Esprimere se stessi: i pensieri che ci frullano nella testa, le paure che covano dentro al cuore, i progetti
e le speranze… Quali emozioni comunicare? Quanto è possibile condividere oggi? E come comunicare
se stessi? L’attuale tecnologia ha cambiato i modi della comunicazione? E i sentimenti: sono cambiati
anche loro? Ecco due punti di vista in proposito...
L’emozione della carta: anche oggi è poesia…
Una candela consumata, una camera in penombra, il rumore della penna che sfiora il foglio, le mani macchiate d'inchiostro e parole dolci nella testa. Queste erano le condizioni, un secolo fa, nel momento in cui un innamorato scriveva del suo amore.
Oggi le cose sono drasticamente cambiate. In mezzo al traffico o al volante, in ufficio o a casa, in un bar mentre si beve un caffè o nel letto prima di addormentarsi basta un semplice movimento dei pollici… e il gioco è fatto.
L'sms è semplice ed immediato, comodo tanto quanto superficiale. Un tempo l'amore era desiderio e attesa, parole segrete e sguardi rubati.
Grandi poeti hanno speso pagine in nome dell'amore, poesie o lettere rimaste nella storia, amori irraggiungibili o impossibili descritti con passione e desiderio da un cuore speranzoso. Possiamo ricordare, in questo senso, l'amore impossibile tra Ortis e Teresa descritto da Foscolo, o la frustrazione di Leopardi nel Ciclo di Aspasia, ispirato all'amore per Fanny. Come dimenticare l'amore infinito e puro di Dante per la sua Beatrice? Angelica e paradisiaca nella Divina Commedia, desiderata e rimpianta nella Vita Nova.
Ogni ragazza spera che un giorno, anche per lei, qualcuno proverà lo stesso amore profondo spingendolo a scrivere parole immortali, sognamo di conoscere il nostro Romeo o di essere la Beatrice di qualcuno. Poi suona il telefono, un messaggio: " TVB " ... il sogno finisce.
Oggi i sentimenti sono compressi in abbreviazioni e acronimi, come se esistesse un’ abbreviazione dell'amore o come se un sentimento così grande potesse essere ridotto ad un freddo acronimo. Bisogna ammettere che scrivere su carta è un’emozione completamente differente. Il rumore leggero della penna sul foglio diventa quasi palpabile, la scrittura stessa si fa rivelatrice di stati d'animo e spia di una mano tremante, per amore o timidezza. Il destinatario sente le emozioni in modo più concreto e tangibile, a volte, accennando un sorriso o una lacrima. A vent'anni non mi vergogno di dire che in molte occasioni mi sono affidata ad un foglio bianco, riempiendolo di parole venute dal cuore ed esprimendo me stessa ad un'altra persona. Conservo ancora delle lettere di un primo amore, ingenue e semplici ma eterne. Piegate e riposte in un cassetto, non corrono il rischio di essere eliminate da un tasto schiacciato per errore.
In un' era dove uno schermo, spesso, sostituisce un foglio bianco, io mi schiero dalla parte della penna, come rivelatrice di idee e sentimenti, discreta confidente ed eterna prova. Sperando che non arrivi mai il giorno in cui basterà schiacciare un semplice tasto per cancellare le parole scritte su un foglio, altrimenti indelebili.
Elena Squaratti 5a liceo