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Rebecca VIII

Post n°18 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Quaaalude

 








Fu così che decise di ritirarsi a riflettere sui suoi sentimenti e il suo sesso. Loic
fu l'ultimo a vederla prima che cercasse conforto in un monastero zen ad appagare
l'istinto all'autoconservazione e l'inclinare verso una forte criticità nei confronti
dei propri peccati di gola e di ingordigia. Si videro in una vecchia cascina diroccata
e Lei fu comunque pronta a sbottonare e a mettere a nudo l'imponente e scurissima
verga del ragazzo. Forse non era giusto, forse poteva essere uno sbaglio ma la
sua mano non riusciva a sbagliare un colpo. Sfregò con decisione la grossa cappella
e poi l'annusò come fosse una cipolla bollente. Era ancora quello faceva per Lei
prima del grande salto. Piegò l'asta e l'appoggiò all'entratura posteriore, esattamente
al centro delle odorose chiappette e gli disse, gemendo, di spingere con decisione.
Così fece il giovanotto  e lasciò infilarsi, senza la minima resistenza, il brando nel
buchino spalancato e largo. Poi Rebecca gli disse di stare fermo mentre Lei
decideva di prendersi da sola il Piacere galoppando avanti e indietro in orizzontale.
Era una sensazione formidabile: quell'immenso cazzo che non cedeva di un millimetro
mentre la colmava in ogni piega nera del culo. Lei restava sempre stupita del carattere
erotico di Loic. Il suo marchio era, oltre alle dimensioni, quello di venire in rapide
successioni e di enfiarsi rapidamente per una nuova passata. Così avvenne anche
in quegli istanti; Dal glande sbocciò una polluzione superba che le allagò gli
intestini e traboccò sulla parete esterna facendola sentire tanto umida come mai
Le era capitato. Sorridente decise di voltarsi e individuò il bastone del ragazzo
duro per metà e ancora, evidentemente, capace. Prese a leccarlo con indugio
e passione trascorrendo dalla ruvida nerchia alla gommosa cappella, fino a
ingoiarlo a metà delle sue spropositate doti. Trascorsero solo alcuni minuti e
la coda fu di nuovo paonazza ed eretta. La donna lo fece mettere seduto a
gambe incrociate e si accomodò con decisione in dirittura verticale. Poi sprofondò
con la fica rorida sopra lo stupefacente martello. Teneva le mani sulle spalle di
Loic e intanto praticava la più bella ginnastica del mondo agitando le cosce salde
e ben tornite intorno a quella soddisfazione che, nella sua brevità, pareva durare
in eterno. Sbocconcellava con la vagina la punta esterna della pigna gigantesca
poi decideva d'improvviso di farsela sprofondare tutta nelle interiora bollenti della
sua sessualità. Nel frattempo si mordeva a sangue il labbro inferiore e gemeva
ad alte grida, quasi dovesse testimoniare il mondo tutto del suo smisurato
godimento.






(Continua)














 
 
 
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