e trasporto di esplosivi.
La pena richiesta:
70 anni di carcere.

Antòn Karrera Jaurebarrena
Nato ad Amèzketa, in Guipuzcoa, il 21 ottobre 1943, perito agricolo, celibe. Arrestato l'8marzo 1969 ad Amèzketa.
L'accusa:
Ribellione militare.
La pena richiesta:
12 anni e 1 giorno di carcere.

Julèn Kalzada Ugarte
Nato a Busturia, in Biscaglia, il 18 luglio 1935, sacerdote, parroco di Yurreta. Arrestato il 2 giugno 1969 mentre, assieme ad altri quattro sacerdoti, effettuava uno sciopero della fame in appoggio di un appello indirizzato alle autorità ecclesiastiche della diocesi ed a personalità internazionali. Già condannato dalla Corte Marziale di Burgos a 10 anni di carcere, per lo sciopero suddetto, con l'accusa di ribellione militare.
L'accusa:
Aiuto al banditaggio.
Le pene richieste:
6 anni di carcere e 100 mila pesetas di multa.

Victor Arana Bilbao
Nato a Bilbao il 31 marzo 1943, operaio specializzato, celibe. Arrestato a Bilbao il 9 aprile 1969 assieme ad altri compagni.
Le accuse:
Delitto reiterato di banditaggio, istigazione al terrorismo, deposito e trasporto di esplosivi, resistenza alle forze armate.
Le pene richieste:
76 anni di carcere e 25 mila pesetas di multa.

Jone Dorronsoro Zeberio
Nata ad Ataùn, in Guipuzcoa, l'8 febbraio 1939, professoressa di musica, sposata con Francisco Xavier Izko De La Iglesia. Arrestata a Mogrovejo, in provincia di Santander, l'11 aprile 1969. Già condannata dal Tribunale per l'Ordine Pubblico a 2 anni di carcere e ad un'ammenda di 10 mila pesetas, quale responsabile del delitto di propaganda illegale.
Le accuse:
Delitto reiterato di banditaggio e terrorismo, terrorismo, deposito e trasporto di armi.
La pena richiesta:
54 anni di carcere.

Itziar Aizpurua Egaña
Nata a Deba, in Guipuzcoa, il 2 aprile 1943, professoressa di pianoforte, sposata con Joaquìn Goròstidi Artola. Arrestata l'8 marzo 1969. Già condannata dal Tribunale per l'Ordine Pubblico a 6 anni di carcere e a 20 mila pesetas di multa per associazione illecita e propaganda illegale.
L'accusa:
Ribellione militare.
La pena richiesta:
15 anni di carcere.

Josu Abrisketa Korta
Nato a Miravalles, in Biscaglia, il 25 settembre 1949, perito industriale, celibe. Arrestato a Bilbao il 9 aprile 1969 assieme ad altri compagni.
Le accuse:
Delitto reiterato di banditaggio, terrorismo, furto a mano armata, possesso illegale di armi.
La pena richiesta:
80 anni di carcere.

Jon Etxabe Garitazelaya
Nato ad Alzola, in Guipuzcoa, il 20 giugno 1933, sacerdote. Arrestato a Mogrovejo l'11 aprile 1969.
Le accuse:
Ribellione continuata, terrorismo, deposito e trasporto di esplosivi.
La pena richiesta:
70 anni di carcere.

Gregorio Vicente Lopez Irasuegui
Nato a Bilbao il 22 aprile 1946, studente presso la facoltà di scienze economiche di Bilbao, sposato con Arantzazu Urruti Odriozola. Arrestato assieme a Izko De La Iglesia il 5 gennaio 1969 mentre cercava di liberare sua moglie, detenuta nel carcere di Pamplona. Già condannato il 30 gennaio 1969 dalla Corte Marziale di Pamplona a 10 anni di carcere.
L'accusa:
Ribellione militare continuata.
La pena richiesta:
30 anni di carcere.

Arantzazu Arruti Odriozola
Nata a Zaraùz, in Biscaglia, il 6 febbraio 1946, professoressa di lingue, sposata con Gregorio Vicente Lopez Irasuegui. Già condannata in due processi dal Tribunale per l'Ordine Pubblico a 10 anni di carcere e 40 mila pesetas di multa.
L'accusa:
Istigazione all'omicidio.
Il Pubblico Ministero Militare chiede la sua assoluzione per non aver potuto provare la sua presenza alla supposta riunione in cui sarebbe stata decisa la sorte di Melitòn Manzanas.

Oltre alle pene richieste, i sei per cui è stata chiesta la pena di morte, dovranno versare alla vedova di Melitòn Manzanas la somma di un milione di pesetas per risarcimento danni.



 
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Il tribunale - L'accusa - La difesa

Post n°10 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da marcelloongania

Il tribunale

Presidente:
Manuel Ordovàs Gonzalez, colonnello di cavalleria, comandante del Reggimento Corazzato Spagna N.11

Relatore:
Antonio Troncoso De Castro, capitano del Corpo Giuridico.

Giudici:
Angel Calderòn Lòpez, capitano di fanteria.
Fèlix Alvarez Làzaro, capitano di cavalleria.
Damiàn Bermejo Zofìo, capitano di artiglieria.

Giudici supplenti:
Antonio Dìez Dìez, capitano di fanteria.
Juliàn Fernandez Garcìa, capitano di artiglieria.

