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L’AMORE QUANDO C’È (QUATTRO STORIE POSSIBILI)

Post n°297 pubblicato il 06 Giugno 2012 da mariopulimanti

L’AMORE QUANDO C’È (QUATTRO STORIE POSSIBILI)

 

 

 

 

 

Perugia.

Aldo, un direttore di banca.

Venerdì mattina è ancora buio.

Qualche luce nelle case, nessuna nel cielo nuvoloso.

Nell’aria, anziché il suono della sveglia, si sentono i sospiri di Aldo.

Sospira pensando a Susanna, la moglie di Riccardo Pavone, controllore di volo.

Le ha parlato ieri pomeriggio, senza mai staccare gli occhi dai due tronchi di coscia sognando il buio in cui vanno a finire.

E’ venuta a chiedere informazioni su come effettuare un bonifico.

 “Non ho gli occhi nel culo” ha replicato lei. “Quindi è inutile che continui a guardare lì!”

Perdio! Gli é entrata nel sangue al ritmo di galoppo.

Cavolo, ha giurato su tutti i santi che d’ora in poi non perderà occasione per spiarla, cercando di attaccare bottone.

Ha subito tentato di invitarla a cena.

Ne ha ricevuto occhiatacce e risposte abrasive.

Risultato, questo, che l’ha convinto di una cosa: per averla dovrà studiare manovre.

Per tutta la notte ha progettato piani, componendola, pezzo dopo pezzo, nella sua fantasia.

L’ha tutta ormai.

Quasi.

Occhi, naso, orecchie, fianchi, tette, culo.

Gambe! Diobono, quelle gambe!

E caviglie. Caviglie da scatto, non tozze.

Gli manca solo una cosa, la patatina.

Il Creatore non può aver fatto due gambe così perfette per rovinarle con una fragolina malformata sulle piccole labbra.

Ecco, quando avrà finalmente ceduto, Aldo sa già da dove comincerà a baciare quella donna: dalla patatina.

Tutto sta nel convincerla a lasciarlo fare.

 

Firenze.

Giovanni, il figlio di un imprenditore.

Venerdì mattina è ancora buio.

Qualche luce nelle case, nessuna nel cielo nuvoloso.

Nell’aria, anziché il suono della sveglia, si sentono i sospiri di Giovanni.

Sospira pensando ad Antonella.

Anche se è fidanzato con Mary, brutta da far venire il mal di pancia a guardarla.

Gli è stata imposta da Gennaro, il severo padre di Giovanni, abile e ricco imprenditore dell’edilizia.

Così abile da farsi socio un ricchissimo magnate australiano, Paul Dixons.

Anche se Mr. Dixons gli ha imposto una “condicio sine qua non”: il fidanzamento di sua figlia Mary con Giovanni.

Detto, fatto: Gennaro ha fatto capire al figliolo che senza Mary non erediterebbe mai l’azienda paterna.   

Ieri sera Giovanni ha portato Mary a vedere una commedia.

Un intreccio goliardico farcito di doppi sensi che hanno provocato risate a ripetizione dalla platea.

Solo Mary l’ha seguita come se fosse a messa e a Giovanni non é venuta nemmeno la tentazione di spiegarle qualcuno degli equivoci che hanno fatto sganciare tutti gli altri spettatori.

Inizialmente ha subito il fidanzamento come un inevitabile martirio.

Ma poi qualcosa é cambiato.

E da un po’ di tempo, finge.

Per tenersi buono il padre.

Anche di fronte alla bruttezza della figlia del magnate Dixons.

Infatti, dal momento che aveva conosciuto Antonella, i globuli rossi di Giovanni, anziché ossigeno, hanno cominciato a portargli nel cervello atomi di felicità pura. Sotto la pelle del viso sente di avere un diuturno sorriso che, però, non può, non deve esibire. Deve, piuttosto, continuare a fingere di essere cambiato: guai a insinuare sospetti, la posta in palio é troppo alta.

Tutto pur di avere Antonella.

Anche dire di sì a suo padre Gennaro quando l’altra settimana gli ha chiesto di partecipare ad un convegno a Venezia, facendosi accompagnare da Mary.

Così avrebbe potuto unire l’utile al dilettevole: il lavoro con un una romantica passeggiata in gondola con la sua fidanzata.

Uno dei peggiori giorni della sua vita, pensa ora Giovanni.

Lungo, noioso.

Un tormento dell’anima e del corpo.

L’ha trascorso a Venezia, presso la sede dell’Associazione di commercianti del Borgo Antico, convocato assieme a tutti gli altri dirigenti della ditta del padre per comunicazioni di estrema importanza.

A Giovanni hanno fischiato le orecchie per i discorsi ascoltati, un rosario infinito di inutili parole quasi prive di peso e in balia dei venti dell’economia…. Cazzate.

Poi, la domenica successiva, la gita in gondola nonostante una pioggia fitta, dentro un grigio di acqua e cielo che Mary, in una delle rare, spontanee uscite -parla poco, per fortuna, e solo se interrogata, risposte brevi, secche, come se scappasse- ha definito di malinconica bellezza.

Che bisogno c’é stato, s’é chiesto a lungo tutto il viaggio di ritorno, di farlo andare fino a Venezia per sentire i soliti discorsi?

E soprattutto, con Mary?

 

 
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