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Riforma della giustizia: obiettivo da paese civile

Post n°400 pubblicato il 14 Maggio 2013 da mariopulimanti
 
Foto di mariopulimanti

Riforma della giustizia: obiettivo da paese civile

 

Che uomo fantastico è Berlusconi, così spirituale.

Così impassibile anche ora che si trova di fronte alla più difficile delle sue vicende giudiziarie.

Un poeta colpito dalla Berlusconite, una specie di malattia più o meno inventata o ingigantita, per sfuggire alla giustizia, che diventa un legittimo impedimento.

Nella sua requisitoria il pubblico ministero Ilda Boccassini ha chiesto per lui un anno di reclusione per prostituzione minorile, cinque anni per concussione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Cavolo, io al posto del Cavaliere sarei rimasto impietrito con la bocca aperta.

Sarei sbiancato in volto e poi mi sarei messo a correre come se mi fossi fatto dieci anfetamine.

Invece lui tranquillo ha commentato: “Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia”.

Ma sempre sorridendo.

Lo so, stiamo parlando di prostituzione volontaria: non conosco gli atti processuali, però forse la richiesta è un pò eccessiva.

Tuttavia, la notizia di maggior rilievo riguarda la considerazione della Boccassini che, parlando di Ruby, l’ha definita furba “di quella furbizia orientale propria della sua origine".

Ummh, è difficile non considerare razzista questa affermazione.

Ok, ok, come non detto.

Esprimere la propria opinione su un procedimento giudiziario è sempre insidioso.

Farlo in un caso che coinvolge Berlusconi lo è ancora di più.

Se infatti si osa sollevare dubbi sulle richieste o sulle parole dei pm, affermando che appare evidente un elemento di persecuzione in questo processo e forse anche in altri, perché, se li mettessimo in fila, otterremmo un accanimento, si è immediatamente catalogati come nemici della giustizia o complici di Berlusconi.

Se, al contrario, si eccepisce sulla condotta morale di Berlusconi e si fa notare che certi comportamenti siano poco compatibili con il suo ruolo istituzionale, considerato l'uso da parte di Berlusconi della sua posizione istituzionale per sbrigare affari totalmente incompatibili con il suo ruolo, si passa per giustizialisti.

In ogni caso il tribunale è chiamato a punire gli eventuali reati penali commessi da Berlusconi, non ad emettere condanne o assoluzioni politiche nei suoi confronti.

Mi accorgo che state scuotendo la testa.

Che c’é che non va?

Tranquilli: non difendo Berlusconi.

Rifletto solo sul potere dei pm e dei magistrati in Italia: è necessaria la separazione delle carriere, doppio Csm, la responsabilità civile e penale dei magistrati, inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, privacy sulle intercettazioni delle indagini finché non sia sentenza.

E una normativa meno discrezionale.

A questo punto è urgente provvedere alla riforma della giustizia, operando sull’economia processuale, snellendo i processi e risolvendo preventivamente le controversie ed operando poi sul versante della responsabilità disciplinare di tutti i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, tributari, lasciando un primo grado agli organi di governo interno, un secondo e ultimo grado per tutte le magistrature a una unica Corte, la cui composizione dovrebbe prevedere tre quote:  una quota di componenti eletta dai magistrati, una dal Parlamento, e una terza designata dal Presidente della Repubblica.

Inoltre  l’obbligatorietà dell’azione penale è necessaria per mantenere l’indipendenza del pm dal potere politico: ritengo infatti  preferibile una imperfetta obbligatorietà rispetto ad un pm che debba eseguire le disposizioni del ministro della giustizia di turno.

 In ogni caso andrebbero studiati bene i sistemi con la discrezionalità dell’azione penale, come quello francese, ad esempio per valutare costi e benefici.

Ah, dimenticavo: la riforma deve essere fatta subito, anche perché molti ritengono che l’attuale sistema giudiziario italiano abbia un problema: il povero cristo dentro.

Il grande delinquente, no.

In pratica, essere ricco e potente non è indispensabile ma se lo sei è meglio.

Una considerazione che aggiunge malumore a malumore.

Infatti sembra che il nostro processo sia diventato un percorso ad ostacoli, una prateria sconfinata dove i ricchi ed i potenti possono utilizzare precauzioni di ogni tipo e possono puntare, grazie a difese aggiuntive e marchingegni particolarmente sofisticati, alle pene minime ottenibili nelle particolari situazioni prospettate al giudice, laddove i cittadini comuni, in specie quelli poveri o socialmente handicappati, incappano in una serie di ostacoli e trabocchetti dai quali possono venirne compromessi i loro fondamentali diritti della persona o esserne in quanto cittadini di fronte alla legge, completamente stritolati.

Insomma, può accadere che il processo non si celebri affatto, solo perché alcuni imputati particolarmente ricchi e potenti riescono a sfuggire al processo, e addirittura ad impedirne la conclusione.

 E allora facciamola questa riforma della giustizia.

Obiettivo da paese civile.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

 

 
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