L'accusa

Giudice Istruttore:
Tenente colonnello Nicolàs Horta Rodriguez.
Comandante Carlos Granados Mezquita.

La difesa:

Josè Solè Barberà, difensore di Jesùs Abrisqueta Corta.
Francisco Letamendìa Belzunce, di iciar Aizpurua Egana.
Gregorio Peces Barba Martinez, di Victor Arana Bilbao.
Jesùs Marìa Bagues Odriozola, di Marìa Arantzazu Arruti Odriozola.
Pedro Ibarra Guell, di Juliàn Calzada Ugalde.
Artemio Zarco Apaolaza, di Antonio Carrera Aguirrebarena.
Pedro Ruiz Balerdi, di Josè Marìa Dorronsoro Cebeiro.
Marìa Cruz Galpasoro Ormazabal, di Juana Dorronsoro Cebeiro.
Ramòn Marìa Carmina Uribe, di Juàn Echave Garitacelaya.
Josè Antonio Echevarrieta Ortiz, di Francisco Xavier Izko De La Iglesia.
Ibòn De Navascuès Ugarte, di Francisco Xavier Larena Martinez.
Josè Luis Castro Izaguirre, di Gregorio Vicente Lopez Irasuegui.
Miguel De Castells Arteche, di Mario Onaindìa Nachiondo.
Elias Ruiz Ceberio, di Eduardo Uriarte Romero.
Juàn MIguel Moreno Lombardero, di Enrique Guesalaga Larreta.
Juàn Marìa Bandrès Molet, di Joaquìn Goròstidi Artola.

 
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Come si è giunti al processo di Burgos (VII)

Post n°9 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da marcelloongania

Prima di entrare nel pieno del processo di Burgos, delle giornate trascorse in aula, ci sembra interessante riferire la cronologia degli episodi che hanno condotto al processo stesso:

1968
2 agosto: Viene ucciso Melitòn Manzanas, capo della Brigata della Polizia Politica.

3 agosto: La vedova e la figlia del Manzanas prestano una prima dichiarazione sui fatti accaduti alle autorità competenti.

4 agosto: La vedova e la figlia del Manzanas esaminano alcune decine di fotografie "...senza poter riconoscere pienamente l'individuo. Ha richiamato l'attenzione dei funzionari il fatto che le due signore, al vedere la fotografia di un certo Tommaso Trifoll Madrazo, abbiano coinciso nell'affermare che si tratti della persona che più assomiglia all'omicida." (dagli atti della polizia si San Sebastiàn).

Ottobre: Viene pubblicato un manifesto clandestino dal titolo "Melitòn Manzanas giustiziato". Porta la firma dell'ETA e la polizia lo ritiene autentico.

7 dicembre: Viene arrestato a Mondragòn (Guipuzcoa) Josè Marìa Dorronsoro.

1969
5 gennaio: Vengono arrestati Izko De La Iglesia e Lopez Irasuegui mentre cercano di far evadere una detenuta dal carcere di Pamplona. Izko viene ferito da un colpo di pistola che gli attraversa un polmone. A entrambi vengono sequestrate armi e munizioni, poi inviate al perito giudiziario Pedro Reinares.

25 gennaio: Izko nega la sua partecipazione all'uccisione di Melitòn Manzanas.

6 marzo: E' arrestato ad Eibar Francisco Xavier Larena Martinez.

8 marzo: E' arrestato a Deba Joaquìn Goròstidi Artola.

Fine marzo: La Brigata della Polizia Politica ottiene quelle che dovranno essere le prime prove a carico degli imputati. Dorronsoro, dopo 28 giorni di arresto, Larena e Goròstidi dopo 17 ciascuno, firmano le loro dichiarazioni. La polizia ha già il suo omicida: Izko De La Iglesia. Vengono rifiutate tutte quelle prove che dimostrano l'impossibilità di Izko ad effettuare l'omicidio di Manzanas. L'autore morale dell'attentato sarà, per la polizia, il "Biltzar Txipia", la piccola assemblea dell'ETA. Anche in questo caso vengono rifiutate tutte le prove che tendono ad escluderla.

24 aprile: Il quotidiano "Hierro" di Bilbao, organo della falange franchista, afferma in un articolo che "è stato dimostrato che Manzanas venne ucciso con la pistola sequestrata ad Izko De La Iglesia."

21 maggio: La vedova e la figlia di Manzanas vengono condotte al carcere di Puerto de Santa Marìa, dove viene loro presentato Izko De La Iglesia. Non avranno così più tardi difficoltà a riconoscerlo davanti al Giudice Istruttore.

Luglio: Izko viene condotto a Burgos e detenuto per 80 giorni in cella d'isolamento.

1970
4 febbraio: Il difensore di Izko, avvocato Jaime Miralles, viene interrogato dal Giudice Istruttore Militare anche su temi che sono oggetto del segreto professionale.

28 aprile: Nuovamente interrogato dallo stesso Giudice Istruttore Militare e minacciato dopo essergli stato richiesto il giuramento di rito, l'avvocato Miralles denuncia i fatti al Collegio degli Avvocati di Madrid e rinuncia alla difesa di Xavier Izko De La Iglesia, che verrà assunta dall'avvocato Josè Antonio Echeverrieta Ortiz.

Settembre: Gli avvocati difensori ricevono l'atto di accusa dei sedici imputati che nelle conclusioni contiene le seguenti richieste:
6 pene di morte
754 anni di carcere
1 milione e mezzo di pesetas di multa.

 
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