« la società dello spettacolo | il discorso dello schiavo » |
Ritorno
legami mai spezzati
solo accantonati
affondano la loro spada
Filare, formiche
e case di cartone
mono tono dopoguerra
E azzurro e fucsia
di un accento autoctono
20 anni avanti
e forse più
Ora capisco
il senso di formica
da dove se no il nazismo?
Finestre
non si distinguono dal muro
alberi
Dissimulare la presenza
Ledward Barracks
Il centro dell’impero
è un pascolo di erba rigogliosa
e nobili mucche
brucano la loro identità
Un mondo castale
Gruppi
e gruppi dentro ai gruppi
si perde il vertice
Nell’oltre dell’umano
Rifarsi il trucco. Sempre. Avanti.
Anche i turchi
profumo di intonaco nuovo
e finestre in alluminio
Nuove finestre
Il passato si svinghia
Afferro un senso
profumato di gomma
e scarico industriale.
Ancora ruminanti
placidi erbivori
Chi sei, ultimo uomo?
“Ora in amicizia
commemorano le vittime di entrambi”
A che serve un rifugio
privo di aperture
se non a fare da sfondo
a una lastra di metallo
squarciata
1945 Black Thursday
Muore
l’individuo-formica
la formica sola resta
E rumina da allora
le proprie macerie.
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