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Siamo diventati dei protettorati tedeschi

Post n°568 pubblicato il 13 Maggio 2014 da mariopulimanti
 
Foto di mariopulimanti

Siamo diventati dei protettorati tedeschi

 

Non vorrei fare demagogia ma la storia ci insegna che quando ci alleiamo con la Germania le conseguenze sono catastrofiche.

Tanto è vero che in questo momento anche l'Inghilterra vuole prendere le distanze dalla politica dell'euro, dato che tutti i popoli che vi hanno aderito sono in crisi, mentre la solo la Germania ci ha guadagnato.

Guardiamo in faccia la realtà: altro che Europa unita, adesso siamo diventati dei protettorati tedeschi.

Del resto la conoscete Angela Merkel: non parla, emana decreti.

Lei è infatti pronta ora a trasformare definitivamente  in un immenso lager a cielo aperto l’Europa che difatti, sotto il suo tallone della Merkel e degli altri  redivivi nipotini di Adolf, sta imponendo a tutti lacrime e sangue come una educatrice sadica e malvagia convintasi di dover redimere il mondo a suon di sculacciate.

La ricetta tedesca contro la crisi dell'euro, basata su duri programmi di austerità e rigore finanziario, ha prodotto recessione e disagio sociale.

Berlino è accecata dai pregiudizi contro l'Europa del Sud. Merkel, come Hitler, ha dichiarato guerra al resto dell’Europa, oggi per garantirsi il suo spazio vitale economico.

Ci castiga per proteggere le sue grandi aziende e banche, dicendo ai suoi compatrioti che deve castigare le nostre irresponsabilità affinché i nostri debiti non li debbano pagare adesso i cittadini tedeschi.

Però il ragionamento è falso perché gli irresponsabili non sono stati i popoli che ora la Merkel vuole castigare, ma le banche tedesche che sta proteggendo e quelle degli altri paesi alle quali la Germania ha prestato capitali irresponsabilmente per ottenere guadagni multimilionari.

I grandi gruppi economici europei riuscirono a stabilire un modello di unione monetaria imperfetto che da subito ha ingrandito le differenze originarie tra le economie integranti.

 Inoltre, grazie alla sua enorme capacità d’investimento e il gran potere dei suoi governi, le grandi compagnie dei paesi del nord riuscirono ad appropriarsi di una grande quantità di aziende dei paesi come la Spagna, l’Italia e la Grecia, provocando grandi deficit commerciali in questi paesi e un forte surplus in Germania.

Queste circostanze hanno messo a disposizione delle banche tedesche ingenti quantità di liquidità che i tedeschi hanno usato per speculare facendo in modo che il debito privato negli altri Stati membri si impennasse.

Allo scoppiare della crisi i tedeschi riuscirono a fare in modo che la propria insolvenza, invece di manifestarsi come il risultato della loro irresponsabilità (alla quale non si riferisce mai la Merkel), si presentasse come il risultato del debito pubblico dei paesi alle cui banche avevano prestato i propri capitali. I tedeschi ritirarono rapidamente il proprio denaro da questi paesi, però il debito rimaneva nei bilanci delle banche debitrici.

Così la Merkel, per aiutare le banche tedesche, mise in atto due strategie.

Una, i salvataggi, venduti come se fossero diretti a salvare i paesi, però che realmente consistono nel dare ai governi denaro sotto forma di prestiti, pagati dalla popolazione e che vengono passati alle banche nazionali affinché queste si recuperino quanto prima per pagare i tedeschi.

L’altra, impedire che la BCE tagli dalla radice gli attacchi speculativi contro i debiti dei paesi periferici affinché, aumentando lo spread, si abbassi il costo di finanziazione per la Germania.

Non voglio parlare oltre dei tedeschi, popolo che abbiamo già conosciuto in profondità ai tempi del duo Hitler-Mussolini, parliamo di cose serie davvero, senza però dimenticare che anche se l'Italia ha condiviso con la Germania nazista l'abominio delle leggi razziali e la sciagura della dittatura, gli italiani non si sono però macchiati della terribile responsabilità di aver ideato, creato e gestito i campi di sterminio.

Non dobbiamo né possiamo vergognarci di nessun lager nazista perché la follia umana dell'Olocausto in Italia non arrivò a tali abissi.

Questo non ci dà il diritto di sentirci migliori di nessuno, né ci assolve dalla tragedia della Seconda guerra mondiale.

Ma di fronte al tribunale della storia ogni popolo ha le sue responsabilità.

 E quelle degli italiani, su questo, sono diverse da quelle dei tedeschi.

 

 Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

 
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