« Kabul 17 settembre 2009 |
Post n°30 pubblicato il 02 Novembre 2009 da ferroligneo
Giova presumere se stessi eterni mentre il sangue sale in morbide volute ad offuscare i sensi chiudendo le porte al nulla oppure aprendo spazi alla prole reietta di Urano.
Senza che la mano s’apra aspetto il carme mentre tarme eterne squassano l’aria a più riprese quietando antiche contese per prodigare astuzie.
...Cazzo, se sogno!...
E se non sognassi forse avrei l’ardire di venir meno. Tremante ed ebbro non aspetto il sereno divenire del fato, incateno i dadi. Non c'è spada più grande, più grande amore non saprei pensare.
E cresce il dolore, e diventa idillio, ma non discosto l’orecchio e il capo per non evitare di sentire Priapo ed Ares, ad Ades consacrati, ridere.
Muto in repentino omaggio il clamore di un fuoco d’aprile, non assaggio carne, ma, ferendo, inietto un dardo ostile a corteggiare rinnovati amplessi.
Nei recessi fluidi del coito riscopro la pelle perduta labbra di seta divoro.
Accoratamente imploro pace. F
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